2014: Odissea nella realtà virtuale

Si dice che lo spazio sia l’ultima frontiera, ma in certe parti del mondo è solo ordinaria amministrazione, come nel Virtual Reality Applications Center della Iowa State University.

Nir Keren, professore associato di ingegneria agraria e dei biosistemi, si reca all’International Space Station tutti i giorni…virtualmente. Con il supporto di un visore 3D e la cosiddetta C6, una stanza a forma di cubo di circa 3 metri per lato equipaggiata con un sofisticato sistema di proiezione, i visitatori sono in grado di esplorare simulazioni virtuali realistiche di qualsiasi cosa, tra cui l’International Space Station appunto.

Keren e il suo collega Warren Franke, professore di chinesiologia, usano la C6 per simulare il processo decisionale umano in condizioni di stress. Recentemente il team ha creato la replica della stazione spaziale in occasione di un workshop tenuto per gli studenti di ingegneria aerospaziale.

Questi sono stati invitati a entrare nella C6 per esplorare l’interno della stazione spaziale, poi le cose hanno iniziato a peggiorare. Il fumo ha cominciato a riempire l’ambiente mentre gli studenti si sono dovuti mobilitare per localizzarne e spegnere l’incendio che lo ha causato.

Stazione Spaziale

“Devi spegnere il fuoco per forza” afferma Keren “perchè nello spazio non c’è un posto sicuro all’esterno dove rifugiarsi. Gli studenti hanno studiato diligentemente le procedure di sicurezza da adottare in caso di incendio nella stazione spaziale, ma lo stress provocato dal pericolo vero e proprio ha comunque influito sulla loro efficienza.”

Per quanto si trattasse di una simulazione, la riproduzione dell’ambiente e della situazione di pericolo era comunque fedelissima alla realtà e si è dimostrata un ottima esercitazione per gli studenti.

Karen Godby, assistente alla Iowa State University, sta pensando di utilizzare questi principi per studiare il modo in cui gli esseri umani percepiscono la gravità. Godby afferma che gli scienziati hanno una conoscenza incompleta della gravità, e che hanno nozioni ancora meno solide quando si tratta di analizzare come questa influenza il modo di percepire l’ambiente circostante.

Si augura, inoltre, di poter utilizzare questo tipo di simulazione per migliorare e accelerare l’addestramento degli astronauti della NASA, che allo stato attuale richiede più di quattro anni.

Al momento questo particolare tipo di simulazione è stato impiegato anche per addestrare i pompieri e esaminare le loro reazioni in condizioni di stress e forse, in futuro, sarà adoperato in modo analogo per studiare le condizioni dei soldati in battaglia.

 

 

 

 

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