Molti di voi forse ricorderanno del fatto che Brendan Iribe, CEO di Oculus VR, non molto tempo fa effettuò una donazione di ben 31 milioni di dollari all’Università del Maryland e che quest’ultima avrebbe impiegato tali fondi nella ricerca di nuove soluzioni per la VR. Beh, a quanto pare non abbiamo dovuto attendere poi molto per poter assistere ai primi risultati di quest’operazione di beneficenza.
Infatti, i ricercatori dell’università in questione hanno già iniziato i lavori su una tecnologia capace di riprodurre fedelmente l’audio in uno spazio completamente tridimensionale, al fine di assicurare agli utenti una percezione realistica della distanza e delle posizione da cui proviene ogni suono. Un’innovazione che non poteva certo passare inosservata a Palmer Luckey e soci.
Oculus VR si è quindi apprestata ad acquistare i diritti per utilizzare la tecnologia audio di VisiSonics, un team fondato dal professore di informatica Ramani Duraiswami e da altri ricercatori universitari. Insomma, un altro piccolo passo che porta la società di Palmer Luckey sempre più vicina all’obiettivo di garantire una soluzione VR economica e altamente immersiva e che Brendan Iribe ha così commentato:
“L’audio è un ingrediente fondamentale per ottenere una realtà virtuale immersiva. La tecnologia ideata dal team di VisiSonics è un ottimo inizio per dare il via a una soluzione audio perfettamente funzionante e siamo incredibilmente contenti di stare finanziando il loro lavoro per portare la VR sempre più avanti“.
“Quando andate al cinema trovate tutta una serie di altoparlanti intorno a voi, che sono capaci di ricreare l’illusione della distanza dei suoni“, ha detto Amitabh Varshney, direttore dell’Istituto degli Studi Avanzati del Computer e professore di informatica. “Il Dr. Duraiswami è in grado di ricreare quell’intera esperienza in un paio di cuffie “.
Sembra, insomma, che anche stavolta Oculus VR sia riuscita a fare centro, investendo su una realtà che potrebbe apportare grossi benefici allo sviluppo delle tecnologie compatibili con la virtual reality. E chissà che il prototipo Crescent Bay non ci riservi qualche grossa sorpresa in futuro.