Mott Children’s Hospital: La tecnologia che migliora la vita

Molte volte abbiamo sentito dire che passare troppo tempo di fronte ad uno schermo può essere deleterio per il corpo e per la psiche, ed è persino capace di alienarci dal resto del mondo. Tutto questo è abbastanza veritiero, senza cadere nelle solite inappropriate esagerazioni ovviamente, in particolar modo per quanto riguarda la salute dei bambini. Videogiochi e film sono sicuramente in grado di regalarci emozioni intense, ma è importante tenere sempre a mente che le esperienze che possiamo provare viaggiando, attraverso le relazioni sociali, le attività fisiche e le pratiche artistiche sono fondamentali ed assolutamente insostituibili. Ma questo discorso, in alcune circostanze, potrebbe vacillare un pò: possiamo dire le stesse cose per tutte quelle persone, adulti e specialmente bambini, che sono costretti a vivere la loro vita relegati all’interno delle mura di un ospedale a causa di tremende malattie? Questi individui anelano un’esistenza normale che, tristemente, la sorte nega loro, ed è forse un male ancora più grave della patologia stessa, e meritano, per il solo fatto di esistere, il diritto di vivere tutte quelle esperienze ed emozioni che, piccole o grandi che siano, rendono la vita qualcosa di meraviglioso. In questo caso, potrebbe essere lo schermo uno strumento utile per raggiungere questi obiettivi? E’ solo una delle tante domande che J.J. Bouchard si è posto. In quanto specialista nella vita del bambino, con tre anni di esperienza presso il Mott Children’s Hospital, si è sentito in dovere di studiare e ricercare soluzioni in gradi di aumentare la qualità della vita dei giovani ricoverati, specializzandosi nell’uso di particolari tecnologie per aiutare i suoi pazienti. Condivide il suo interesse per videogiochi e media digitali con i bambini, i quali sono sempre molto eccitati dalle opportunità che offre la tecnologia di intrattenimento, che si è rivelata essere un mezzo utilissimo per creare connessioni con i giovani. E’ nel 2015 che ha deciso di reinventare il suo lavoro e creare una figura specializzata molto particolare, il digital media manager del team Child Life, ovvero qualcuno che sfrutta il videogioco e le forme di intrattenimenti affini per supportare i pazienti negli ospedali. Grazie al suo impegno, è stato possibile creare il GetWellNetwork, un progetto mirato proprio a portare i prodotti videoludici dentro le stanze dei pazienti, iniziando con lo stabilire, presso il Mott, la Xbox 360 room.

Questa intraprendente iniziativa ha portato ad instaurare una cooperazione con GameSmart, una scuola particolare che sfrutta il videogioco per stimolare la curiosità dei giovani verso scienza, tecnologia, ingegneria, arte e matematica ed indirizzandoli alla programmazione. Grazie al loro supporto, i bambini degli ospedali potranno descrivere il tipo di gioco che vorrebbero provare, ed i volontari del GameSmart si impegneranno il più possibile per realizzarlo. Uno degli aspetti più interessanti di questo progetto è stato sicuramente l’introduzione della realtà virtuale tramite l’uso dell’Oculus Rift ed in seguito anche dell’HTC Vive: in questo modo, i giovani hanno potuto provare il brivido delle montagne russe, sono partiti alla scoperta delle meraviglie dell’oceano a bordo di un sottomarino e molto altro ancora, tutto all’interno degli ospedali. Regalare questo tipo di esperienze ai bambini meno fortunati è qualcosa di incredibilmente emozionante, ma la realtà virtuale dimostra ancora una volta che se ci sono dei limiti, lei è in grado di sfidarli: attraverso la VR, si stanno studiando dei sistemi per riuscire ad aiutare i ragazzi e rendere più efficace il loro percorso di cura, supportandoli nell’aspetto emotivo e rafforzando il loro morale. Insieme alla compagnia Spellbound stanno invece lavorando alla realizzazione di libri a realtà aumentata, permettendo ai giovani di poter interagire persino con i personaggi e gli eventi raccontati in un libro.

In un lasso di tempo relativamente corto, siamo stati in grado di utilizzare la tecnologia per fare davvero la differenza nella vita dei nostri pazienti. Continuamente sentiamo parlare di come il videogioco e altre esperienze tecnologiche aiutino i bambini a sentirsi ancora bambini… e non solo pazienti. Continueremo ad esplorare come possiamo usare la tecnologia qui al Mott e continuare a cercare risorse e finanziamenti per aiutare a trasformare queste possibilità in realtà.

Queste sono le parole, cariche di speranza e ottimismo, con cui J.J. Bouchard accenna al futuro del loro progetto. La VR, e la tecnologia in generale, ha provato che grazie ad essa è possibile aiutare davvero a migliorare la vita delle persone, confermando il fatto che la realtà virtuale non è un semplice prodotto, ma una vera e propria esperienza, capace di superare le barriere fisiche quali la malattia o l’invalidità e regalare una dose di vita normale a chi, purtroppo, non ce l’ha o non l’ha mai avuta.

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