La produzione e il consumo di energia è alla base delle società tecnologicamente avanzate, e rappresenta un aspetto così radicato da essere diventato assolutamente irrinunciabile: senza energia il mondo si ferma. Sicuramente non basta solo questo, è importante infatti anche considerare l’impatto che produzione e consumo di energia ha sull’ambiente, cosa che si sta rivelando sempre più preoccupante. Non deve sorprenderci, quindi, che la corsa allo sviluppo di sistemi efficienti, economici, puliti e, almeno potenzialmente, prossimi all’inesauribile sia un argomento tanto delicato quanto complesso. Ma che c’entra tutto questo con la realtà virtuale? E’ una domanda più che lecita, ma ci arriveremo presto. Una delle più grandi compagnie automobilistiche al mondo, la Toyota, ha rilasciato un simpatico video a 360 gradi. Grazie alla collaborazione con Discovery Channel, una versione digitale di Michio Kaku, celebre fisico teorico, ci guiderà alla scoperta del sistema di alimentazione a idrogeno progettato dalla Toyota per il modello di auto Mirai. Grazie ad un sistema che sembra essere uscito direttamente da un episodio di Rick & Morty, entreremo dentro una macchina in grado di rimpicciolirci e viaggiare all’interno del motore per comprendere come idrogeno, l’elemento più diffuso in tutto l’universo, e ossigeno, combinati insieme, possono creare energia producendo, come scarto, della semplicissima acqua.
Questo video rappresenta un ottimo esempio di advertising mescolato con una specie di lezione di chimica: da una parte, abbiamo sicuramente una pubblicità per un prodotto da vendere, dall’altra abbiamo un’introduzione sul funzionamento di qualcosa che in realtà risulta molto complesso anche senza approfondire in modo dettagliato il processo. Malgrado sia soltanto un video a 360 gradi, è facile immaginare come lo stesso principio possa essere applicato alla realtà virtuale: video interattivi, magari anche un pò spiritosi, che permettano allo studente e al semplice curioso di vedere chiaramente e manipolare informazioni altrimenti estremamente complesse da figurare o anche solo da poter riprodurre senza l’ausilio di un costosissimo laboratorio. Il discorso è semplice: se qualcuno di noi, con conoscenze basilari in chimica, ha compreso in due minuti e mezzo il funzionamento generale del processo, è sufficiente a dimostrare che la VR è davvero il futuro di come le persone possono fruire la conoscenza in maniera divertente e interattiva, come mai fino ad ora abbiamo anche solo potuto immaginare: ogni lezione si trasformerebbe in un’affascinante avventura! Quanti qui in mezzo sarebbero disposti a tornare bambini in un futuro dove nelle scuole si impara grazie alla realtà virtuale?