Non sempre sono necessari sistemi di combattimento estremamente tecnici, lunghi elenchi di quest, componenti multiplayer competitive o gigantesche mappe open-world per definire un bel videogioco. Spesso basta una storia semplice ma profonda, immersa in un’ambientazione incantevole e narrata attraverso gli occhi di una manciata di personaggi memorabili, a lasciare un segno sul giocatore. Draugen vuole essere proprio questo: una breve esperienza in cui si mescolano pochi elementi ben curati, marcati abbastanza da affascinare ma non così spinti da risultare stucchevoli. Con il supporto del Norwegian Film Institute e dell’esperienza maturata nella realizzazione di Dreamfall Chapters, Red Thread Games si tuffa nella produzione di questo racconto nell’ormai lontano 2013, per poi riuscire a lanciarlo sul mercato il 29 maggio 2019 su Microsoft Windows, PlayStation 4 e Xbox One. Il titolo è un’avventura horror in prima persona o, come alcuni preferiscono definirlo, un “walking simulator”, ovvero un gioco in cui la meccanica principale riguarda il muoversi all’interno dell’ambientazione e interagire con essa. Draugen è fortemente ispirato al folklore norvegese e tratta temi molto delicati, come la psicologia, l’isolamento e il trauma. In opere come queste è essenziale che il giocatore si senta immediatamente immerso nella trama e affezionato ai personaggi, altrimenti si incorre nel grande rischio di annoiarlo in fretta. Come se la sono cavata i ragazzi del team di sviluppo alle prese con il loro nuovo titolo?
La storia inizia su una piccola barca a remi, guidata dal protagonista, Edward Harden. L’uomo, in compagnia di una giovane ragazza di nome Lissie, si sta dirigendo verso la cittadina di Graavik, alla ricerca della sua sorella scomparsa Betty. La trama si divide in sei giorni, durante i quali bisognerà esplorare questo desolato luogo e raccogliere indizi per svelare i misteri che si celano all’interno del villaggio. Durante la sua seppur breve permanenza, l’improvvisato detective dovrà fare i conti con una serie di forti emozioni negative, tra cui l’ossessione nei confronti del suo obiettivo, il costante dubbio sulla vera utilità dei suoi sforzi e i ricorrenti traumi del passato. Draugen fa calare il giocatore nei panni di un protagonista fragile, con una visione distorta e incerta del mondo che lo circonda, della quale ci si vuole fidare ma allo stesso tempo non si ha la sicurezza di poterlo veramente fare. Il limite tra cosa è reale e cosa è frutto dell’immaginazione è quasi inesistente, e questo rende la narrazione molto tesa e coinvolgente, che raggiunge livelli molto alti grazie agli incredibili colpi di scena. Per quanto breve, è molto facile rimanere incollati allo schermo e spingere sempre più incessantemente verso la prossima tappa o il successivo indizio, finendo inevitabilmente per accorgersi di star rivivendo il dramma di Edward. Sotto questo aspetto, Red Thread Games non delude affatto le aspettative e racconta un dramma in continua evoluzione dal quale non ci si riesce a staccare.
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È molto facile rimanere incollati allo schermo e spingere sempre più incessantemente verso il successivo indizio, finendo inevitabilmente per accorgersi di star rivivendo il dramma di Edward.
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I personaggi sono pochissimi e perlopiù menzionati attraverso dialoghi o lettere, senza mai incontrarli veramente. La vicenda è incentrata quasi esclusivamente sul viaggio di Edward e Lissie, una coppia vincente se si parla di efficacia dei character. L’uomo rappresenta il classico gentleman all’inglese, costantemente serio, attento all’etichetta, minuzioso sui dettagli ed elaborato nella parlantina. In contrasto a lui troviamo la giovane compagna, allegra, curiosa e spensierata, piena di energie e sempre pronta a elargire commenti sarcastici o battute spiritose. Entrambi, però, nascondono un lato del carattere più profondo e celato, spesso in contrasto con il loro atteggiamento abitudinario. Edward è costantemente preoccupato per la sorella, la quale è sempre in cima alla sua lista di priorità, e spesso arriva a perdere la ragione pur di ottenere una prova di dove si trovi. D’altro canto, Lissie prova una forte empatia anche per i semplici estranei, e dimostra molto coraggio e risolutezza quando si tratta di risolvere i conflitti e far luce sugli eventi. Questa diversità tra i due personaggi viene combinata in maniera eccellente per creare delle interazioni divertenti, emozionanti e coinvolgenti senza mai sembrare forzate o fuori luogo, così come fanno da motore per molte delle vicende che hanno luogo nei sei giorni di permanenza a Graavik. Sarà difficile non affezionarsi velocemente al loro legame e al modo in cui si rapportano con il resto del mondo.
