Per quanto possa sembrare difficile crederlo, vista la semplicità che gli fa da fondamenta, Lantern può essere considerato senza alcun dubbio un esperimento decisamente coraggioso. E’ essenziale fare una premessa dall’importanza non indifferente: Lantern non è un prodotto per tutti. In un mare di videogiochi che fanno della storia, il gameplay o la grafica il loro punto di forza, i ragazzi della Storm in a Teacup hanno deciso di puntare a qualcosa di completamente diverso: un’esperienza mirata al rilassamento e al puro piacere di esplorare, senza alcuna possibile fonte di stress. Non abbiamo missioni o storyline definite da seguire, nemici, timer, ostacoli o enigmi, ma soltanto un un’unico semplice obiettivo, ovvero riportare i colori in una terra ormai grigia. E’ necessario fare un passo indietro per spiegare il motivo di questo infelice destino che ha segnato un mondo una volta gioioso e sereno. Tanto tempo fa, in una terra lontana ed esotica, viveva una principessa di straordinaria bellezza, amata da tutti gli abitanti del suo regno. Un giorno, però, la tristezza fece breccia nel suo cuore: calde lacrime le solcarono il viso, e quando toccarono il terreno, il suo profondo dolore si riflesse tra le colline, i laghi e le montagne del suo regno, privandole di tutti i loro colori. Gli stessi sudditi empatizzarono con la povera principessa, ma, uno di loro, liberò al vento una piccola lanterna di carta come segno di speranza. Quella lanterna siamo proprio noi, ed è compito nostro ridare speranza e gioia in queste terre straziate dal dolore, così da riportare la felicità nel cuore dei suoi abitanti e in quello della triste principessa. Io sono un inguaribile sentimentale, e di fronte ad una favola così poetica e suggestiva, non ho potuto fare a meno di percepire un sussulto nella mia anima, e nel giro di poco tempo mi innamorai di questo gioco, ma non preoccupatevi: tutto ciò che leggerete sarà frutto di una critica quanto più imparziale possibile, ve lo prometto.

Come ho già detto, lo scopo del gioco è quello di restituire i colori ad un mondo che li ha perduti, e per fare ciò, è sufficiente volare liberamente ovunque il nostro cuore deciderà di andare. Il setting risulta estremamente suggestivo, prendendo ispirazione dai paesaggi bucolici della Cina antica, fatta di palafitte, tettoie a spioventi, montagne, cascate, fiumi, laghi, spiagge e praterie. Noi vestiremo i panni della lanterna, la quale emana un’aura ben riconoscibile e distinta che colorerà qualsiasi cosa entrerà in contatto con essa. Per aiutarci nell’impresa, il gioco ci offre due poteri speciali. Il primo, genera un’espansione notevole ma di breve durata della nostra aura, permettendo di colorare una vasta area intorno a noi, utile soprattutto per quei segmenti di scenario un pò più astrusi e articolati. Il secondo, invece, ci permette di incrementare temporaneamente la nostra velocità, comodo quando bisogna percorrere spazi ampi e liberi da ostacoli.

Il setting risulta estremamente suggestivo, prendendo ispirazione dai paesaggi bucolici della Cina antica

Tali poteri però non possono essere utilizzati quando ci pare, ma solo dopo aver colorato una certa quantità di spazi. Mi spiego meglio: immaginate di avere una barra invisibile, che non viene mostrata da nessuna parte, e tale indicatore si riempirà mano a mano che coloreremo il nostro mondo. Una volta piena, la nostra lanterna emetterà un effetto, accompagnato da un suono, i quali ci indicheranno che potremo utilizzare uno dei nostri poteri. Il sistema di controlli è estremamente intuitivo e semplice: tenendo premuto un pulsante, ci muoveremo nella direzione in cui stiamo puntando con la telecamera. Ovviamente, potendo volare, saremo liberi di spostarci in qualsiasi direzione che desideriamo, sfiorando il terreno, oppure solcando i cieli e ammirare il panorama che ci circonda.

A mio avviso, questo sistema una pecca ce l’ha. Esplorando il mondo, capiterà di andare a sbattere contro rocce, alberi e altri ostacoli che freneranno bruscamente il nostro volo, senza provocarci alcun danno di sorta ovviamente, ma a volte, la mancanza di un tasto per muoversi all’indietro senza dover ruotare la telecamera, mi avrebbe fatto comodo per districarmi negli spazi più angusti, ma certamente la cosa non rende l’esperienza ingiocabile, anzi! Sono rimasto colpito dal lavoro fatto dal team: durante il mio viaggio, non ho incontrato nessun punto in cui mi sono ritrovato irrimediabilmente incastrato e che potesse costringermi a riavviare il gioco, su questo è possibile vedere una cura davvero maniacale. Il gioco è costituito da spazi con limiti definiti, non è una mappa procedurale generata randomicamente, e oltre un certo punto troveremo delle pareti invisibili che ci diranno Ehi, qui non si può passare!

