Il prossimo 11 giugno, in contemporanea con l’uscita del nuovo film, Lego Jurassic World invaderà le console di generazione corrente per offrire un nuovo tie-in che andrà a racchiudere in un unico titolo l’esperienza completa, e fedele, della saga di Jurassic Park. Nella suggestiva location del Foresta Wood Bar a Milano, abbiamo avuto modo di provare il gioco e di ascoltare le parole e le spiegazioni di Tim Wileman, Associate Producer di TT Games.
Lego Jurassic World, come già anticipato, non si preoccupa di realizzare un tie-in esclusivamente sulla pellicola che verrà distribuita nei cinema dall’11 giugno in avanti, ma vuole raggruppare tutte le avventure dei film precedenti, riproponendo il chiaro stile delle pellicole. Proprio per offrire un’esperienza fedele e vicina all’originale, TT Games esordisce con una scena che è propria del primo film del ’93, con protagonista un Triceratopo a terra, colpito da un avvelenamento causato da bacche di lillà: il nostro compito, supportati da Ellie, sarà quello di rimetterlo in sesto rintracciando degli oggetti disseminati per il circoscritto stage e consegnandoli al dinosauro dolorante. Ovviamente, come in qualsiasi prodotto del brand Lego, ogni personaggio ha le proprie capacità e attitudini, che risulteranno fondamentali per ogni determinata situazione: Ellie, per esempio, ha la capacità unica di gettarsi a capofitto in un ammasso di rifiuti per rintracciare l’oggetto necessario all’avanzamento della storia, così come potrà innaffiare dei germogli per far crescere dei rampicanti o delle palme, da utilizzare come supporto per salire al piano di sopra. L’aspetto più innovativo che abbiamo apprezzato, però, dopo questa raccolta di oggetti – molto simile a una qualsiasi altra soluzione dello stesso genere – è stata la possibilità di gestire, poi, il Triceratopo.
TT Games ha previsto venti diverse specie di dinosauri da poter utilizzare, compresi i Velociraptor e ovviamente i Triceratopo, che è stato l’unico che abbiamo potuto testare e provare nel nostro hands on. Utilizzato per superare alcune barriere, abbiamo avuto modo di disseminare il terrore tra gli oggetti presenti nell’ambiente circoscritto, caricando contro distruttibili e raccogliendo quanti più mattoncini lego possibili. Ovviamente l’utilizzo dei dinosauri non è fine a se stesso, quindi non è una mera attività di autocelebrazione da parte di Jurassic World: ognuno di essi avrà una funzione particolare, proprio come gli standard character del titolo, che sono chiamati a determinate azioni a seconda delle proprie capacità e competenze. Va da sé che per ogni pro c’è sempre un contro e il Triceratopo, nel nostro specifico caso, non poteva superare determinate zone né seguire i passi di Ellie: è stato necessario, per guadare un ruscello, fornire al nostro inusuale compagno di viaggio un passaggio più consistente e più robusto rispetto al nostro, per far sì che potesse seguirci alacremente. Difficilmente, quindi, sarà possibile che i dinosauri riescano a fare il vostro stesso percorso, anzi sovente vi ritroverete a doverli aiutare e supportare, per poi beneficiare di questo scotto da pagare nel momento della necessità.
Nella seconda missione che abbiamo potuto vedere il compito di Alan Grant era quello di distrarre il T-Rex: la scena è nota, ripresa sempre dal film, ed è la stessa che vede la dipartita dell’avvocato Donald Gennaro in un bagno chimico. In questo frangente è stato possibile apprezzare ancor di più le caratteristiche dei vari personaggi, con Ellie che, per esempio, si è ritrovata a utilizzare le proprie urla, caratteristiche del film, per rompere vetri e per far partire allarmi pronti a distrarre il dinosauro di turno. Al di là dei soliti schemi, in questo frangente è stato possibile apprezzare una modalità fuga, con la visuale in seconda persona a bordo di una jeep, chiamati non solo a scappare, ma anche a colpire il T-Rex nella bocca con dei razzi che potessero rallentarlo. Momenti più concitati, che esulano dalla sola ricerca di oggetti e dalla raccolta di altri, pronti a donare un po’ più di attività e linfa vitale all’intero prodotto.
Chiudiamo con un particolare riguardante le condizioni climatiche: Tim Wileman le presenta come dinamiche, capaci di cambiare all’improvviso, così come l’alternarsi del giorno e della notte. Nonostante questo ambizioso progetto preveda una soluzione dispendiosa, c’è da dire che la dinamicità non è stata sfruttata come ci si poteva aspettare e attendere: le condizioni climatiche di Lego Jurassic World procedono in simbiosi con quanto accade nei film, pertanto se una scena è ambientata sotto la pioggia, anche nel videogioco dovrete necessariamente giocarla sotto la pioggia. Una soluzione che stride con un’esperienza videoludica, ma che strizza l’occhio, ancora una volta, alla necessità di proporre un’esperienza fedelmente riprodotta dal film, per un tie-in che non riesce a staccarsi da quelle che sono le proposte della saga.
In ogni caso, tolta questa dissonante esperienza, Lego Jurassic World si è dimostrato essere un titolo capace di accontentare i fan, di accompagnare degnamente l’uscita del nuovo film e di confermare la bontà del brand Lego, forte sia di una giocabilità leggiadra, capace di intrattenere per un paio d’ore, ma allo stesso di perfezionare alcuni aspetti offrendo la possibilità di comandare venti diversi dinosauri e ripercorrere l’esperienza cinematografica. Un modo per ricordare quanto accaduto nei film precedenti in vista del quarto, ma anche un palliativo per colmare l’eventuale lacuna figlia del non aver mai visto un film di Jurassic Park.
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