La realtร virtuale diventa sempre piรน reale. No, ragazzi, non sto scherzando, dico sul serio. Quante volte abbiamo parlato della capacitร immersiva di Oculus Rift? Centinaia, anzi migliaia di volte. Ebbene, e se vi dicessi che sono stati condotti numerosi esperimenti per far sรฌ che lโimmersione risulti cosรฌ veritiera da garantire โreali interazioni virtualiโ? Lo so, sembra uno strano gioco di parole, ma in realtร รจ tutta opera di Philip Rosedale, il creatore del celebre mondo virtuale Second Life che di recente ha bissato la sua esperienza con le piattaforme VR sviluppando High Fidelity, ovviamente compatibile con il nostro benamato visore. Difatti, questโultimo รจ un nuovo ambiente virtuale in cui Rosedale e il suo team sono riusciti a migliorare notevolmente le interazioni avatar-to-avatar riducendo di gran lunga la latenza, quella che in gergo video ludico definiamo ping time, ossia lโintervallo di tempo tra lโinput dato dagli utenti e lโoutput restituito dal sistema. In tal modo, Rosedale era stato in grado di rendere lโinterazione tra gli avatar molto simile ad una videochiamata effettuata con Skype.
Un traguardo lodevole, ma che evidentemente non lโaveva soddisfatto del tutto. Da qui allora lโidea di collaborare con Adam Gazzaley, neuroscienziato presso lโUniversitร della California di San Francisco, per dimostrare come il mondo VR puรฒ influenzare le trasformazioni fisiche e soprattutto mentali degli esseri umani. E in tal senso, a giudicare dai risultati ottenuti e presentati, la loro collaborazione รจ stata davvero efficace, in quanto ha portato allo sviluppo di Glass Brain, un dispositivo capace di esplorare la mente umana. Con esso Rosedale e Gazzaley hanno realizzato in laboratorio il modello 3D degli impulsi elettroencefalografici della moglie del primo Yvette. Certo, tale dispositivo รจ solo un piccolo passo in avanti verso il raggiungimento dello scopo prefissato dal fondatore di High Fidelity, ma cโรจ da scommettere che in un futuro non molto lontano si arriverร ad un punto in cui le interazioni virtuali riusciranno a modellare il comportamento umano a livello neurologico. E di sicuro Philip sarร lรฌ pronto a fornirne per primo le prove!
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