Oculus Rift + Kinect = follia psichedelica

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Ormai non è più così raro vedere esperti del settore o anche semplici amatori dilettarsi in esperimenti che uniscono assieme le potenzialità di più tecnologie. Questa tendenza nel campo della realtà virtuale sembra infatti più che in voga: nel tentativo di portare l’esperienza immersiva a un livello sempre più completo, si è cercato di implementare ai visori per la realtà virtuale (Oculus Rift su tutti) dei dispositivi in grado di aumentare l’interazione con oggetti virtuali. Il video qui di seguito ne è un esempio.

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Ultimo “ritrovato” di questa tendenza è infatti un esperimento realizzato da un certo Drew Skillman, che vede l’utilizzo proprio di Oculus Rift assieme al dispositivo di cattura del movimento progettato per la console di ultima generazione Xbox One, il Microsoft Kinect, o più precisamente, il nuovo modello. Il dispositivo è infatti in grado di percepire le forme dell’ambiente circostante e replicarle all’interno di un ambiente virtuale, così come i nostri movimenti, che all’interno dei videogiochi che ne sfruttano la tecnologia, vengono tradotti in comandi di gioco, interagendo perciò con l’ambiente virtuale. L’esperimento sfrutta perciò queste potenzialità del Kinect, per interagire all’interno di un ambiente in realtà virtuale esplorato tramite il visore Oculus Rift (e, nel caso specifico, realizzato con il motore di gioco Unity).

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Come potete vedere nel video riportato in calce all’articolo, la tecnologia offerta da Kinect permette di interagire con l’ambiente in realtà virtuale anche attraverso degli input diversi dal semplice tocco. Alcuni gesti possono infatti essere tradotti in comandi diversi, come ad esempio l’indirizzamento di un fascio di luce che esplode quando tocca una superficie. Inutile dire che di fronte a possibilità di questo genere, il concetto di “realtà aumentata” all’interno di una fruizione video ludica assumerebbe connotati decisamente più interessanti. I video qui riproposti mostrano chiaramente un aspetto asettico, composto da strutture minimali, ma quello che vediamo potrebbe essere una versione base fatta in casa di quella che è la tecnologia della performance-capture, utilizzata per la realizzazione di film in digitale. I nostri movimenti vengono infatti tradotti in tempo reale all’interno della realtà virtuale, e se al posto di quelle forme stilizzate avessimo un paesaggio finemente realizzato, il risultato sarebbe pressoché lo stesso.

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Questa ibridazione tra le varie tecnologie sta prendendo sempre più piede, e molto spesso più tra amatori e artisti che tra esperti del settore. Questa tendenza potrebbe presto portare tecnologie difficilmente accessibili, alla portata veramente di tutti.

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