Il futuro della VR è negli editor di mondi

Non mi stancherò mai di ripetere quanto è importante Reddit per la nascente community della realtà virtuale. Tutti i più interessanti spunti provengono da lì, e non è un caso se lo stesso Palmer Luckey bazzica in quei lidi, probabilmente con l’intenzione di leggere il termometro dell’attuale stato di diffusione della VR. Ma non è di questo che voglio parlare oggi. Invece, mi soffermerei su uno degli aspetti più interessanti del Rift, ossia la sua possibilità di trasportare le persone all’interno di mondi che altrimenti non potrebbero fisicamente visitare. Questo apre scenari particolarmente interessanti, soprattutto per le persone più anziane o malate che, ahimé, non possono muoversi dal proprio letto. Credo sia quasi commovente la quantità di utenti che chiede delucidazioni su come far provare esperienze ai virtuali ai loro cari da cui si stanno per separare. Proprio oggi, leggevo la storia di un utente, che chiedeva come far provare a sua nonna, in condizioni di salute molto gravi, l’ebbrezza di vedere l’oceano, ossia l’unica esperienza che rimpiangeva di non aver mai provato. Mi ha fatto piacere vedere che, in casi come questi, non è neanche necessario possedere un Rift: l’utente, infatti, ha risolto adottando uno smartphone e Google Cardboard, che si è rivelato decisamente provvidenziale.

Ma il potenziale per esperienze VR significative, in grado di cambiare la vita, non si limita soltanto per gli anziani. Lo spazio di possibilità per migliorare la vita delle persone si apre a tutte le età, e a tutti i sessi. Un altro utente chiede infatti come realizzare applicazioni in realtà virtuale per la madre, colpita dalla depressione, e che non fa altro tutto il giorno se non fissare un muro. La realtà virtuale, in questo caso, potrebbe tornare utile per spingere l’individuo ad aprirsi alla vita, gradualmente, prima in un mondo digitale e, finalmente, anche in quello reale.

littlebigplanet

In entrambi i casi, tuttavia, mi sono reso conto che c’è ancora un grosso limite, che impedisce secondo me una diffusione massiccia della realtà virtuale. Entrambi gli utenti, e soprattutto il secondo, si trovavano in difficoltà quando si trattava di scegliere delle esperienze adatte. Le esigenze delle persone sono vastissime, e manca ancora un’offerta che permetta a ciascuno di ritagliare un’esperienza VR su se stessa. Certo, i più smanettoni possono aprire Unity 3D e caricare dei modelli poligonali, ma la maggior parte dell’utenza non è in grado di compiere una simile operazione. Ci vuole qualcosa di intuitivo, che permetta, quasi come in un sogno lucido, di prendere degli elementi e di plasmarli a proprio piacimento. Credo che un software del genere potrebbe davvero essere una killer application per la realtà virtuale. Microsoft, con il suo Project Spark, ha dato grande libertà agli utenti di Xbox One. E immaginate soltanto a quanto potrebbe essere affascinante avere un editor come quello di LittleBigPlanet 3 in realtà virtuale. Senza contare che, tramite un sistema di condivisione online, sarebbe possibile navigare nei mondi delle altre persone. Non ho problemi a vedermi mentre mi perdo in paradisi digitali, il che sarebbe anche interessante perché ci permetterebbe di entrare nella mente di qualcun altro. Alcuni esperimenti in questo senso già esistono, ma servono editor più potenti.

Sto correndo troppo con la fantasia? Io non credo. E voi cosa ne pensate? Arriveremo presto a una situazione in cui chiunque sarà in grado di creare il proprio piccolo mondo in realtà virtuale? E questo rischierà di astrarci da quello reale?

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