Robinson: The Journey: l’hands-on di VR Gamer dalla Gamescom di Colonia

La ricerca dell’avventura, che sia una semplice escursione verso delle piacevoli colline oppure un’esplorazione rischiosa, risiede nel cuore di ogni persona: se non si può fare fisicamente, libri, film e videogiochi sono pronti a farci evadere dalla nostra realtà. Un racconto simbolo di questo pensiero è sempre stato Robinson Crusoe, storia di un ventenne naufragato su un’isola inesplorata che, con le sue sole forze, deve sopravvivere a mille avversità. Tralasciando ogni possibile significato nascosto all’interno del libro, e tolta l’analogia nella trama principale e nel nome, ho avuto la possibilità di provare Robinson: The Journey, titolo esclusivo per PlayStation VR di Crytek che vede come protagonista un giovane astronauta naufragato su un inesplorato pianeta, accompagnato soltato da un’intelligenza artificiale che ricorda molto Wheatley di Portal 2.

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Fidatevi: il T Rex, visto nella realtà (virtuale), è davvero spaventoso!

Appena ho indossato il visore Sony mi sono trovato catapultato all’interno di un mondo enorme e conquistato completamente da una natura priva di traccia umana, orde di alberi e molti dinosauri che mi passavano accanto, facendomi sentire una briciola lanciata in un continente inesplorato. Il gioco prevedeva l’utilizzo di un controller Dualshock 4, permettendo quindi di muoversi liberamente all’interno del titolo, ma grazie all’alto numero di FPS la motion sickness è stata praticamente assente (cosa invece non riscontrata in altri titoli che non prevedono movimenti). Avanzando nel gioco, per poter proseguire nell’avventura, guidato dal fidato aiutante tecnologico, mi sono trovato costretto a scalare pareti ricche di funghi (utili per appigliarsi, un po’ come succede in The Climb), a dover risolvere piccoli enigmi lanciando degli oggetti tramite il dispositivo telecinetico controllabile con il pad, e ad assistere impotente alla maestosità di pterodattili e brachiosauri.

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Un visore, una cuffia, e un mondo inesplorato da vedere.

La demo, apparte queste piccole sezioni interattive, mostrava in realtà l’idea di Crytek della realtà virtuale: una possibilità di esprimere artisticamente dei contenuti variopinti, studiati per una tecnologia innovativa e con un impatto totalmente differente da un classico videogame. In Robinson: The Journey non ci troveremo enigmi insormontabili, sfide insuperabili e nemici da combattere, ma avremo davanti a noi un’avventura, di quelle cercate fin da bambini, e vi basterà guardare un dinosauro negli occhi, scalare un albero millenario e vedere un panorama mozzafiato per capire che titoli di questo genere, meglio definibili come esperienze, possono davvero portare il videogiocatore a viaggiare in mondi inesplorati, dove la fantasia è già stata, ma che ora sono visitabili anche con la vista.

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