Avete letto bene! Secondo uno studio condotto dall’Istituto Max Planck per lo sviluppo umano e pubblicato dalla rivista tedesca Molecular Psychiatry, i videogiochi aiutano a tenere in forma il cervello. A pensarci bene non è una notizia così incredibile, infatti anche se non ce ne rendiamo conto, l’atto del videogiocare comporta l’utilizzo di numerose funzioni cerebrali in quanto richiede un certo livello di concentrazione, al fine di coordinare la vista con il movimento delle dita (e nel caso di Oculus Rift anche con quello della testa!).
In particolare, lo studio è stato effettuato su 23 individui dell’età media di 24 anni, a cui è stato chiesto di giocare all’immortale Super Mario 64 per mezz’ora al giorno in un arco di due mesi. Il risultato dell’esperimento? La prova concreta che videogiocare non solo ha comportato una crescita di ben tre settori del cervello, responsabili di funzioni quali la navigazione spaziale, la pianificazione strategica, l’abilità motoria e la capacità di memorizzazione, ma che potrebbe costituire anche un valido aiuto nella prevenzione del morbo di Alzheimer e di altre patologie mentali.
Ma a noi di oculusriftitalia è sorta spontanea una domanda: se il videogioco fruito in maniera “tradizionale” è in grado di portare a simili risultati, l’utilizzo di Oculus Rift potrebbe forse garantire risultati ancor più sorprendenti? Noi siamo pronti a scommettere di sì, d’altro canto l’esperienza della realtà virtuale richiede un livello di attenzione sicuramente superiore al normale visto che, nel momento in cui indossa il visore, il giocatore si ritrova in una dimensione a lui completamente sconosciuta e isolata dal mondo reale.
E se il videogioco potesse diventare qualcosa di più che un semplice passatempo? In un post da noi ieri pubblicato abbiamo accennato a un esempio di Game Therapy, in cui una simpatica signora anziana è sorprendentemente rimasta incantata dall’utilizzo di Oculus Rift, che la sta aiutando a vivere più serenamente la sua lotta contro il cancro. Non sarebbe fantastico se Oculus Rift, un dispositivo nato dalla passione di un giovane ragazzo, nonché la più grande rivoluzione degli ultimi anni nel campo del gaming, potesse aprire una nuova strada anche nella prevenzione di disturbi mentali come il morbo di Alzheimer? A ogni modo, in una società in cui la disinformazione videoludica la fa da padrona, a noi di oculusriftitalia fa sempre piacere ascoltare notizie del genere e non vediamo l’ora di venire a conoscenza dei risultati che deriveranno da future ricerche applicate nel campo della realtà virtuale.