Insomniac Games sta percorrendo una via, in questo periodo, che potremmo definire sia follemente rischiosa che geniale. Tra Ratchet & Clank ed Edge of Nowhere, la casa di sviluppo ha tentato di accontentare tutti, riuscendo in buona parte nellโardua impresa. Eppure, nella cortina di nebbia che si รจ formata da questi titoli, si sono perse quelle che potremmo definire le opere minori; in questo caso stiamo parlando di Feral Rites, un gioco in realtร virtuale che siamo riusciti a provare allo stand di Oculus VR. Una decina di minuti ci sono bastati per capire la vera natura del titolo, e non รจ qualcosa che potrร ammaliare un giocatore conscio del genere. Sembra strano dirlo, visto anche il successo che ha generato Edge of Nowhere, eppure Feral Rites non mi ha colpito particolarmente, nรฉ in positivo, nรฉ in negativo. Cosโรฉ andato storto? Feral Rites lo possiamo considerare un action con sezioni da platformer, il tutto seguito dal nostro visore, che si posizionerร alle spalle del protagonista. Non proprio una visuale in terza persona, ma quasi una visione onniscente di quello che vivrร il nostro avatar, presentando una visuale leggermente rialzata. Detto questo, il sistema di gioco di Feral Rites si rivela incredibilmente classico, con attacchi lenti, veloci, prese, difese, contrattacchi e via dicendo. Insomniac Games ha aumentato di molto la difficoltร rispetto alla concorrenza, soprattutto su VR, e mi ci รจ voluto un poโ per abituarmi al non cadere nella vecchia abitudine del button smashing, ma รจ stato riprovando alcune sezioni che ho notato quanto stessi, in realtร , migliorando. Dal punto di vista della giocabilitร non cโรจ, infatti, nulla da obiettare, si tratta di un ottimo gioco. ร un difetto maggiore, a parer mio, che rischia di compromettere Feral Rites, e per quanto possa sembrare strano dirlo, รจ proprio quello: la noia.
Per caritร , la grafica di Feral Rites รจ discretamente dettagliata per essere un titolo su VR, ma, si sa, non รจ il particolareย grafico a rendere godibile lโestetica di un gioco, quanto una varietร delle ambientazioni ed una cura nella struttura generale della mappa, e Feral Rites soffre di questo problema. Verremo infatti buttati in un territorio che ricorderร una giungla africana, e da lรฌ vivremo il classico picchiaduro a scorrimento, con una struttura delle ambientazioni a mรฒ di corridoio, le quali non faranno altro che accentuare questo senso di ripetivitร . Il problema si pone anche per i personaggi, che non riusciranno in alcun modo ad essere carismatici. Mentre il protagonista puรฒ arrivare, dopotutto, ad essere apprezzato, nonostante il design comune, i nemici li ho invece identificati come guerrieri aztechi:ย assolutamente anonimi e poco ispirati, anche nel numero delle mosse che utilizzeranno ai nostri danni. Unite tutti questi dettagli, e potreste capire il mio punto di vista, soprattutto se si va a pensare ad un accrescimento di questi sentimenti durante ore intere di gioco. ร triste categorizzare anche con una certa severitร questo tipoย di titoli, perchรฉ non rientrano nรฉ allโinterno delle opere memorabili, nรฉ come guilty pleasures da provare per farsi grasse risate, come nel caso dellโarcinoto Goat Simulator, ma devo dirlo:ย Feral Rites sembra appartenere alla terza categoria, quella che, generalmente, non interessa al mercato,ย quella dei titoli discreti, godibili ma non memorabili. Chissร , magari mi sbaglierรฒ, dopotutto ho provato il titolo per un quarto dโora o poco piรน, immerso nel caos di un memorabile E3 e di una spettacolare Los Angeles, ma se quel tempo mi รจ bastato per arrivare a certe conclusioni, non credo che ci siano dubbi concretiย su quello che qualsiasi gamer, indifferentemente dai gusti, penserร dopo dieci ore di gioco consecutive. In ogni caso, terremo dโocchio Feral Rites e faremo in modo di aggiornarvi allโuscita del titolo, fissata approssivamente per la fine del 2016 in esclusiva su Oculus VR, quando vedremo se queste paure saranno confermate o meno. In attesa che ciรฒ accada, mi raccomando, stay tuned!