Huffington Post acquisisce lo studio RYOT

Con la corsa all’accaparrarsi tutte le tecnologie, le idee, e gli spunti più significativi sulla realtà virtuale, stiamo assistendo ad una miriade di fusioni, joint venture e alleanze. Oggi, ad accendere la discussione, ci pensa Huffington Post, blog nato nel 2005 da Arianna Huffington, Kenneth Lerer e Jonah Peretti, e, attualmente, uno dei siti più seguiti al mondo. Ma cosa può volere un aggregatore dalla VR? Ebbene, l’idea di base è quella di implementare, nei coverage e nelle varie esperienze che il sito offre, una componente VR, e per farlo Huffington Post ha acquisito lo studio RYOT, specializzato nel campo di tale tecnologia.

Un esempio di esperienza VR pensata da RYOT.
Un esempio di esperienza VR pensata da RYOT.

RYOT, che prima aveva già lavorato con giornali del calibro del New York Times e Associated press, oltre che con altri sviluppatori quali Littlstar e Jaunt, ha molta esperienza nella creazione di documentari o esperienze, siano esse comuni come l’osservare un ristorante da dietro al bancone, o più originali e strane. Con questi nuovi strumenti, Huffington Post ha intenzione di cambiare drasticamente il modo in cui le loro storie verranno narrate ai lettori. Il Co-Fondatore della RYOT, Bryn Mooser, ha affermato che, tanto il famoso blog statunitense quanto loro stessi, hanno in comune una visione: permettere alla gente di poter raccontare la propria storia, con la propria voce. Insieme hanno intenzione di condividere il loro storytelling con un’esperienza immersiva, e il tutto grazie alla realtà virtuale. Cosa ne pensate? L’intero futuro dell’informazione ruoterà attorno alla VR? Si creeranno contenuti esclusivi, quindi solo una certa tipologia di notizie verrà condivisa tramite realtà virtuale, oppure questo campo sentirà solo minimamente l’influenza dei visori?

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