Sembra passato più tempo, ma è da solo un mese che l’annuncio di Resident Evil VII ha scatenato alcune tra le reazioni più contrastanti di sempre. Da una parte abbiamo i fan di vecchia data che non supporterebbero a priori le nuove idee della serie, che per loro è morta con il quarto capitolo. Dall’altra, invece, troviamo tutti quegli appassionati che credono al progetto, fiduciosi che comunque conterrà buona parte degli elementi presenti nei primi capitoli del franchise. Troviamo, poi, anche quei giocatori giovani che non hanno ancora mai provato un titolo della storica serie, e che rimangono attratti dall’ovvia ispirazione a P.T. e dalla concentrazione di Capcom verso un horror più moderno e semplice. Eppure c’è speranza, perché è stato lo stesso CEO europeo di Capcom a dirlo, parola sua! Ma, riflettendoci bene, cosa avrà voluto dire con la dichiarazione che ha condiviso?
Le sue parole sono state poche a riguardo, e da sole non avrebbero avuto un grande valore: devo essere onesto, l’ho trovato un po’ troppo spaventoso. Katsuhiko Ichii è una persona autorevole, nessuno lo mette in dubbio, ma una sola opinione non potrà mai far capire agli acquirenti come sarà un titolo, soprattutto se non hai fatto parte della casa di sviluppo che l’ha reso tale… ed è qui che subentra il direttore del marketing, Antoine Molant, che ha parlato precisamente del titolo: l’approccio che hanno avuto nei confronti di Resident Evil VII è stato quello di sviluppare in primis un’opera non per forza di cose legata alla VR, programmata per avere al suo interno diversi jumpscare. Detto questo, la compagnia sta comunque cercando di rendere Resident Evil VII appetibile per tutti, per cui stanno facendo di tutto per non creare situazioni dove il giocatore potrebbe realmente mettersi in pericolo. Pensiamo ad attacchi di cuore, o, soprattutto, cadute. Insomma, queste premesse non promettono nulla di buono per Resident Evil VII, ma avendo soltanto visto un’anteprima distaccata e diversa dal titolo che verrà, potremmo sempre trovarci dinnanzi a delle concezioni sbagliate. We’ll see!