La ricerca di adrenalina e di stimoli maggiori è sempre stato il primario scopo del mondo videoludico. Infatti è evidente come titoli che vengono classificati come ‘adrenalinici’ abbiano sempre riscosso un grande successo nel tempo, basti pensare a Silent Hill oppure il nuovo nato The Evil Within che fin da subito hanno riscosso grandi consensi o ancora il buon vecchio Resident Evil, nonostante abbia perso quel mordente che lo caratterizzava alla nascita.
Il genere horror non ha mai avuto cali con il passare del tempo, suscitando un interesse sempre maggiore, vuoi per l’evoluzione culturale che la nostra società sta attraversando, vuoi perché ciò che ci spaventa effettivamente è mutato nel corso della storia. Secondo alcune teorie le paure si sono evolute con la società umana: nel Giappone feudale ad esempio temevano le succubi, così come nel mondo occidentale, mentre ora ciò che ci spaventa proviene dallo spazio, gli alieni, così sconosciuti e diversi da noi.
Il gioco che vi presento oggi, Hellicott City, ideato da Seven Hill Game dovrebbe far rivivere un incubo, un’esperienza infestata. Si può notare fin dall’inizio dell’esperienza VR: vi troverete in una stanza semi buia pronti con un tasto ad addormentarvi dolcemente e risvegliarvi successivamente in modo traumatico all’interno di un calesse. Guardandovi attorno vi potrete immediatamente rendere conto come il panorama che vi si presenta davanti gli occhi sia spettrale, lo si evince anche dal cadavere penzolante che vi darà il benvenuto a Hellicott City.
I riferimenti ai passati Freak Show sono evidenti agli occhi più attenti, una strega e un clown vi intratterranno mentre attendete lo scattare del verde a un semaforo così da poter riprendere il vostro viaggio. Un uomo forzuto sulla destra vi saluterà mentre piantona nel proprio naso un chiodo con un colpo ben assestato. Lo scenario attorno a voi mantiene sempre le stesse caratteristiche, il tema del bosco come luogo spaventoso sembra essere la filosofia principale di questo gioco.
Ciò che mi è piaciuto particolarmente sono stati gli zombie che mi hanno accolto sulle scale del cimitero. Ovviamente la tematica del cimitero come luogo terrificante sembra essere azzeccata in questa corsa pazza, visto che vengono trattati tutti i luoghi più noti e che tutt’ora possono creare spavento. Il movimento dei morti viventi appare credibile, la loro grafica mi ha lasciato abbastanza soddisfatto e non vi nascondo che mi hanno dato un senso di disgusto semplicemente guardandoli.
Per fortuna la preoccupazione di salvaguardare il mio cervello dal loro attacco è stata soppiantata dall’improvvisa accelerazione del calesse praticamente impazzito senza che io potessi controllarlo in alcun modo. Era una corsa sfrenata lungo una strada insanguinata. Sono sobbalzato quando un ragno grosso e peloso è saltato sul mio veicolo retrò facendomi salire il cuore in gola; poco dopo è andato via lasciandomi solo con me stesso e una successiva cascata di sangue molto ben fatta.
Una porta infernale e una risata diabolica mi hanno accolto poco dopo lasciandomi nel buio più assoluto. Pensavo che la mia esperienza fosse terminata e stavo per togliermi il visore quando un panorama roccioso e con un rivolo di lava mi ha sorpreso, mi son guardato attorno e li ho avuto il forte impulso di ‘lanciare’ immediatamente il visore. Un mostro grigio e deforme mi ha spaventato, forse più per il disgusto e le deformità che per la sorpresa. Siamo finiti in poco più di quattro minuti all’inferno ed ecco qui che il gioco riparte dal punto in cui abbiamo iniziato la nostra avventura.
Un gioco interessante su cui spero ci si lavori ulteriormente, infatti, alcune considerazioni sono davvero d’obbligo per un’amante del genere come me. Gli elementi spaventosi, ad esempio, sono stati distribuiti in modo poco simmetrico e regolare. Per farvi capire ciò che intendo, l’esperienza sulla strada lastricata di sangue poteva essere arricchita con maggiori elementi terrorizzanti. Sembra quasi che sia stato fatto tutto con troppa fretta, lo stacco tra la vera Hellicott Town colma di paura e le vere e proprie montagne russe è fin troppo evidente.
Il suono è ben bilanciato e riesce a trasmettere ansia nei punti in cui qualcosa compare lasciandoci impietriti e inermi, facendoci supporre che sia stato fatto un lavoro minuzioso per evidenziare tutti i colpi di scena. La grafica non è particolarmente performante ma risulta comunque accettabile e curata. Sicuramente trattandosi di un gioco ispirato alle storie della vera Ellicott City, in Maryland, posso auspicare che non sia quella definitiva ma bensì un punto di partenza su cui poter elaborare migliori effetti grafici.
Un’esperienza sicuramente da provare, naturalmente sperando che non vi terrorizzi troppo e non vi faccia poi avere brutti sogni. Dormite sereni, si tratta solo di un gioco… o forse no?