Fast & Furious – Hobbs & Shaw Recensione: il tango si balla in due

Dopo gli altalenanti capitoli precedenti della saga più scalmanata e ruggente della cinematografia americana, Fast & Furious – Hobbs & Shaw prova a farsi un nome come spin-off apparentemente fuori dagli schemi. Nato dall’unione di due protagonisti ben lontani dal poter lavorare insieme, il titolo prova a stringere lo spettatore in una morsa di adrenalina e ironia senza freni, spesso attraverso la competizione tra Jason Statham e Dwayne Jhonson, che interpretano rispettivamente Shaw, un ex miliare inglese, e Hobbs, un agente segreto. La formula ormai trita e ritrita dell’apprezzatissimo David Letich gonfia la rocambolesca avventura dei due impensabili compagni, facendo esplodere sullo schermo sequenze di puro godimento visivo e sonoro: il timbro per eccellenza della serie principale. Questa volta però si è puntato tutto sul carisma dei due attori e si è cercato uno spettacolare ballo al limite dell’action per impreziosire l’esuberanza dei due agenti, e quale danza è migliore del tango?

Gli anni che separano Hobbs & Shaw dagli eventi di Fast & Furious 8 non sono stati lasciati nel cassetto delle sceneggiature dimenticate, infatti gli appassionati della saga avranno modo e piacere di intravedere alcuni ex protagonisti o riferimenti alle opere cinematografiche passate. I fantasmi del passato ritornano, e questa è una legge che talvolta sia Hobbs e Shaw tendono ad accantonare, tanto che il cerchio di eventi che li terrà in scacco per tutta la storia non è altro che un circolo vizioso che li porterà a sciogliere le proprie paure o trovare la tanto agognata redenzione. Se da una parte Hobbs lascia trasparire lo stereotipo del palestrato tutto muscoli e dalle cattive maniere, il rapporto con la figlia e il dolore di tornare dalla propria famiglia dopo oltre 20 anni gli faranno trovare il coraggio per far emergere il ruggito hawaiano che da tempo – forse troppo – era sepolto nel suo cuore. Shaw d’altro canto si è sempre mostrato come un tipo assai criptico e tutto d’un pezzo, che fa della risolutezza il proprio cavallo di battaglia. Ebbene in quest’opera anche lui dovrà fare i conti con un passato di amarezze e rimpianti, che lo porteranno a ricostruire le fondamenta della propria famiglia e ad adempiere al proprio cammino di giustizia e redenzione. Due protagonisti decisamente sopra le righe, specialmente per i modi irruenti e per il loro ego, che talvolta sfocerà nel protagonismo e in duelli di sano esibizionismo, tanto che alcune volte sembra impossibile considerarli umani.

Hobbs & Shaw hanno cuori da paladini e morale da supereroi.

Il bello e il brutto della trama di Hobbs & Shaw è però davvero rinchiuso nella semplicità e nella ricerca della vera essenza della vita. Sebbene il continuum dei singoli eventi sia alquanto piatto e sottotono rispetto al carisma titanico dei protagonisti, si intravede un potenziale di notevole spessore per questo ramo della serie. Senza scendere troppo nel dettaglio, vi basti sapere che Brixton Lore, interpretato da Idris Elba, è tornato sotto una nuova forma dopo aver quasi perso la vita contro Shaw anni prima. I danni che l’anarchico subì furono ingenti, ma una compagnia multimiliardaria e all’avanguardia nel campo tecnologico lo ricostruì internamente con parti meccaniche, dando vita pian piano ad un piccolo esercito di bio-ibridi con potenza e riflessi sovrumani. La missione di Brixton, o come ama definirsi lui stesso “il Superman nero”, è la stessa della società segreta, ossia stroncare le vite umane più deboli per far rinascere l’umanità come un esercito perfetto ed immortale di cyborg, profetizzando inoltre che la fine del mondo è ormai prossima. Per poter attuare il suo folle piano di purificazione e selezione dell’umanità, lui e i suoi superiori – di cui per ora sappiamo quasi nulla, tranne per il fatto che sono legati al passato di Hobbs – sono alla ricerca di un potente virus: un’arma biologica volatile in grado di disintegrare letteralmente gli organi vitali di chi la inali. Al fato ha però voluto che Hattie Shaw, interpretata dalla seducente Vanessa Kirby, riuscisse ad iniettarselo e a seminare i deliranti anarchici, ed è proprio da qui che il duo Hobbs & Shaw dovrà fare squadra per salvare il mondo, siglando la pace con il passato.

La resa su schermo, neanche a dirlo, è oltremodo appagante e vi assicuriamo che sarà assai arduo staccare gli occhi dallo spettacolare susseguirsi di esplosioni e scazzottate, entrambe dal resoconto teatrale. Aggettivo che rispecchia appieno l’ardore della coppia Hobbs & Shaw, che riesce a prendere con leggerezza e con sottile ironia l’odissea senza fine che sono stati costretti ad intraprendere. Non è neanche insolito che il copione nasconda i fili di Chris Morgan, professionista che già in passato aveva riformulato lo stile blasonato della saga. Laddove gli altri hanno visto uno spin-off per pendere una boccata d’aria dagli eventi principali noi abbiamo intravisto una possibile strada indipendente che potrebbe spalancare le porte ad un affiatato duo di improbabili eroi, anche perché sono molti i misteri ancora irrisolti. Sarebbe altezzoso e borioso pretendere una trama complessa, specialmente perché la chiave di lettura del film è nascosta altrove. Poco “Fast” automobilistico, anche se gli appassionati non rimarranno comunque delusi, e un “Furious” alle stelle accompagnano una sceneggiatura deliziosamente leggera e piacevole, alzando notevolmente l’asticella dell’action con un duo – o forse dovremmo dire trio – che sicuramente vi farà scappare qualche sorriso e sussulto. Non mancano le battutine di qualità su qualche tema caldo del mondo d’intrattenimento, in particolar modo Game of Thrones, insomma si cerca comunque il tutto e per tutto il modo di metterci a nostro agio, ma ci vorrà un’accelerata per i sequel futuri ora che la squadra è pronta.

Quel che rimane di Fast & Furious – Hobbs & Shaw è comunque un’atmosfera di piacevole ironia, nella quale i due attori sguazzano senza mai perdere il ritmo. Quel che appariva come un bizzarro duetto scoordinato si è rivelata una pirotecnica prova di forza della coppia, che riesce con qualche scaramuccia a strappare sorrisi ed approvazioni. Trovato il ritmo frenetico e la sinfonia che ha reso indimenticabile la saga cinematografica di David Leitch, si riscoprono le scoppiettanti scene d’azione che valgono il prezzo del biglietto. Il carisma dei protagonisti da solo riesce a compensare una trama visibilmente piatta e poco entusiasmante, che lascia molti dubbi ed altrettanti quesiti sul destino dello spin-off. Le sublimi partecipazioni di Vanessa Kirby e Idris Elba, inoltre, allentano le critiche sul quel che poteva essere il delirio di onnipotenza dei due protagonisti, che comunque si lasciano rivalutare anche dal punto di vista umano. Grazie all’inserimento di qualche riferimento alla saga principale e a qualche approfondimento sul destino dei singoli personaggi, la saga potrebbe percorrere una strada alternativa per il futuro e far suo questo promettente e dinamico duo.

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