Quanti di voi conoscono Udine 3D? È uno dei più futuristici eventi di tutta Italia, promosso da Segnoprogetto, che riunisce grafici, sviluppatori, editor ed esperti, i quali ogni anno svelano i segreti delle più avanzate tecnologie.
Bene, anche noi abbiamo deciso di parteciparvi, principalmente con un fine: far conoscere Oculus Rift.
L’invenzione di Palmer Luckey, vi confesso, ha stupito parecchio anche i professionisti dell’industria virtuale che si sono mostrati, durante questa occasione, molto entusiasti e sorpresi dal livello di immersività che offre il Rift.
A differenza delle migliaia di partecipanti del Romics, durante il quale abbiamo permesso ad un immenso pubblico di consumer di sperimentare questa novità assoluta, Udine3D è un appuntamento di nicchia dedicato, appunto, a chi lavora col 3D: è per questo motivo che il Rift non poteva mancare.
A prescindere dall’accoglienza ricevuta nella città friulana, che ha onorato la nostra trasferta con cibi tradizionali e vini DOC che, mondo virtuali a parte, erano davvero da capogiro, altrettanto interesse ha destato il nostro caro visore. Le postazioni sono state letteralmente invase durante i due giorni d’esposizione e dopo ogni sessione dell’interessantissima conferenza, puntualmente, decine e decine di developer, ingegneri, architetti, autori, erano in fila per testare gli ambienti VR.
Praticamente tutti avrebbero voluto acquistare un DK2. Considerando che ho mostrato una versione non commerciale del prodotto e ripensando a tutte le richieste di informazioni che ho ricevuto riguardo al dispositivo, oserei affermare che il visore è davvero pronto ad essere immesso nel mercato. L’attesa è altissima e la risoluzione, pur non essendo paragonabile a quella del Crescent Bay, soddisfa già le esigenze dei professionisti che, del resto, sono più funzionali. A indurre parecchia curiosità ed affascinare contemporaneamente è la telecamera infrarossi dedita al motion tracking, accessorio che mantiene Oculus VR un passo avanti dalla concorrenza, rendendo la sua invenzione sicura, stabile, comoda ed eccezionalmente coinvolgente.
Dalle macabre sensazioni trasmesse da Don’t Let Go alle adrenaliniche visioni dei roller coaster sviluppati da Lava Inc., per finire con le emozioni donate dalla simulazione di volo di Discovering Space, le reazioni della gente e i commenti mi hanno permesso di ridere per circa due giorni, facendo rimanere a bocca aperta anche i più grandi miscredenti. In ultimo, un ruolo decisivo, hanno svolto alcuni ambienti VR esplorativi che hanno particolarmente interessato a causa dell’attenzione che il pubblico “targettizzato” ha rivolto ad edifici virtuali 3D ed a relativi oggetti e superfici.
Dopo aver conosciuto tante persone interessanti che mi hanno rapito il cuore proprio come la raffinata architettura della piovosissima cittadina, avevo quasi deciso di trasferirmi in Friuli, ma la mia missione di iniziazione nazionale alla VR non può certo fermarsi qui, poiché ancora una volta le applicazioni del Rift suggerite dagli stessi partecipanti al forum sono state innumerevoli e bisognerà sperimentarle e farle conoscere al resto d’Italia.
Quello che abbiamo ricavato da quest’esperienza, ad ogni modo, è che il mondo degli addetti ai lavori sta percependo la quantità di applicazioni possibili per Oculus Rift, che vanno ben oltre il semplice gaming e che hanno il potenziale per rivoluzionare i settori dell’ingegneria e del design così come li conosciamo.