Fino ad oggi abbiamo visto molte occasioni in cui il cinema e la realtà virtuale si sono contaminati, come nel caso dei video immersivi prodotti da Jaunt, o dei cortometraggi VR prodotti dalla stessa Oculus VR con Story Studio. Questo, senza contare tutte le volte che un’applicazione VR è stata affiancata a un film, come nel caso di Interstellar o Jurassic World. Ma cosa succederebbe se la VR rivoluzionasse alla radice il modo stesso in cui viene concepito un film? È esattamente quello che è accaduto nel caso di Star Wars: Rogue One, spin-off dell’arcinota saga sci-fi incentrato sulle vicende di un gruppo di ribelli.
A lavorare all’integrazione tra VR e filmmaking è Industrial Light & Magic Experience Lab (ILMxLAB), divisione sperimentale della nota compagnia produttrice di effetti speciali. In una recente intervista è stato infatti rivelato che il regista di Star Wars: Rogue One, Gareth Edwards, usa la VR per aiutarlo a ideare il film fin dall’inizio. “Uno degli strumenti che abbiamo creato finora è servito a Gareth per il suo film, per aiutarlo a pre-visualizzare alcuni dei set”, ha spiegato Rob Bredow, Head of New Media di Lucasfilm. A quanto pare, Edwards ha usato un visore (non è ben chiaro di quale modello si trattasse) per esplorare una versione preliminare del set prima che venisse realmente costruito.
“Era la prima volta che entrava in realtà virtuale,” continua Bredow. “E si trattava di un set molto rozzo, non era affatto rifinito. Lo lasciamo lì ad esplorare e dopo un paio di minuti dice: “È molto meglio nella vita reale.” Quindi ho parlato con Doug Chang, un production designer e ho detto: “Doug, l’hai già costruito? Sta parlando della vita reale o…”. Al che mi risponde: “No, sta parlando del visore VR”. Dopo due minuti con il visore indosso già si riferiva ad esso come se fosse la vita reale. È lì che ho capito che avevamo qualcosa di grosso per le mani”.
L’utilizzo della realtà virtuale potrebbe rivoluzionare il modo in cui vengono girati i film. Pensate a quanto i costi potrebbero essere abbattuti se, invece di costruire un set e successivamente modificarlo, fosse possibile già pre-visualizzarlo in realtà virtuale. Non solo, set virtuali potrebbero anche essere usati per permettere agli attori di entrare al meglio nella loro parte, ancora prima che il set venga costruito. Infine, potrebbe risolvere il problema che molti attori hanno nel recitare all’interno dei set con il green screen, dove sono costretti a immaginarsi l’ambientazione e le creature con cui interagiscono. Con la realtà virtuale, al contrario, potrebbero entrare nei mondi immaginati dai production designer senza bisogno di costruirli. Per un film come Star Wars, basato sulla costruzione di mondi alieni, tutto questo potrebbe avere un impatto straordinario. E pensare che James Cameron, il regista di Avatar, pensa che la VR sia noiosa. Fortunatamente, Palmer Luckey gli ha risposto, come vedevamo ieri.
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