Recensione Devil May Cry 5, adrenalina e stile allo stato puro

Prima con Monster Hunter World e poi con Resident Evil 2: negli ultimi tempi Capcom ha ottenuto dei successi clamorosi, sia per quanto riguarda l’apprezzamento del pubblico che il giudizio della critica, rivitalizzando l’interesse dei giocatori nei brand storici della compagnia. Come dice il proverbio, non c’è due senza tre: Devil May Cry 5 sancisce definitivamente l’inizio di una nuova epoca d’oro per la compagnia nipponica. Infatti, come vi andremo a spiegare a breve, questo quinto capitolo della saga dei figli di Sparda è una vera e propria lettera d’amore ai fan della serie, che ritroveranno, con significative evoluzioni, tutte le caratteristiche che hanno reso memorabili i predecessori.

Già dalla prima missione ci rendiamo conto che i due cacciatori di demoni dovranno affrontare una minaccia molto più pericolosa di quelle incontrate nelle precedenti avventure. Un essere misterioso, chiamato Urizen, dopo aver strappato brutalmente il braccio di Nero e rubato la leggendaria spada Yamato, è diventato il re degli Inferi. Dopodiché per ottenere un potere sconfinato ha evocato l’albero di Qliphoth, che con le sue radici assetate di sangue umano ha invaso Red Grave City. In Devil May Cry 5 tornano un gran numero di volti noti della serie, di cui alcuni provenienti persino dall’anime del 2007, e fanno la loro prima apparizione due personaggi inediti molto interessanti: Nico, la meccanica che si occupa di assemblare le protesi per Nero, e V, una figura enigmatica e avvolta dal mistero. È proprio quest’ultimo ad avvertire gli ammazza demoni del pericolo incombente, e combatterà al loro fianco con l’ausilio di tre famigli. La trama, che vede il cambio quasi continuo di prospettiva tra i protagonisti, è tutto sommato molto godibile, pur non essendo particolarmente profonda. In ogni caso sotto questo aspetto il gioco non si prende molto sul serio, con momenti così tanto sopra le righe da rasentare il ridicolo, e altri apertamente comici e irriverenti. Non mancherà il fan-service: il titolo è pregno di riferimenti alle scene più iconiche della serie, e in particolar modo gli affezionati del terzo capitolo avranno di che gioire.

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Gli scontri, più che una lotta per la sopravvivenza, diventano un’esibizione rocambolesca della forza e superiorità dei protagonisti.

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Il combat-system è il vero fulcro dei Devil May Cry, e sotto questo aspetto non possiamo che complimentarci con Capcom per l’encomiabile lavoro svolto. Il gameplay è frenetico, profondo e decisamente tecnico. I fan della saga si troveranno subito a casa: i comandi di base sono rimasti esattamente gli stessi, e persino il ritmo con cui vanno inseriti gli input per le abilità di Dante e Nero sono i medesimi. I tre personaggi sono radicalmente differenti l’uno dall’altro, sia per caratterizzazione che per tecniche di combattimento, e la loro alternanza tra le missioni garantisce una buona varietà. Sotto questo aspetto il titolo è anche discretamente elastico: per la prima volta in alcuni stage è possibile scegliere nei panni di quale protagonista giocare. Nella difficoltà standard, Devil May Cry 5 offre un buon livello di sfida, tuttavia è fin troppo generoso con i globi dorati, oggetti che permettono di resuscitare (senza dover tornare al checkpoint) quando si viene messi KO. Mentre nei precedenti capitoli trovare queste sfere era piuttosto raro, qui, forse per rendere il titolo accessibile a un’audience molto ampia, ne verremo praticamente sommersi. Come sempre, il giocatore non dovrà semplicemente combattere, ma farlo anche con stile, alternando le innumerevoli combo disponibili. Per questo spesso gli scontri, più che una lotta per la sopravvivenza, diventano un’esibizione rocambolesca della forza e superiorità dei protagonisti.