Per quanto piccola e limitata, l’ambientazione concede una rispettabile libertà di esplorazione e, tra un evento e l’altro, lascia il tempo giusto per far sì che il giocatore si cali appieno nell’atmosfera. Sparsi per la cittadina ci sono molti elementi che arricchiscono di dettagli la storia, come disegni, scritte sui muri e lettere. Trattandosi tuttavia di un’opera molto lineare, sono consentite ben poche interazioni al di là di un semplice dialogo o di una riflessione personale del protagonista, in quanto il focus rimane centrato sulla storia. Ci sono tuttavia alcune azioni, come suonare le campane, disegnare il paesaggio o suonare il piano, che sono totalmente opzionali e servono esclusivamente ad arricchire l’esperienza. La resa grafica di Graavik e del paesaggio è molto bella e convincente, e non è mai un peccato fermarsi qualche secondo ad ammirare il panorama dalla cima della scogliera o guardarsi intorno mentre si percorrono i sentieri. Ad accompagnare il tutto c’è la colonna sonora, che per quanto possa risultare quasi scontata ad un primo impatto, in realtà aiuta moltissimo l’opera a veicolare emozioni nel giocatore. Inoltre, separa efficacemente i momenti di serenità da quelli di tensione e detta il ritmo degli eventi, rallentando o accelerando la cadenza in base allo stato d’animo dei protagonisti.
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Non è mai un peccato fermarsi qualche secondo ad ammirare il panorama o guardarsi intorno mentre si percorrono i sentieri.
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Non tutto è oro ciò che luccica, però. Così come molte opere, anche Draugen possiede i suoi punti di debolezza, che possono risultare essere determinanti nel valutare l’esperienza di gioco. Partendo dalla trama, l’efficacia dei colpi di scena viene leggermente sminuita dall’alto surrealismo di questi che, se da un lato aiuta a sottolineare la mentalità fragile di Edward, dall’altro può facilmente risultare alienante per il giocatore. Venire gettati di colpo da un contesto molto reale ad uno che sfiora i limiti del sovrannaturale è destabilizzante e probabilmente alcuni si troveranno in disaccordo con questa scelta narrativa. In termini invece di gameplay, risulta ovvio sostenere che questo titolo non è affatto adatto a chi desidera solamente “giocare”, ma è un’avventura dedicata a chi ha il desiderio di immergersi appieno nei personaggi, nelle vicende e negli ambienti. Va inoltre specificato che il termine “horror” utilizzato per descrivere Draugen si riferisce principalmente all’atmosfera tesa e alle tematiche profonde e oscure: non aspettatevi di trovare forti spaventi o fughe adrenaliniche da mostri. Infine, si tratta di un’opera che raccoglie quasi tutta la sua magia nel primo viaggio che si compie in essa, rendendo i successivi meno attraenti – anche se una seconda partita può rivelare dei dettagli dei quali non ci si era accorti prima. Nonostante tutto questo, quello di Red Thread Games resta un racconto di alto livello, capace di far riflettere su molti aspetti ai quali spesso non si presta la dovuta attenzione.
Così come il leggendario Draugen, condannato a vagare tra le onde del mare per l’eternità, l’opera esplora la mentalità di un uomo fragile intrappolato in una disperata ricerca tra il reale e l’immaginario. Il titolo, nella sua breve ma intensa storia, trasporta il giocatore nella meravigliosa e desolata Graavik e lo pone di fronte a dei temi sui quali non ci si sofferma spesso a pensare. La resa grafica, la colonna sonora e i personaggi assicurano un’esperienza emozionante per chi si vuole lasciare coinvolgere, nonostante il gameplay non lasci spazio alla giocosità o alla libertà di azione. Se siete alla ricerca di momenti di tensione, riflessioni profonde e colpi di scena inaspettati, date una chance a Red Thread Games e al loro racconto.