Realtà virtuale dal vivo: il MIT sviluppa “morphing table”

Con l’arrivo di Oculus Rift e il definitivo sdoganamento della realtà virtuale, molti sono gli sviluppatori, o i semplici appassionati che hanno potuto dare consistenza ai loro sogni. Eppure Oculus Rift non è l’unico dispositivo che sembra in grado di realizzare le ambizioni digitali delle persone. Molti altri sono i tentativi di digitalizzare la realtà e, soprattutto se si parla di “consistenza”, allora è il caso di dare un’occhiata al lavoro dei bravi giovani del MIT che, invece di portare il reale nel virtuale, portano il virtuale nel reale attraverso un progetto rivoluzionario che non ha mancato di esaltare alcune eminenti personalità della tecnologia, tra cui il giovane e estroso Keiichi Matsuda.

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Creato dal professore Hiroshi Ishii assieme al suo gruppo di studenti, questo “morphing table” (il progetto non ha ancora un nome definito) è in grado di scansionare in tempo reale qualsiasi cosa sia posto tra due sensori, sia esso un oggetto inanimato o una parte del corpo, così da riprodurlo in tempo reale attraverso un sistema plastico di solidi in movimento. Detta così sembra una cosa molto complessa, in realtà – per quanto certamente lo sviluppo sia stato difficile – parliamo semplicemente della possibilità di scansionare un corpo per riprodurlo in un altro luogo. La potenza di quest’idea è data dal fatto che il risultato sia un qualcosa di solido e quindi capace di interagire con gli oggetti. Sebbene allo stato attuale il risultato sia ancora molto limitato, nei video diffusi dal MIT è possibile notare come il team si diverta nell’interazione con una piccola sfera rossa.

Ma come funziona? La formazione del solido tridimensionale è processata da un computer che muove una serie di parallelepipedi la cui posizione rispetto al piano è calcolata in base alla conformazione dell’oggetto scannerizzato. I risultati spaziano quindi da una riproduzione di una mano, a quella di una cesta. Tutto in tempo reale! Le applicazioni sembrano infinite, dalla riproduzione in remoto di oggetti tridimensionali, alla ricostruzione solida di oggetti in scala.

Fonte: Sploid

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