Down to Hell Recensione

Lettera d’amore per la musica metal, Down to Hell è fondamentalmente un hack n’ slash 2D a scorrimento laterale, in cui assumiamo il controllo di un guerriero solitario in una missione omicida. Usando una combinazione di parate, magia e attacchi leggeri e pesanti, viaggeremo in un mondo ispirato alla cultura metal. La storia è semplice; un cavaliere con poteri misteriosi vive per il brivido dell’uccisione. Nonostante sia evitato dagli anziani del suo villaggio per il suo potere (o forse a causa di esso), diventa inevitabilmente una macchina di morte inarrestabile. Entra in una terra “piena di demoni” in cui si sente di nuovo a casa e inizia a fare ciò che riesce meglio: massacrare tutto ciò che si muove.

Sopraffatto da un mostro, viene salvato da una ragazza altrettanto misteriosa, anche lei in grado di utilizzare poteri propri. Inizialmente ingrato (anche dopo il suo rapimento in stile Principessa Peach da parte di un demone bizzarro), si sentirà in colpa grazie alle parole proferite da uno strano vecchio. Il protagonista correrà allora al suo salvataggio, anche se metà del motivo per cui la insegue è probabilmente il voler dimostrare di essere un killer eccezionale. La storia nelle prime fasi del gioco è in gran parte ordinaria, ma è speziata dall’inclinazione chiaramente metal della narrazione e frasi come “La terra era piena di demoni, ed era uno di loro” e “Era nella foresta per la prima volta, ma non sentiva paura, solo sangue, finalmente si sentiva come se fosse a casa”, che hanno una connotazione davvero cupa. Detto questo, il titolo è chiaramente in Early Access e ha bisogno di qualche rifinitura; ci sono errori di ortografia e un po’ di inglese approssimativo. Tuttavia, si vede cosa sta cercando di fare il team e funziona.

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 Il sangue sembra essere un tema ricorrente, poiché la magia e gli upgrade sono legati ad esso.

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Il gioco si svolge per la maggior parte in modo lineare; guidate il vostro cavaliere dall’aspetto tosto da sinistra a destra, facendovi strada tra demoni grandi e piccoli, guadagnando XP e raggiungendo i vari boss. Il sangue sembra essere un tema ricorrente qui, poiché la magia e gli upgrade sono legati ad esso, e ci sono anche elementi della storia che lo richiamano (“…non sentiva paura, solo sangue”). Per circa 2 ore nel primo capitolo, i riferimenti al liquido rosso sono più che numerosi. L’abilità di effettuare uno scatto si chiama “Blood Rush” e ha una barra di ricarica, che impedisce di schivare ripetutamente, aggiungendo un po’ di strategia alle battaglie. Soprattutto contro il primo boss è stato davvero necessario pensare a quando correre per evadere agli attacchi, e sono stato punito più e più volte per aver colpito il tasto della schivata a causa della paura, rimanendo quasi impotente di fronte al successivo attacco. Oltre alla spada, c’è una falce che è possibile acquistare con XP e che aggiunge una punta di profondità al combattimento, oltre alla magia che si può acquisire e potenziare. È possibile utilizzare un proiettile a forma di teschio con un cooldown elevato per iniziare, un campo di forza sanguigna che protegge dai danni e persino un lupo fatto di sangue che può essere scatenato sui nemici. Assolutamente fondamentale il combattimento ravvicinato, che è una prerogativa. Infatti gran parte delle lotte sono basato su ondate, con due barriere sanguinolente che scendono su entrambi i lati, creando una piccola arena in cui affrontare i nemici.

Down to Hell

Le pareti di sangue feriscono se toccate, quindi va gestito lo scatto più che mai per evitare danno superfluo. È disponibile una parata abbastanza difficile da utilizzare, specialmente quando i nemici su tutti i lati continuano a teletrasportarsi, attaccando immediatamente. Ho finito per usarla di rado, poiché il combattimento è veloce e furioso ed è spesso più facile affidarsi alle schivate oppure ai salti. La parata non è inutile, tuttavia, e potrebbe diventare più necessaria con nemici futuri. La grafica e il suono sono stellari e brillano davvero, specialmente per un titolo così piccolo. L’atmosfera di sottofondo è soffocata per la maggior parte da una musica cupa che si fonde bene con le bellissime ambientazioni e sfondi. Tuttavia, è una volta raggiunto un boss massiccio del gioco che si alza davvero di un livello e rende le battaglie più intense con colonne sonore brutali. La grafica è fantastica e lo stile artistico le si adatta perfettamente. Il mondo è tetro e minaccioso e i nemici, che spesso si presentano come una fusione tra uomo, natura e demone, posseggono un design cruento e contorto.

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