Il nome di Chris Milk potrebbe non suonare agli appassionati della realtà virtuale, ma è proprio grazie a certe menti creative che abbiamo avuto modo di esplorare lavori come Evolution of Verse e Clouds over Syria. Due opere dalla qualità unica e che, come la VR stessa, non possono essere comprese quando vengono spiegate da un esterno. Bisogna viverle, pena il possibile rifiuto, o, peggio ancora, lo scherno di una tecnologia ancora immatura e poco compresa. Lo sappiamo quasi tutti noi appassionati, testimoni diretti di questa situazione, ma è la stessa vicenda che altri medium hanno dovuto sopportare prima di essere riconosciuti ed inseriti in una posizione ben definita. Detto questo, Chris è stato anche un assiduo frequentatore dei vari TED Talks, nei quali le menti più brillanti ed uniche dell’umanità hanno la possibilità di dire ciò che vogliono, davanti ad un pubblico ampio e disparato ed in nome di una conoscenza che possa arrivare a farci discutere su quelli che possono essere i temi più molteplici: a partire da sentimenti come l’amore, fino ad arrivare alle nuove rivoluzioni tecnologiche, e, in questo caso, anche alla VR.
Chris Milk è stata una delle poche persone ad aver discusso della realtà virtuale in maniera professionale, unica ed assolutamente passionale. Nel suo discorso di quest’anno si sente l’amore profondo che prova verso la VR e tutto ciò che la circonda, e non solo. Per trasmettere quelle parole ad un pubblico che, con molte probabilità , non avrà mai provato un visore in vita sua… beh, ne ha portati a sufficienza per fargli rivivere le sue opere! Si riesce chiaramente a sentire l’acclamazione del pubblico alle scene più spettacolari, od il sospiro in quelle più concitate e spaventose. Addirittura, all’inizio dello spezzone di Evolution of Verse, viene mostrato un treno che si avvicina pericolosamente al pubblico; un chiaro riferimento a L’arrivo di un treno alla stazione di La Ciotat, film che Chris ha voluto anche citare durante il suo discorso, per far notare al pubblico la maturazione a cui può ambire un medium in un centennio.
Il ragionamento di Chris, però, aveva una direzione univoca, e puntava specialmente alla posizione che hanno oggigiorno i medium. È partito con l’amore che aveva nei confronti della musica sin da bambino, fino alle sue prime lavorazioni nel mondo del montaggio video. In molti troverebbero difficile riuscire a trattare tutti questi medium nel giro di un quarto d’ora, eppure Chris ci è riuscito, concludendo con delle parole forti e decise: La VR sarà l’ultimo medium. Per Chris, infatti, la realtà virtuale era quel tassello che mancava per farci immergere in esperienze intense ed emotive. Una tecnologia che, se usata nei giusti modi, può addirittura cambiarci come esseri umani: Credo che chiunque sulla Terra debba vivere quello che voi avete provato. In quel modo potremo formare collettivamente tutto ciò; non come una piattaforma tecnologica, ma come una piattaforma dell’umanità . Avrà ragione o torto? Dopo una presentazione simile, concorderete con me, sarebbe difficile sentire altro se non una profonda speranza per questo medium che, come abbiamo visto, si sta trasformando in quello che, anni fa, non potevamo che sognare in un mondo fanciullesco e tutto nostro.