Il Devil Breaker Overture rilascia una potente scossa elettrica

Nero è il primo personaggio che controlleremo in Devil May Cry 5, e proprio per questo è anche il più immediato e semplice da utilizzare, in modo da introdurre gradualmente i nuovi giocatori alle meccaniche classiche del gioco. La principale novità, per quanto riguarda il giovane cacciatori di demoni, sono i Devil Breaker, protesi meccaniche che sostituiscono il suo braccio mozzato. Questi strumenti possono essere acquistati da Nico, che potremo chiamare da alcune cabine telefoniche, oppure semplicemente trovate in giro per il livello. Esistono numerosi tipi di Devil Breaker, i quali permettono di utilizzare abilità uniche quando si preme il pulsante B (controller Xbox), come per esempio sparare dei razzi (che potremo anche cavalcare), rallentare il tempo o potenziare temporaneamente il nostro armamentario. La vera particolarità di questa feature è che le braccia si romperanno se verremo colpiti mentre stiamo eseguendo una di queste mosse speciali, quindi dovremo cercare di sfruttare il loro potenziale con cautela. Potremo anche decidere volontariamente di sbarazzarci di un Devil Breaker, sia facendolo detonare all’istante, il che sarà utile per liberarsi da prese o situazioni particolarmente concitate, che eseguendo dei devastanti attacchi caricati. Non è possibile cambiare il braccio equipaggiato, se non rompendo quello attualmente in uso, e ciò talvolta è un po’ irritante, visto che magari avremo un Devil Breaker perfetto per una determinata situazione ma non potremo usufruirne senza di liberarci dei precedenti. Anche se è relativamente semplice imparare a combattere con Nero, padroneggiare al 100% le sue tecniche è tutta un’altra storia. Infatti, come in Devil May Cry 4, dopo un fendente, premendo il tasto dorsale del controller con il giusto tempismo, è possibile caricare l’indicatore exceed della Red Queen, la fedele spada di Nero, che in tal modo infliggerà più danni e permetterà di sferrare versioni più potenti e veloci delle mosse disponibili. Inutile dire che imparare ad attivare questo potenziamento dopo ogni singolo attacco, soprattutto per combo particolarmente rapide, porterà grande soddisfazione.

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Durante lo scontro il misterioso giovane potrà anche mettersi a recitare con nonchalance le pagine del libro che portà sempre con sé, al fine di caricare la barra del Devil Trigger.

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V è il secondo personaggio giocabile dell’opera. Com’è possibile dedurre dal fatto che il suo nome appare nello stesso titolo del gioco, questa figura, decisamente atipica per i canoni della serie, svolge un ruolo centrale nelle vicende narrate. Anche a livello di gameplay presenta qualcosa di mai visto e decisamente unico, e in questo caso non ci riferiamo solo alla saga di Devil May Cry. Di per sé V è piuttosto fragile e debole rispetto agli altri due protagonisti, ma è in grado di controllare tre famigli: Griffon, Shadow e Nightmare. Visto che a ognuna delle creature è assegnato un solo tasto, è possibile eseguire contemporaneamente diverse combo con ciascuna di esse per sopraffare i nemici ed evitare che si avvicinino all’evocatore. Tuttavia questi demoni non possono uccidere del tutto gli avversari; a dare il colpo di grazia dovrà essere proprio V, che può utilizzare il bastone per teletrasportasi istantaneamente davanti al bersaglio, in modo simile a Noctis di Final Fantasy XV, e finirlo trafiggendolo sempre con lo stesso strumento. Durante lo scontro il misterioso giovane potrà anche mettersi a recitare con nonchalance le pagine del libro che porta sempre con sé, al fine di caricare la barra del Devil Trigger. Quest’ultima sarà essenziale per richiamare Nightmare, il più potente dei tre servitori, o per potenziare temporaneamente uno degli altri due. In generale il gameplay di V è un po’ meno tecnico rispetto a quello di Nero e Dante, a volte basterà quasi premere pulsanti a caso per ottenere l’agognata valutazione SSS, ma offre comunque una piacevole e intrigante variante al combattimento prevalentemente melee classico della serie.

