Come abbiamo già visto in precedenza, la realtà virtuale viene impiegata in molti altri campi oltre al gaming puro. Dopo la cura delle fobie e della dipendenza da alcol, ora la VR viene usata anche per trattare l’ansia. È questa la ricerca che sta svolgendo in questo momento un team con base in America.
Sul blog di Medical Realities, questo il nome del team, il co-fondatore Edward Miller spiega un suo semplice esperimento. Miller ha infatti fatto indossare un visore Samsung Gear VR a un paziente di uno studio dentistico, a cui è stato fatto vedere Avatar. Il soggetto è stato sottoposto a un’otturazione mentre vedeva il film di James Cameron. Miller ha scoperto che i livelli di ansia era effettivamente più bassi mentre indossava il visore, anche se il rumore del trapano era ben udibile anche attraverso le cuffie.
Nel post di Miller viene fatta menzione anche di un’altra compagnia americana, Psytech Phobos, che sta sviluppando dei software in VR che permettono di controllare la paura e l’ansia, in un contesto privo di rischi. L’idea alla base è di indurre la desensibilizzazione di fronte all’input che scatena l’ansia; per riuscirci, i pazienti vengono esposti gradualmente ai “trigger”, in modo tale da accrescere la sicurezza nei confronti della loro fobia, fino a costruirsi una risposta emotiva normale.
Il potenziale della VR è quindi enorme: ora c’è soltanto bisogno, sempre più, di visionari che intuiscano la sua possibilità di cambiare il mondo. Ma, di questo passo, non è così difficile credere che presto assisteremo a una vera e propria rivoluzione nel campo della psicoterapia.
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