Quella tra Netflix e Marvel è una delle collaborazioni più interessanti degli ultimi anni, a livello di intrattenimento televisivo, che ha portato alla creazione di Daredevil, Jessica Jones, Luke Cage e Iron Fist, inserendoli poi tutti quanti in The Defenders, nel quale tutti i cast si sono fusi assieme per dare vita a un gruppo di supereroi in lotta contro il crimine. A questi dobbiamo aggiungere Frank Castle, The Punisher, mostrato per la prima volta nella seconda stagione del Diavolo di Hell’s Kitchen, ma che poi ha potuto contare su un proprio show, in cui deve cercare risposte sull’uccisione della sua famiglia e, con l’aiuto di qualche alleato, compiere la propria vendetta. Con Jessica Jones e Frank Castle non ancora cancellati, tocca proprio a questi due eroi dai metodi un po’ brutali tenere alto il nome di Marvel fra le produzioni Netflix. Volete sapere il nostro giudizio sulla seconda stagione di The Punisher? Ecco la recensione dei nuovi 13 episodi, pubblicati il 18 gennaio.
Al netto delle uccisioni della passata stagione, molti dei personaggi già visti in passato tornano anche in questa serie. Oltre a Frank Castle (Jon Bernthal), Billy Russo (Ben Barnes) e Dinah Madani (Amber Rose Revah) possiamo incontrare anche alcuni dei character secondari, come Curtis Hoyle (Jason R. Moore) e Karen Paige (Deborah Ann Woll). La stagione però può contare su alcune new entry, che non saranno solo delle comparse ma si riveleranno importanti ai fini della trama. Tra questi c’è John Pilgrim (Josh Stewart), un uomo profondamente religioso, nonché uno degli antagonisti della serie che metterà i bastoni fra le ruote a Frank, a causa di Amy Bendix (Giorgia Whigham), una ragazzina che è in possesso di qualcosa che la renderà un suo bersaglio. A essi va aggiunta anche la dottoressa Krista Dumont (Floriana Lima), che avrà in cura Billy Russo e che stringerà un forte legame con lui.
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Frank si ritroverà dunque in mezzo a due fuochi: se da una parte deve proteggere la ragazzina e rintracciare chi la vuole morta, dall’altra deve collaborare con Madani.
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La stagione si apre con “Pete Castiglione” che, dopo aver avuto a che fare con Billy Russo e vendicato la propria famiglia, vive nell’anonimato, almeno finché non fa la sua comparsa Amy, che attira in un pub alcuni sottoposti di Pilgrim, personaggio ispirato a Mennonite: ciò è sufficiente per scatenare The Punisher, risvegliando gli istinti violenti di Frank. Parallelamente, Billy Russo, ricoverato in ospedale e alle prese con tutti i problemi derivati dal finale della scorsa stagione, riesce a fuggire dalla struttura: complice la perdita di memoria dovuta ai danni cerebrali, ha occasione di rifarsi una nuova vita, seppur ossessionato da un incubo ricorrente con protagonista un teschio. Frank si ritroverà dunque in mezzo a due fuochi: se da una parte deve proteggere la ragazzina e rintracciare chi la vuole morta, dall’altra deve collaborare con Madani per trovare il suo ex compagno nei Marine.
Il marchio di fabbrica di The Punisher non è per nulla cambiato: cazzotti, sparatorie e sangue. Non avendo superpoteri, gli unici modi che Frank ha di sopraffare i propri nemici sono la forza fisica, prendendoli a pugni, e la tattica, sfruttando l’ambiente intorno a sé e la mira quasi infallibile. Mentre nella stagione precedente (e nelle comparse in Daredevil) era lui il predatore che andava a stanare i responsabili della morte della sua famiglia, questa volta è la preda, almeno finché non decide di passare al contrattacco. Nonostante Amy sia una fonte di guai, il rapporto con Frank, che parte malissimo, nel corso della serie muta in continuazione, e la ragazza si troverà anche a essere una pedina fondamentale nelle strategie per stanare i nemici. Anche se The Punisher dovrà affrontare i poteri forti che manovrano dall’ombra, non essendo più ricercato avrà più libertà per agire, limitato solamente da qualche poliziotto intransigente: questo influirà anche sugli scontri, dal momento che si ritroverà a dover affrontare quasi sempre dei nemici che non hanno svolto un vero e proprio addestramento militare.
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Le due trame proposte non si amalgamano fra loro, risultando parallele.
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La trama è divisa in due filoni un po’ troppo distaccati fra loro: se inizialmente parlavamo della storia di Amy e della sua fuga, tutto questo verrà accantonato quando da metà stagione in poi il focus si sposta sull’ex compagno di Frank. Non che sia una scelta sbagliata a prescindere, ma le due trame proposte non si amalgamano fra loro, risultando parallele: evitiamo di entrare troppo nel dettaglio per non rovinarvi la visione, ma sostanzialmente quando c’è di mezzo Billy, il punto di riferimento sarà l’agente Madani, altrimenti, se in quel momento parliamo di Pilgrim allora le interazioni saranno con Amy. Un altro dei punti negativi riguarda il volto dell’ex compagno di Castle, che ci aspettavamo irriconoscibile dopo i fatti della scorsa stagione, riportando invece solo qualche cicatrice: visto che nei fumetti il suo alter ego è Mosaico, sarebbe stato più logico trovarsi una faccia totalmente devastata. La produzione, però, ha pensato di inserire questa parola in due occasioni: il mosaico viene utilizzato dalla dottoressa Dumont come una metafora dell’identità di Billy in pezzi, che verrà anche chiamato “faccia a mosaico” nel corso della stagione.
La seconda stagione di The Punisher conferma quanto di buono era stato proposto nella prima serie, e non è un qualcosa di scontato, dal momento che l’obiettivo che si era posto Frank, ovvero vendicare la famiglia, era stato portato a termine: seppur con i problemi legati alle due storie diverse condensate in un’unica stagione, quanto raccontato è interessante e con scontri violenti, anche se un po’ meno brutali rispetto al passato. Eravamo abituati a vedere un singolo uomo contro eserciti interi, ma questa volta dobbiamo accontentarci di scazzottate con pesci più piccoli, anche se pieni di sangue. Se le vicende della prima stagione erano qualcosa di dovuto da parte di Frank, stavolta è lui stesso che trova un’occasione per mettere le cose a posto, salvando Amy al pub. A livello di trama questo si riflette con un’opera più corale, con The Punisher che si dimostra anche capace di provare sentimenti verso i proprio compagni. La serie ha alti e bassi, ma se vi sono piaciuti gli scontri della scorsa stagione, vale la pena di vedere anche questi nuovi 13 episodi.
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