La prima edizione di GameRome è finalmente cominciata e le sale dell’UCI Cinema di Parco Leonardo, la nuova zona polifunzionale e commerciale alle porte di Roma, si sono sin da subito affollate di tanti curiosi, accorsi per dedicarsi alle tante attività presenti ma soprattutto per sentir parlare e poter scambiare qualche parola con gli ospiti internazionali presenti. Uno di essi è Robert Krakoff, co-fondatore e presidente di Razer, e attivo nell’industria ormai da diverse decadi. Mente brillantissima e persona soprendentemente molto umile e alla mano, Krakoff ha potuto concedere a me e al buon Andrea Linker Giuliani, dei nostri colleghi di VMAG, circa otto o dieci minuti (il tempo era quel che era, purtroppo, ed abbiamo dovuto affrettarci) per poter parlare della sua visione sul futuro di Razer nella game industry. Ovviamente, c’è stato spazio anche per un paio di domande a tema VR, che non potevamo mancare di porgli dato il recente interesse della compagnia per il nostro amato medium.
Ciao Robert, dato che purtroppo il tempo è tiranno, vorremmo porti un paio di domande per quanto riguarda il rapporto di Razer con la VR. Qual’è la tua personale visione della realtà virtuale?
La realtà virtuale diventerà sicuramente molto importante. Non so se sarà davvero competitiva sul mercato mainstream un giorno, ma comunque lo diventerà . Secondo me, è molto probabile che la VR cominci davvero ad attrarre la gente nel momento in cui verranno sviluppati videogiochi tripla A davvero specifici, che non potevano essere fatti in altro modo. Per il momento, stiamo vedendo alcuni progetti indie molto interessanti, ma nulla di davvero grande. Noi, comunque, monitoriamo sempre con interesse tutto quanto. Al momento siamo impegnati nel progetto OSVR, che ci apre nuove strade e nuove possibilità di sviluppo per Razer. Fino a qualche anno fa non avevamo mai lontanamente pensato che un giorno saremmo giunti a questo punto. Eppure, eccoci qui!
Avete supportato molti giocatori, team e leghe in ambito eSport: continuerete a farlo anche con la realtà virtuale?
Domanda interessante. In realtà , da questo punto di vista, la nostra visione non cambia più di tanto, anche se ci sono alcuni accorgimenti di cui tenere conto. Dipende molto dal gioco. Deve suscitare un certo interesse, fin da subito, far capire che sarà competitivo nel mercato e competitivo, in un altro senso, per i giocatori, e allora sarà importante per noi. Gli sponsor come noi, molto spesso preferiscono non essere coinvolti in progetti troppo piccoli e sprecare tempo ed energie che avrebbero potuto investire in altro. Se anche in VR verranno realizzati alcuni videogiochi tripla A in cui la competizione è molto importante, sicuramente per noi sarà un’ottima opportunità supportarli nel corso dei grandi eventi. Ma questo a ben vedere vale per tutti i videogiochi, no? (ride)
Pensi che, all’interno dell’ambito competitivo, giocare in realtà virtuale possa diventare uno standard, al pari del farlo con mouse e tastiera?
Il problema, da questo punto di vista, è che con l’hardware che c’è sul mercato è difficile realizzare un videogioco competitivo, nel quale servono mira, abilità e riflessi, perché la motion sickness è sempre in agguato. Tra l’altro, i pro gamers tendono a giocare anche 10 o 12 ore di fila, e non è affatto semplice farlo in VR, al momento, ma sono sicuro che tra qualche anno gli sviluppatori avranno a disposizione dei prodotti in grado di arginare parecchio o eliminare completamente questi problemi. Concettualmente parlando, l’idea di essere competitivi in VR è molto interessante, e chissà che tra qualche anno non si possa davvero fare.
Razer, dimostrando un certo coraggio e capacità di saper rischiare, si sta espandendo anche nel campo della realtà virtuale, essendo, tra l’altro, una delle menti creative dietro il progetto OSVR. Al contrario di quanto potranno pensare, magari, alcuni che la conoscono da tanto tempo e recentemente hanno smesso di seguirne le vicende, il cammino dell’azienda americana è ultimamente sempre più legato alla realtà virtuale. Ci preme sottolineare un aspetto a nostro modo di vedere molto positivo, che chiunque voglia aprire una qualsiasi attività imprenditoriale dovrebbe prendere a modello per la gestione della propria azienda nel presente e nel futuro: Krakoff si è dimostrato particolarmente intelligente e lungimirante nel parlarci della vision di Razer, che, allargandosi anche alla realtà virtuale, non ha fatto altro che adattarsi al mercato, notoriamente trasformista e in grado di mutare repentinamente le sue dinamiche nel giro di pochi anni.