1994 – Le radici del progetto Alien Vs Predator affondano in quella mitologia “alternativa” generata dai fanatici del crossover che, ossessionati dallo scoprire quale Super Eroe, Mostro Spaziale ed Action Idol sia effettivamente il più forte di tutti, si divertono ad organizzare continui ed improbabili testa a testa tra i membri più rappresentativi delle categorie. Se nel corso degli anni abbiamo potuto assitere a deliranti match quali Freddy Vs Jason o Robocop Vs Terminator, il fatto che qualcuno, prima o poi, se ne sarebbe uscito con un confronto diretto tra due dei più spietati Monster-Heel del cinema fantascientifico rientra nell’ordine delle cose. Sebbene la tenzone tra il famelico alieno di H.R..Giger ed il cacciatore interstellare concepito da James Cameroon abbia trovato solo di recente una consacrazione cinematografica, gli echi della sfida affollano in realtà già da diversi anni sia l’universo fumettistico che il panorama videoludico.
Secondo esperimento mai tentato nel cercar di offrire giusta enfasi a questa lotta tra titani, il titolo, finanziato da Atari con il preciso obiettivo di far da apri piste al debutto dello sfortunato Jaguar, non si proponeva soltanto come operazione commerciale finalizzata al bieco sfruttamento delle licenze in ballo, bensì come una produzione rivoluzionaria, volta a sviscerare a dovere l’allora promettente hardware della nuova console e stravolgere, di rimando, i connotati di quel settore di quegli FPS che, fino alla sua uscita, erano stati esclusivo terreno di caccia per Doom ed i suoi innumerevoli cloni.
Partendo dalla vincente idea di dividere il gioco in tre campagne differenti, in cui ogni giocatore non avrebbe soltanto potuto scegliere di interpretare l’Alien, il Predator o un “imbucato” Marine Coloniale,AVP presentava una struttura di gioco ben più profonda del semplice “massacro ad infinitum”. Rispecchiando in modo brillante le particolari caratteristiche di ogni specie coinvolta, il suo incedere sarebbe stato infatti anche caratterizzato da interessanti spaccati di ricerca ed avvincenti missioni secondarie, le quali oltre ad arricchire sensibilmente la longevità del prodotto ed il livello di esperienza ludica, riuscivano anche a variare un gameplay finalmente più libero di esplorare le potenzialità del genere trattato. Benché al giorno d’oggi qualcuno potrebbe magari ostentare scetticismo a riguardo, va inoltre aggiunto che, in termini meramente tecnici, il piccolo Giaguaro, sotto l’attenta guida degli sviluppatori della Rebellion, si sarebbe sempre dimostrato in grado di conferire ampio respiro alle pretese concettuali del progetto.
Arricchito da un sonoro più che coinvolgente, il comparto grafico avrebbe difatti sfoggiato una disinvolta cura per i dettagli che, sposandosi ad una notevole rappresentanza di effetti speciali e ad innesti digitali più che validi, finiva col dare vita ad un design quantomai compatto… Come sappiamo, invece che essere il primo di una lunga serie di Killer Application, questo Alien Vs Predator passò alla storia come l’unica nota positiva del curriculum di una macchina che, probabilmente, vendette la quasi totalità dei suoi pezzi proprio grazie ed esso.
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