Peter Jackson sostiene gli occhiali Magic Leap

La virtual reality, quella in cui chi indossa un visore visualizza davanti a sè uno spazio completamente virtuale con il quale interagire, non è la sola tipologia di interazione virtuale esistente. Le tech demo di Microsoft Hololens, mostrate l’anno scorso, hanno strabiliato il mondo intero, trasformando quello che fino a quel momento era stato solo un sogno in qualcosa di concretamente realizzabile. Stiamo ovviamente parlando della realtà aumentata, in inglese augmented reality, termine che però viene ormai sempre più spesso sostituito con mixed reality, salito alla ribalta insieme con i Google Glass. Da quel momento in poi, questo particolare filone che consente di mescolare insieme elementi virtuali e reali, ha cominciato a prendere piede. Grazie a questa tecnologia è possibile di fatto aggiungere cose alla realtà, che però non può essere stravolta come potrebbe accadere qualora ciò che vedessimo davanti agli occhi fosse completamente inventato. Ecco spiegato il motivo per cui la mixed reality è forse più adatta allo scopo di migliorare la nostra vita di tutti i giorni che ad un fine di intrattenimento. Microsoft, in ogni caso, non è la sola azienda al lavoro in questo ambito: a disturbare il colosso di Redmond c’è una piccola startup nata nel 2010, ma che sembra sapere davvero il fatto suo in materia, Magic Leap. I Google Glass della compagnia fondata 18 anni fa da Larry Page e Sergey Brin, tanto chiacchierati quanto criticati, hanno fatto da chioccia per un esperimento forse ancor più importante ed ambizioso, visibile nel video sottostante. Il noto regista e sceneggiatore Peter Jackson ha recentemente espresso un proprio parere personale in merito, dichiarandosi a favore di questo tipo di realtà virtuale piuttosto che di quella tradizionale e lodando le caratteristiche degli occhiali/visori della piccola compagnia,  che rappresentano di fatto i primi concorrenti di Hololens.

Secondo l’autore delle trilogie cinematografiche Il Signore degli Anelli e Lo Hobbit, ispirate alle opere immortali di tolkeniana fattura, la realtà mista è molto più divertente in quanto non trasporta l’utente completamente fuori dal mondo, ma porta il virtuale nel reale. 

Se state indossando gli occhiali Magic Leap, potete osservare l’Empire State Building e guardarlo mentre viene costruito nei primi anni ’30, piano dopo piano, il tutto velocizzando o rallentando a piacere il processo di costruzione. Potrebbe essere una forma di educazione, di intrattenimento, di turismo. Entro 10 anni mi aspetto che tecnologie a realtà mista come Magic Leap saranno usate quanto i normali smartphone, se non di più.

I ragionamenti fatti da Jackson sono corretti, per carità, ma non tengono conto del fatto che la realtà mista non è completamente modellabile come invece è possibile fare in uno spazio al 100% virtuale, e quindi è soggetta a limitazioni non indifferenti… sebbene, forse, nella vita quotidiana sia decisamente più pratica e i risultati raggiunti in tale ambito facciano ben sperare per il prosieguo del suo sviluppo. In ogni caso, da parte nostra riteniamo che le due tipologie di realtà virtuale dovrebbero essere tenute separate e, soprattutto, utilizzate in ambiti differenti! E voi, cosa ne pensate?

V MENSILE
Clicca sulla copertina per leggere
V007 Mensile