MotoGP 19 Recensione: anche ANNA sale in sella

Ogni anno Milestone propone il videogioco del Motomondiale su licenza ufficiale: a dodici mesi di distanza dall’ultimo titolo, ecco che è finalmente disponibile MotoGP 19. Il prodotto è senza dubbio dedicato ai fan delle due ruote, ma grazie ai vari settaggi personalizzabili per quel che riguarda simulazione, aiuti e IA, è adatto anche per chi ha una passione che va ben oltre la visione di tutti i Gran Premi della stagione. Le prime impressioni di MotoGP 19 sono positive perché alcuni aspetti sono stati migliorati rispetto al titolo precedente della serie, ma ci sono dettagli che invece sono stati un po’ trascurati e che lasciano un po’ l’amaro in bocca.

Le modalità di gioco sono le “classiche” dei titoli di corse, ma è anche possibile rivivere sfide storiche, veramente tante, in cui ripercorrere alcuni dei momenti salienti della storia di questo sport, andando a impersonare piloti del passato, come Kevin Schwantz, Mick Doohan, Sete Gibernau o Max Biaggi, ma anche campioni dell’era moderna, come Valentino Rossi e il compianto Marco Simoncelli. Ogni sfida ha delle “regole” da rispettare, perché dietro c’è una storia e non può essere certo stravolta, però in quei momenti saremo comunque noi in sella alla moto, e con le nostre traiettoria diventeremo i protagonisti del Gran Premio. C’è poi la possibilità di giocare anche con altri veicoli “speciali”, come le MotoE e altri modelli ancora.

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A.N.N.A. evita che i piloti abbiano tutti la stessa traiettoria ottimale, evitando odiosi trenini statici dietro il leader.

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Entriamo nel dettaglio parlando subito di qualcosa di positivo: ANNA. Non è un nuovo pilota, ma è semplicemente il “nome” dell’intelligenza artificiale che ha usato Milestone per rendere le gare più varie: Artificial Neural Network Agent (A.N.N.A.), evita che i piloti abbiano tutti la stessa traiettoria ottimale, abolendo gli odiosi trenini statici dietro il leader (ora diventati gruppetti che si sorpassano a vicenda) o che qualcuno sterzasse bruscamente senza tenere conto della nostra presenza: lo scorso anno mi sono parecchio arrabbiato quando venivo praticamente buttato a terra da un’IA un tantino aggressiva. Senza entrare nel dettaglio tecnico, l’intelligenza artificiale impara giocando e si migliora di volta in volta. Certo, a volte anche i piloti guidati da A.N.N.A fanno errori e cadono da soli, ma è proprio questo il bello.

Nonostante i problemi non influiscano troppo sul gameplay, non sono affatto trascurabili. Il primo è la penalità che non viene segnalata a dovere nell’interfaccia. La mia prima gara in modalità facile l’ho vinta senza troppi problemi, ma poi mi sono ritrovato terzo perché mi sono stati aggiunti alcuni secondi al tempo. Ho tagliato due curve quindi l’infrazione è stata giustamente punita, ma avrei preferito un indicatore sullo schermo che mi facesse presente di essere stato penalizzato dai giudici di gara. Purtroppo l’unico modo che si ha di notare questo piccolo dettaglio è una casella sotto il nostro tempo sul giro, che fa pensare al distacco che c’e rispetto a uno dei piloti circostanti o sul ritardo rispetto alla tornata precedente. Poi una volta che ci si è accorti dove si trova la penalità si può andare a vedere, ma sarebbe stato meglio un segnale più chiaro per avvisare di aver tagliato una curva più del consentito. In questi casi è utile il comando “Rewind”, che personalmente odio perché rovina lo spirito della corsa, in modo da cancellare letteralmente cosa è successo nei secondi precedenti e allargare la traiettoria per non tagliare la pista.

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Le espressioni di piloti e ragazze lasciano ancora a desiderare.

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Lo scorso anno mi ero lamentato delle espressioni dei piloti (e delle grid girls), e da questo punto di vista si è fatto un passo avanti e uno indietro. Le scene che precedono la partenza, con il nostro pilota in griglia, sono realizzate in maniera curata a livello visivo, mentre il resto è stato tralasciato, con una grafica molto più trasandata. Le fasi di messa a punto della moto, con noi nel box, e quelle sul podio non sono state ritenute importanti a livello di gameplay e quindi Milestone ha preferito non concentrarsi su questi elementi di contorno. Le espressioni di piloti e ragazze lasciano comunque ancora a desiderare. Personalmente trovo il Motomondiale uno show, quindi mi avrebbe fatto piacere trovare la stessa cura nei dettagli anche in momenti in cui non si è sull’asfalto.

Il podio inoltre è, a mio modo di vedere, un altro problema che merita di essere un po’ approfondito. Preciso che non influisce assolutamente sul gameplay, perché è una piccola scenetta dopo la vittoria (o essere arrivato fra i primi 3), ma quando pensiamo a un pilota trionfante la prima immagine che ci viene in mente è lui con la coppa in mano che festeggia sul gradino più alto del podio. Questa “magia” invece è un po’ rotta da questa riproposizione un po’ falsata di quello che vediamo in tv in ogni Gran Premio. Sempre a proposito di momenti che, almeno in Italia, sono entrati nella storia, avrei preferito un Guido Meda più presente con i suoi “mannaggia mannaggia” o “gas a martello”, ma i suoi interventi si limitano in quei momenti più “televisivi”, cioè quando c’è la presentazione della pista e dei piloti e quando c’è da festeggiare con lo spumante. Inoltre, rimangono altri problemi di fondo, come la cadute irrealistiche con il pilota inerme e la corsia dei box desolata.