Si riapre la causa contro Zynga, ex-colosso del casual gaming

Sembrano non finire mai i guai per Zynga, un tempo colosso del casual gaming. Ieri, a San Francisco, il giudice Jeffrey White ha respinto la mozione di Zynga, la quale chiedeva di annullare una class action che accusava di frode la dirigenza della compagnia.

Secondo gli avvocati di un gruppo di investitori di Zynga, la compagnia avrebbe nascosto a chi ne deteneva le quote il vero stato dei suoi giochi, che erano in procinto di uscire. Pare che la compagnia non avrebbe correttamente informato gli investitori delle modifiche alla piattaforma Facebook, che a loro volta avrebbero impattato negativamente sui giochi e, di conseguenza, sui risultati di Zynga. Lo stato di salute delle transazioni, effettuate dal bacino di utenti, sarebbe stato gonfiato nelle parole della compagnia, che avrebbe tenuto nascosto il fatto che fossero in declino.

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Queste affermazioni coprono il periodo tra l’offerta pubblica iniziale di Zynga (ossia l’inizio della quotazione in borsa e la possibilità delle persone di acquistarne le azioni), indetta a dicembre del 2011, e l’estate del 2012, quando il titolo ha perso in maniera massiccia il suo lavoro, a causa degli scarsi risultati. Non solo, gli avvocati affermano che la dirigenza di Zynga ha sfruttato tempestivamente l’occasione di liberarsi delle azioni della compagnia sul mercato, prima del loro calo; il prezzo delle azioni della compagnia sarebbe imploso brevemente dopo la “svendita”.

La causa è stata recuperata dopo essere stata annullata dal giudice White. Non c’è pace per Zynga, che assume sempre più i connotati di una fugace bolla che non lascerà il segno nella storia dei videogiochi.