L’ottenimento di una nuova arma è come sempre un’occasione per Dante di dar spettacolo

Dante è senza ombra di dubbio il personaggio più amato della serie, e in questo quinto capitolo Capcom ha posto una grandissima cura nella sua realizzazione. Infatti il leggendario cacciatore di demoni ha a sua disposizione un numero di abilità e strumenti offensivi ben maggiore a quello dei due ragazzi. Alcuni elementi, come il moveset della spada rebellion o la possibilità di cambiare al volo tra quattro stili di combattimento differenti, sono stato ripresi fedelmente dai capitoli precedenti, ma sono anche state introdotte svariate novità. In totale Dante può portare con se quattro armi bianche e quattro da fuoco, e ciascuna di esse è caratterizzata da tecniche e meccaniche uniche. Ovviamente non è richiesto che il giocatore impari subito a usare alla perfezione tutte queste opzioni, e anche concentrandosi solo su determinate sfaccettature del combattente è possibile ottenere risultati ottimi (in termini di valutazione finale). Tuttavia conoscendo bene le combinazioni e alterando rapidamente il proprio stile è possibile adattarsi a ogni situazione con estrema versatilità.

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A differenza della maggior parte dei giochi, in queste modalità avanzate non vengono semplicemente aumentati i punti salute e la forza dei nemici, ma modificati sostanzialmente gli scontri.

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Bisogna dire che mentre per i fan di vecchia data l’alternanza dei tre personaggi può risultare molto gradevole, per i nuovi giocatori potrebbe invece essere soverchiante dover imparare decine e decine di combo diverse per poche missioni e dover passare a un gameplay drasticamente diverso. Probabilmente è anche per questo che Capcom ha deciso di inserire una modalità automatica, in cui non ci sarà bisogno di inserire gli input con il giusto tempismo per far eseguire al combattente le diverse mosse. In ogni caso ovviamente all’inizio della partita potremo usare relativamente poche opzioni, ma man mano che avanzeremo potremo sbloccarne di nuove spendendo globi rossi, quindi l’apprendimento è abbastanza graduale. La durata del titolo, che è composto da una ventina di missioni, rimane più o meno in linea con quella dei predecessori. Come sempre c’è un alto grado di rigiocabilità, e oltre alle due disponibili sin dall’inizio, potremo sbloccare altre 4 difficoltà: Figlio di Sparda, Dante deve Morire, Paradiso o Inferno e Inferno o Inferno. A differenza della maggior parte dei giochi, in queste modalità avanzate non vengono semplicemente aumentati i punti salute e la forza dei nemici, ma modificati sostanzialmente gli scontri. Per esempio potremo trovarci già dal primo stage ad affrontare demoni che normalmente farebbero la loro apparizione molto più in là, e i boss useranno attacchi più complessi da schivare. Anche giocatori più hardcore avranno quindi pane per i loro denti, sia per ottenere valutazioni elevate che per sormontare sfide di sopravvivenza al limite della follia (In Inferno o Inferno basterà essere colpiti una volta per morire).

Grazie al wire snap Nero può ridurre istantaneamente la distanza tra lui e un nemico

