Jeff Gardiner: la VR potrebbe sostituire il videogioco tradizionale

L’attenzione che sta ricevendo la realtà virtuale negli ultimi tempi non ha precedenti: mai come ora l’interesse della gente verso questa piattaforma ha raggiunto livelli così alti e sono molti quelli che credono che il futuro della comunicazione e dell’intrattenimento risieda nella VR, come lo stesso Zuckerberg ad esempio. E’ interessante notare come numerosi personaggi del mondo del videogioco si sentano sempre più attratti dalla prospettiva di lavorare ad un prodotto che possa essere goduto appieno tramite un visore: le possibilità che questo nuovissimo medium offre permettono di creare esperienze completamente nuove. Durante una tavola rotonda, gli sviluppatori del mondo videoludico, hanno esposto la loro opinione e rispettivi punti di vista relativi alla VR. Jeff Gardiner, produttore di Fallout 4, si è espresso con convinzione dicendo che un giorno, apparecchi come HTC Vive e Oculus Rift, potrebbero sostituire completamente il gioco su schermo. Dopo aver messo mano (letteralmente) alla demo di Portal su HTC Vive, ha affermato di aver provato delle emozioni, come paura e meraviglia, in maniera così vera e intensa che credeva impossibili da riprodurre senza uno strumento talmente immersivo come la realtà virtuale, e ha descritto lo scenario in cui, durante il gioco, una botola si è aperta sotto i suoi piedi, e ha percepito nella pancia un reale senso di caduta nel vuoto. Ciò lo ha convinto che una cosa del genere non può essere riprodotta su uno schermo 2D.

portal-htc-vive-aperture-science-featured
L’esperienza di gioco che Jeff Gardiner ha vissuto provando la demo di Portal lo ha portato alla convinzione che la VR possa permettere di vivere il videogioco in modo completamente diverso.

Per trent’anni il controller e il monitor sono stati gli strumenti con i quali ha lavorato su franchise come Fallout e The Elder Scrolls, ma il suo atteggiamento nei confronti dell’esperienza vissuta col visore si è rivelato essere tutt’altro che conservatore, anzi, ha manifestato un enorme entusiasmo. Certo è, che il cambiamento di cui parla, avrà bisogno di tempo per attuarsi, ed è difficile prevedere il destino di questa piattaforma nel futuro prossimo. Poiché Gardiner ha lavorato per tanto tempo su videogiochi che sfruttano la potenza narrativa della visuale in prima persona, la realtà virtuale deve essere apparsa ai suoi occhi come la naturale evoluzione del mezzo, che permette di realizzare giochi che sono davvero in prima persona. Chi lo sa, magari il prossimo Fallout potrebbe essere sviluppato per VR… E’ vero che di una moneta esistono sempre due facce, e così come da una parte abbiamo professionisti fermamente convinti che la realtà virtuale sia il futuro, dall’altra abbiamo personaggi altrettanto esperti che invece non condividono lo stesso entusiasmo, come ad esempio, Ed Boon, direttore di Mortal Kombat X, che esprime la sua critica basandosi sul problema concreto del motion sickness e su come i giocatori sono stati educati a giocare negli ultimi anni affermando che la realtà virtuale è sicuramente un’esperienza coinvolgente, ma richiede un notevole impegno da parte del giocatore, fisicamente e mentalmente, per poter apprezzare appieno il gioco. Inoltre, i videogiocatori, si sono abituati a trascorrere anche molte ore davanti allo schermo per giocare e, in virtù della fatica psicofisica che impone l’uso del visore, l’impossibilità di dedicarsi quanto si desideri a causa della fatica o della nausea potrebbe risultare molto frustrante. Indubbiamente, il punto di vista, è influenzato notevolmente anche dal tipo di gioco che si sviluppa, non c’è da sorprendersi che esistano opinioni così divergenti sul tema, e sotto alcuni aspetti, risulta una cosa assolutamente positiva: il confronto delle due realtà aiuterà sicuramente a delineare in maniera sempre più marcata i limiti e le possibilità che la realtà virtuale potrà offrire nel corso della sua evoluzione. In fondo, questo è soltanto l’inizio.

V MENSILE
V007 Mensile