Come tutti ben sappiamo, il 2016 รจ l’anno che ha visto la chiusura del progetto Disney Infinity, platform basato sull’interazione delle miniature dei vari personaggi (Disney, Marvel e Star Wars), diretta conseguenza della chiusura di Avalanche Studios, studio dedito a sviluppare giochi per la casa creatrice di innumerevoli cartoni animati ormai famosi. Come รจ ben noto, spesso soggetti appartenenti a compagnie chiuseย vengono scovati da altre aziende, permettendo un ricircolo di idee e di personale: รจ quello che รจ successo con CastAR, azienda sita a Palo Alto, California, che ha colto l’occasione al volo per poter assumere validi elementi nel loro team.
CastAR raddoppierร in questo modo il suo personale, componendo un team davvero competitivo, grazie anche all’assunzione di Darrell Rodriguez (ex chief di LucasArts) come CEO e Steve Parkis (ex Disney Executive) come presidente e chief operating. Ovviamenteย non tutto il team รจ stato assunto (Avalanche contava 240 persone, CastAR ora arriva a 70), ma la fusione di personalitร provenienti da vari settori e aziende permette di solito di poter incrementare la velocitร di produzione, grazie all’incontro-scontro di idee. CastAR, nata come Technical Illusions, รจ frutto degli ex dipendenti Valve Ellsworth e Johnson (che hanno ricevuto inoltre la benedizioneย di Gabe Newell nel lavorare a questo progetto AR), con l’obiettivo di creare un HMD a realtร aumentata ben integrato con il mondo reale. Parkis, durante un annuncio, ha affermato:
Il nostro team CastAR รจ formato da persone talentuose e creative che hanno giร sfornato prodotti di alto livello. Siamo entusiasti che si siano uniti a noi, creando una nuova generazione di gaming unito a esperienze di mixed reality. Con la loro esperienza nel creare franchise famosi con un design interattivo, la loro aggiunta ci permetterร di creare una piattaforma dinamica che porterร una ispirata realtร aumentata nelle case degli utenti.
Il discorso รจ abbastanza lineare: gli ex-sviluppatori Avalanche Studios erano esperti nel saper unire un prodotto fisico (le statuine Disney) ad uno virtuale (il gioco stesso), e la loro esperienza, unita ad un qualcosaย che non sfrutterร oggetti reali, ma li creerร nella realtร sotto forma di ologrammi, potrebbe davvero portare un nuovo punto di luce in questa AR, grande tecnologia purtroppo messa in ombra sia dalla VR, cheย dal problema di dover vedere questa realtร aumentata attraverso il display di qualche device, problema che, con un paio di occhiali e un’ottima user experience, potrebbe venir tranquillamente risolto.