Un aspetto in cui Devil May Cry 5 è effettivamente un po’ carente è il level design: le aree sono piuttosto lineari e l’esplorazione nella maggior parte dei casi è limitata a sporadici bivi. Tuttavia ogni tanto c’è anche qualche spunto interessante, ad esempio evocando il demone Nightmare con V potremo rompere delle pareti per accedere ad aree nascoste. Sono anche state ridotte drasticamente le fasi puzzle e platform, da sempre le meno apprezzate dai fan. Effettivamente il titolo presenta un combat system così coinvolgente e intenso che probabilmente diluirlo con enigmi banali o aree eccessivamente aperte avrebbe potuto inficiare l’esperienza di gioco. In buona parte degli stage sono nascoste delle missioni segrete, questa volta per accedervi bisognerà individuare delle iscrizioni rosse e inquadrarle con la telecamera in modo tale da formare una specie di pentagramma esoterico. Queste sfide opzionali, che una volta completate premieranno il giocatore con un frammento di sfera blu (utile ad aumentare la salute massima), metteranno alla prova la vostra conoscenza dei nemici e dei moveset dei personaggi, spingendovi talvolta a scoprire nuovi utilizzi delle vostre tecniche. Finalmente è possibile selezionare e rigiocare una missione segreta dal menù principale, quindi se non troveremo subito una soluzione potremo tranquillamente riprovare in un secondo momento senza dover ripetere l’intero livello. Un’altra aggiunta molto gradita è il Void: questa feature è simile alla practice mode di Bayonetta e di numerosi picchiaduro, e offre un’ampia gamma di opzioni per esercitarci al meglio o per provare in anticipo una nuova mossa prima di acquistarla. È possibile, tra le varie impostazioni, selezionare quale nemico (tra tutti quelli presenti nel titolo) usare come “sacco da boxe”, o anche settarlo in modo che ci attacchi per affinare il nostro tempismo di schivata/blocco. Nel void inoltre potremo provare tutti i diversi Devil Breaker di Nero senza che questi si rompano, il che sarà praticamente fondamentale per studiarne a fondo le potenzialità.

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Ognuno dei protagonisti ha un suo tema, costruito per rispecchiarne la personalità, che contribuirà a fomentarci ulteriormente durante le battaglie.

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Graficamente il titolo, che fa uso dell’ormai ben rodato Resident Evil Engine, è eccezionale. La qualità dei modelli e delle animazioni dei personaggi è elevatissima, in particolare per quanto riguarda i volti e le espressioni facciali dei protagonisti. Anche le ambientazioni sono uno spettacolo per gli occhi, e visto che all’infuori dei combattimenti i vari indicatori vengono rimossi dallo schermo potremo immergerci a pieno nello scenario apocalittico di Red Grave City. C’è da dire tuttavia che, sopratutto nella seconda parte del gioco, alla lunga l’ambientazione diventa  decisamente monotona e ripetitiva, il che è un peccato considerando le enormi potenzialità di questo motore grafico. Anche a livello sonoro il titolo è impeccabile, con brani che spaziano tra pop, rock e heavy metal. Ognuno dei protagonisti ha un suo tema, costruito per rispecchiarne la personalità, che contribuirà a fomentarci ulteriormente durante le battaglie. Tra le varie composizioni spicca a nostro parere Devil Trigger di Casey Edwards, che prima ancora che il gioco venisse pubblicato ha totalizzato più di 20 milioni di views su Youtube. Sempre sotto questo aspetto abbiamo apprezzato la presenza di musica dinamica: più sarà alto il nostro rank di stile maggiore sarà l’intensità del brano di sottofondo. Un ulteriore stimolo a giocare dando fondo alle nostre abilità.

Con Devil May Cry 5 Hideaki Itsuno è riuscito a dare ai fan della serie tutto ciò che potessero desiderare. Grazie a un combat system realizzato ad arte, personaggi memorabili, scontri impegnativi e un’ottima rigiocabilità, che andrà ad aumentare ulteriormente il prossimo mese con l’introduzione (tramite update gratuito) della modalità Palazzo di Sangue, il gioco si conferma senza ombra di dubbio come il miglior capitolo della saga dei cacciatori dei demoni. Non solo, infatti non è esagerato dire che ci troviamo di fronte a uno dei più validi esponenti del genere hack ‘n’ slash di sempre, e per questo ci sentiamo di consigliarlo anche a chi non è familiare con il brand.

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