Avevamo già parlato di Late Night Shop. Si tratta di un’esperienza horror molto particolare, dove vi trovate all’interno di un centro commerciale deserto. I vostri nemici? Dei manichini. Apparentemente sembrano innocui, ma basta distogliere lo sguardo per un momento e questi si muoveranno. Preparandosi all’occasione migliore per attaccarvi. La premessa, decisamente intrigante, ricorda un po’ i Weeping Angels di Doctor Who, non trovate? Io, personalmente, ho ancora gli incubi, e non so se avrei il coraggio di provare Late Night Shop. Comunque sia, abbiamo parlato di questo interessante concept con le persone che l’hanno creato, rappresentate da Andrea Chandler, Managing Director di Total Monkery, il giovane e promettente studio britannico che ha creato il gioco. Fatevi coraggio e venite con noi.
Come ti è venuta l’idea per il vostro gioco?
Il gioco nasce da un’idea di uno degli artist del nostro team. Il seme dell’idea ha avuto origine quando stava tornando a casa dal lavoro, attraverso il centro commerciale deserto. L’idea si è cristallizzata quando ha guardato un corto chiamato Still Life, che gli è davvero rimasto impresso.
Puoi descrivermi il feeling che avranno i giocatori mentre giocano il vostro gioco?
Stiamo puntando a un’esperienza completamente immersiva, cinematografica e ricca di suspense. Il giocatore si troverà sul filo di un rasoio: un errore e tutto potrebbe essere finito.
In che modo il vostro processo creativo è stato influenzato e cambiato da Oculus Rift?
Il concept originale non era inteso come un gioco VR, ma come abbiamo iniziato il design abbiamo realizzato che sarebbe stato perfetto. L’idea ci dà l’opportunità di mixare il quotidiano con il surreale, e di alterare l’ambientazione in modo tale da dare al giocatore una delizia visiva.
Quali tecniche avete usato per creare un senso di immersione nell’utente?
Stiamo usando un’UI intelligente, che metterà il giocatore all’interno del mondo. L’illuminazione, la velocità del movimento e l’audio sono ideati per creare atmosfera, mentre gli elementi narrativi coinvolgeranno ulteriormente il giocatore. Non ci saranno schermate di caricamento che interromperanno il flusso.
Come game developer, quali sono le cose che puoi fare con la VR che non potresti altrimenti fare?
La VR dà l’opportunità di giocare con le proporzioni e riconfigurare la vostra percezione dello spazio.
E, al contrario, quali sono gli ostacoli e le sfide che derivano dalla VR?
È vitale non interrompere il flusso. In pratica, creare un movimento e un gameplay che sia coinvolgente, ma che non faccia sentire male il giocatore, o provochi senso di claustrofobia, è una sfida. È cruciale azzeccare la telecamera e il movimento del giocatore. Per far funzionare l’esperienza il gioco deve girare a un frame rate alto, il che significa che l’ottimizzazione ricopre un ruolo importante.
Quali pensi che siano i giochi più adatti per Oculus Rift?
È una piattaforma talmente inesplorata che siamo solo all’inizio del processo di scoprire le possibilità. Chiaramente è grandioso per la prima persona, e ovviamente sentiamo che l’horror/la suspence saranno molto efficaci. Sarà comunque interessante vedere quali nuovi generi salteranno fuori grazie alla VR.
Pensi che i giochi VR diventeranno popolari come quelli tradizionali, in futuro?
Assolutamente, per non dire di più. La VR ha il potere di attirare i gamer non tradizionali.
Qual è il tuo “dream project” per Oculus Rift?
Questo. Per l’artista che ha ideato il concept originale questa è l’occasione di vedere realizzata la sua visione, ma siamo tutti entusiasti del gioco e di usare questa nuova tecnologia., Come team siamo molto diversi tra di noi, e questo contribuisce alla diversità dei nostri giochi. Ciò significa anche che abbiamo diverse passioni. Quindi i giochi Oculus Rift che vorremmo creare includono Star Wars, Star Trek, un simulatore di combattimenti tra spade, un’avventura di Sherlock Holmes, un gioco di boxing, solo per nominarne alcuni.
Che futuro vedi per la virtual reality? Pensi che sia qualcosa che può cambiare il modo in cui vivono le persone? Se sì, come?
Penso che diventerà una parte della vita di tutti i giochi. Cambierà il modo in cui guardiamo la TV e i film, giochiamo ai giochi, comunichiamo. Avrà anche applicazioni più serie. Per esempio, come strumento per il training, aiuterà i disabili, oppure servirà come esperienza per far aprire le persone con problemi di socializzazione.
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