Da un anno a questa parte il mondo della VR è stato spettatore di uno degli scontri più cruenti degli ultimi anni nel panorama videoludico. I protagonisti di questa vicenda senza fine sono ZeniMax e Facebook, entrambi dei grandi attivisti sul mercato moderno e con alle spalle percorsi che si sono talvolta incrociati. ZeniMax, compagnia proprietaria del publisher di videogiochi Bethesda, è stata la prima a puntare il dito contro Facebook e a portarlo in tribunale, ma per quale motivo? Secondo il capo d’accusa principale, John Carmack avrebbe sottratto delle informazioni riservate allo sviluppo della realtà virtuale dal team di Bethesda, passandole al colosso della VR. Queste risorse sarebbero trapelate in seguito alla collaborazione con Palmer Luckey, co-fondatore di Oculus, durante il progetto per il prototipo di Doom 3, mostrato all’E3 2012. Un preambolo contorto, tanto quanto il suo seguito, che vede le due compagnie in lotta senza un chiaro vincitore, ma fino a che punto è arrivata la sentenza?
Alla luce di questi fatti, durante uno scontro che vide testimoniare Luckey, Carmack e Mark Zuckerberg, l’attuale possessore di Oculus, Facebook è stato condannato a versare a Bethesda 500 milioni di dollari. Tuttavia il colosso non ha accettato la sconfitta, ripresentandosi 16 mesi dopo l’accaduto per controbattere ciò di cui era stato accusato. A decretare la sentenza finale questa volta è stato il giudice Ed Kinkeade, il quale ha ghigliottinato la somma precedente, rettificando quando accaduto e portando così la multa a 250 milioni; una grossa riduzione di pena, che vede ZeniMax perdere del terreno in tribunale, rischiando di sovvertire gli esiti della pena. Siamo di fronte a uno dei più grandi conflitti relativi al mondo della realtà virtuale, che apre degli interrogativi importanti sul futuro dei due colossi. A causa delle recenti ripercussioni si prevede un’altra tempesta: il vice presidente di Facebook Paul Grewal ha confermato a Bloomberg che la società non ha intenzione di pagare neanche il restante della pena e si accinge a ritrattare il proprio caso. Egli però ha anche aggiunto che Oculus non farà passi indietro a causa della sua guerra personale con ZeniMax e non smetterà mai di investire sul futuro della realtà virtuale. Cosa ne pensate di questo conflitto? Potrebbe avere ripercussioni più gravi sulle aziende o risulterà semplicemente in un danno marginale? Fatecelo sapere nei commenti!
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