Con l’avvento dei Touch, anche Oculus Rift potrà avere un sistema di tracciamento room-scale

La possibilità di poter preordinare l’Oculus Touch è un momento estremamente importante non solo per il Rift, che può finalmente permettere ai suoi utenti di immergersi in un’esperienza VR decisamente al di sopra di quella attuale, ma anche perchè la rivalità tra Oculus e Vive si accenderà sempre di più. La mancanza del room-scale però continua a rappresentare una mancanza non da poco, ma con l’arrivo del Touch, già si può immaginare come ovviare al problema e portare questo sistema di tracciamento anche su Oculus. Secono il CEO Brendan Iribe, tutto ciò è assolutamente possibile. Cosa è necessario avere per riuscirci? Indubbiamente, dei Touch. Questi dispositivi hanno davvero il potenziale di rivaleggiare i controller del Vive, fornendo un sistema in grado di riconoscere i gesti delle dita, cosa che da soli li rende superiori a quest’ultimi. Due di questi controller costano $199, e insieme è incluso un sensore di tracciamento della posizione extra. Non dimentichiamo questo dettaglio, perchè sarà uno degli elementi determinanti per la riuscita del loro diabolico piano. Teoricamente, due sensori sarebbero sufficienti, così come dimostrano le base station dell’HTC Vive, le quali sono in grado di offrire un tracciamento preciso e affidabile. Per Oculus Rift però, sembra necessario averne tre. I sensori infatti non sono sofisticati come quelli del Vive, e vengono bloccati dall’elemento fisico più insospettabile: il nostro corpo. Un terzo però, permette di ovviare al problema, e presto Oculus metterà a disposizione la possibilità di comprare un terzo sensore a $79, il quale include un multiporta USB. Anche questo è da tenere a mente, perchè si rivelerà molto utile per quando si analizzeranno i problemi finali. Per chiunque volesse un tracking system ancora più efficiente, è possibile collegare un numero indefinito di sensori, ammesso che si abbiano le risorse per farlo ovviamente.

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La formazione a triangolo per i tre sensori è, idealmente, il sistema che permetterà anche ad Oculus Rift di soggiare un tracking system room-scale.

Come abbiamo detto però, tre sono il numero minimo richiesto per raggiungere il nostro obiettivo, ma attenzione, è importante disporli in un modo ben preciso per garantire la massima efficienza. In teoria, bisognerebbe posizionarli in uno schema a triangolo, in cui uno dei vertici si trova alle nostre spalle. Indubbiamente, per tutti coloro che avessero difficoltà con soli due sensori, tre rappresenteranno un problema non indifferente, anche perchè non è stato specificao nulla riguardo a equipaggiamenti in bundle coi sensori. Quindi, per ottenere il room-scale su Oculus Rift, è necessario:

  • Visore Oculus Rift + un sensore di tracciamento ($600)
  • Oculus Touch + un sensore di tracciamento ($200)
  • Un terzo sensore ($79)
  • Un computer VR Ready (tra i $500 e i $1000)

Attenzione però, perchè tutta questa attrezzatura avrà bisogno anche dei supporti per gestire tutta la cavetteria! Ed è qui che il multiporta USB arriverà in nostro aiuto. Per collegare tutto, infatti, è necessario avere quattro entrate USB 3.0 (Una per il visore e tre per i sensori) e tre entrate USB 2.0. Non sappiamo di preciso se questa estensione sarà in grado di soddisfare da sola queste necessità, ma ogni aiuto è sicuramente gradito. Magari Oculus vince la controller’s war, ma per quanto riguarda il room-scale, HTC Vive è ancora in netto vantaggio, anche perchè le base station non hanno bisogno di essere collegate direttamente al PC e sono due invece che tre, rendendo la situazione decisamente più gestibile. Insomma, signore e signori, fin’ora abbiamo solo creduto di fare la guerra: quando il Touch raggiungerà il grande pubblico, allora sì che si scatenerà il vero conflitto!

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