Non ho incontrato nessun punto in cui mi sono ritrovato irrimediabilmente incastrato e che potesse costringermi a riavviare il gioco, dimostrando una cura davvero maniacale nella lavorazione delle mappe

Apriamo una piccola parentesi sulle mappe: la nostra lanterna viaggerà attraverso quattro aree, divise in stile e mood in base alle stagioni: primavera, estate, autunno e inverno. Inizieremo con la primavera e, ciascuna di esse, è realizzata interamente a mano, raggiungendo dimensioni decisamente interessanti. Se siete come me, ovvero dei maniaci perfezionisti tormentati dal pensiero che un fazzoletto di terra è rimasto incolore, esplorare tutto potrebbe richiedere anche un un paio d’ore per ogni mappa, ma ciascuno ha il suo stile di gioco, e chi preferisce, può puntare direttamente agli obiettivi, senza perdere tempo a guardare sotto ogni sassolino. Ogni area è divisa in zone, e ogni zona possiede una grande torre che si illuminerà in modo proporzionale a quanto abbiamo colorato quella specifica zona.

Fate attenzione alle rocce incise! Esplorando bene, potreste trovare dei macigni riportanti un simbolo. Non ho intenzione di dire altro per non rovinare la sorpresa, ma se siete delle anime sensibili, vi consiglio caldamente di cercarle tutte. A volte, mentre mi muovevo leggiadro tra i tetti delle case, è capitato che alcune aree ingrigite non si colorassero malgrado le mie insistenti ripassare. Non temete però! E’ vero, questo rappresenta sicuramente un bug abbastanza fastidioso (e soprattutto antiestetico, accidenti alle mie manie di perfezionismo!) ma il gioco rivelerà quell’area comunque come se fosse colorata, quindi non ci impedirà di proseguire e sbloccare le zone successive. Diciamo che è solo un difetto grafico che non compromette gravemente la fruibilità del prodotto, e sicuramente sarà qualcosa che verrà presto sistemato.

Fate attenzione alle rocce incise! Se siete delle anime sensibili, vi consiglio caldamente di cercarle tutte!

Degna di essere notata è la scelta musicale. Ammetto che per quanto avrei apprezzato maggiormente delle sonorità più a tema, il chillstep mescolato all’antica tradizione musicale cinese fa decisamente il suo lavoro e ci accompagnerà durante il nostro tranquillo, placido e rilassante viaggio. Ovviamente anche le musiche seguiranno lo stile di ogni stagione in modo coerente, così da porci all’interno del giusto mood. E lo stile grafico… oh, lo stile grafico! Ho sempre avuto un debole per il low poly, e questa scelta non solo si è rivelata furba ai fini dell’ottimizzazione, ma è anche estremamente gradevole e funzionale con l’obiettivo che si sono posti. E’ giunto il momento di parlare di uno degli aspetti più delicati, ovvero il motion sickness.

Anzitutto, è importante sottolineare il fatto che Lantern può essere goduto appieno, senza differenza di contenuti, con o senza visore, soluzione a mio avviso estremamente intelligente per vendere il prodotto sul vecchio e sempre fiorente mercato, e ammiccare l’occhio ai purtroppo ancora pochi possessori di visori, quindi se volare in VR non fa per noi, potremo sempre giocare come siamo sempre stati abituati. Per quel che riguarda la mia esperienza in realtà virtuale, giocare a Lantern non ha provocato alcun fastidio di sorta, anzi: la velocità è regolata in modo da non avere mille elementi che ti sfrecciano intorno senza controllo, la telecamera è sempre orientata in modo da non avere mai e in nessun caso la visuale sottosopra, i colori sono piacevoli da guardare e in generale, volare non ha reso necessario la compagnia del nostro amico secchio vicino la poltrona.

Per quel che riguarda la mia esperienza in realtà virtuale, giocare a Lantern non ha provocato alcun fastidio di sorta; al contrario, l’esperienza è stata piacevole e rilassante come poche altre

In conclusione, Lantern è un gioco molto particolare, che ha deciso di uscire fuori dagli schemi e rendersi non solo fruibile sia su schermo che in VR, ma anche di puntare ad un’esperienza che non ci pone di fronte ad una sfida, ma anzi, ci chiede di sederci, indossare le cuffie, e rilassarci. Tutto questo, lo rende, come ho già detto, un prodotto non adatto a tutti: se state cercando la sfida, una storia accattivante, un gameplay profondo, una grande rigiocabilità, e se non siete animi particolarmente sensibili come me, allora Lantern non è il gioco che fa per voi. Ma non preoccupatevi: ciò non renderà più triste la dolce principessa!