Robot Rift: verso la simbiosi uomo-macchina?

I robot esercitano un fascino innegabile.

robotRobot, mecha, cyborg e androidi hanno popolato l’immaginario fantascientifico di giovani e meno giovani per lungo tempo. I videogiochi e Internet, dopotutto, sono figli illegittimi di quello stesso immaginario: la declinazione realistica di quegli scenari roboanti immaginati in romanzi, racconti e film di fantascienza che hanno fatto sognare “gli orfani […] del futuro luccicante propagandato nel dopoguerra […] Una generazione cresciuta con la convinzione che avrebbe viaggiato fra le stelle percorrendo le vie della Forza o muovendo giganteschi robot dai nomi altisonanti“, secondo le parole di Jamie D’Alessandro nel suo libro Play 2.0. Storie e personaggi nell’era dei videogame online (2005, p. 215).


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Oggigiorno, dopotutto, siamo tutti un po’ cyborg, o meglio fyborg, con i nostri smartphone, iPod, Google Glass, peace maker, apparecchi per l’udito e altro ancora. Il futuro si è rivelato meno allucinato ma sicuramente più funzionale. La stessa realtà virtuale, vera e propria summa del concetto di cyber, si è rivelata molto diversa da come veniva immaginata nei film e nei primi esperimenti tecnologici, e i robot si sono evoluti in modo tale da funzionare come macchinari aziendali, piuttosto che come amici meccanici (chi si ricorda di Emilio Robot?).

Oculus Rift sembra però potenzialmente adatto per restituire la componente umana ai robot, dando nuovo senso al concetto di telepresenza, finora confinata alle semplici videoconferenze. La frenesia dell’era contemporanea ci spinge (costringe?), dopotutto, a mirare all’ubiquità, a spostarci spesso, ad interagire con persone che vivono dall’altro lato del globo. Grazie alla simbiosi tra Oculus Rift e robot, la telepresenza potrebbe assumere una nuova dimensione fisica. Come mostra il video seguente, utilizzando un package chiamato PR2 Surrogate è possibile funzionare in concerto un robot PR2, un visore Oculus Rift e un motion controller Hydradeck.

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Un’evoluzione del concetto di robot telecomandato, le cui possibilità di utilizzo hanno come unico limite la fantasia umana. Robot comandati a distanza tramite Oculus Rift potrebbero permettere di svolgere compiti che il corpo umano non può sostenere, ma che un robot non può portare a termine senza un’abile guida. Le applicazioni in campo militare, poi, sarebbero svariate, non ultima l’utilizzo di Oculus Rift per pilotare droni di ricognizione.

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L’avevamo già detto e, se ce ne fosse bisogno, lo ribadiamo: Oculus Rift andrà oltre la semplice applicazione videoludica. Quello che stiamo vedendo ora… è solo l’inizio.

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