Google Glass: troppo nerd per essere mainstream

Parallelamente alla realtà virtuale, spesso si sente anche menzionare la realtà aumentata che, al di là del nome piuttosto simile, si presta ad applicazioni ben differenti (e forse anche più limitate) rispetto a alla prima.

A rappresentare la fazione AR c’è Google con il suo Google Glass, accessorio indossabile dalle funzionalità simili a quelle di uno smartphone. Nonostante il look futuristico e l’innegabile curiosità che può destare un accessorio del genere, le cose non sembrano andare esattamente per il verso giusto per questo nuovo prodotto targato Google.

Dopo un inevitabile interesse iniziale, i consumatori sembrano aver perso fiducia nel dispositivo prima ancora che questo potesse avere la possibilità di raggiungere gli scaffali, spingendo di conseguenza la compagnia a posticiparne il lancio ufficiale sul mercato.

Ma cosa c’è che non va con questo accessorio che all’apparenza fa tanto “cool”?

Se si esclude il prezzo per il momento non esattamente abbordabile (circa 1500 dollari), molti sviluppatori sono dell’idea che un accessorio del genere potrebbe avere ben pochi utilizzi al di fuori del campo professionale, e anche in quel caso ci sarebbero alcune considerazioni da fare.

Può sembrare banale, ma che effetto può fare andare a spasso con un aggeggio che ci fa sembrare tanti piccoli James Bond in missione segreta? Cosa possono pensare le persone attorno a noi? È vero, negli ultimi anni abbiamo visto tantissime “diavolerie” tecnologiche diventare lentamente mainstream. Basti pensare ai touch screen: fino a una decina di anni fa era impensabile concepire un telefono o un PC senza dispositivi di input fisici, ma alla fine sappiamo tutti come è andata a finire.

Ma appunto, si tratta di smartphone e tablet, device che vengono presi e utilizzati solo in caso di bisogno, non sono protesi perennemente attaccate alle nostre mani, per quanto qualche genitore indispettito possa pensarla diversamente. Google Glass è leggermente diverso, è un device che dovrebbe convivere con noi più o meno al pari di un accessorio che molti di noi portano ogni giorno per gran parte del tempo: gli occhiali per l’appunto. È vero, nulla ci vieta di levare il Glass e mettere un altro paio di lenti semplici se non ne abbiamo bisogno, ma per quanto non possa sembrare, è un procedimento meno naturale di mettere in tasca uno smartphone.

Volendo sorvolare sul discorso della praticità, che rimane comunque un fattore su cui si può lavorare, il problema alla base è principalmente uno: cosa può fare Google Glass che non possono fare i già esistenti (e più abbordabili) smartphone e tablet? Quale categoria di persone può trovare davvero indispensabile un accessorio come Google Glass? A meno che di nuovi sbocchi professionali da Ghostbuster di cui nessuno mi ha avvertito, o di invasioni aliene per  cui c’è bisogno di un rilevatore da Super Sayan, allo stato attuale non c’è dispositivo che non possa fare ciò che fa il device di Google.

E non abbiamo toccato l’argomento privacy. A meno che di avere la possibilità di attivare-disattivare agevolmente il prodotto, Google Glass è in grado di registrare in modo estremamente diretto i nostri interessi e non solo, non per chissà quale stregoneria informatica, ma semplicemente perché prende nota (e di conseguenza, converte potenzialmente in pubblicità) tutto ciò a cui noi rivolgiamo lo sguardo. Sì, anche quelle due o tre cosette che non vorreste far sapere a nessuno…

Detto in altre parole, sembra che il device sia stato presentato e (quasi) lanciato cercando solo di far leva sull’effetto “cool” dell’accessorio hi-tech da indossare, senza che ce ne fosse una reale necessità, quando in realtà gli stessi smartwatch, meno invadenti e più accessibili, sembrano fare fatica per trovare una loro ragion d’essere. Allo stato attuale, insomma, è un accessorio abbastanza invadente che non aggiunge nulla alle esperienze multimediali esistenti.

E voi cosa ne pensate di Google Glass? fate parte di quella fetta di utenza fiduciosa o vi chiedete ancora il perché della sua esistenza? Vi piace come alternativa ai device attualmente in commercio o avete qualche idea originale per un suo probabile impiego? Personalmente, per il momento mi accontento dello smartphone: faccio disastri con un touch screen, chissà cosa potrei combinare con un monitor nell’occhio.

V MENSILE
Clicca sulla copertina per leggere
V007 Mensile