Recensione Immortal: Unchained

Immortal: Unchained è un Souls-like, ovvero un gioco ispirato alla serie Dark Souls, sviluppato da Toadman Interactive. La particolarità che differenzia questo titolo dagli altri appartenenti al giovane genere (se davvero lo si può definire tale) è la presenza di armi da fuoco. Infatti a prima vista potrebbe persino sembrare uno sparatutto in terza persona, ma in realtà come stile di gioco ne è parecchio distante. Nonostante in alcuni casi quest’opera riesca a suscitare le stesse sensazioni dei lavori di FromSoftware, sotto molti altri aspetti risulta, a voler esser buoni, mediocre. In particolare sulla versione per PlayStation 4 abbiamo riscontrato vari difetti tecnici. Inoltre a causa della difficoltà piuttosto elevata, e a volte persino scorretta, questo titolo sicuramente non è adatto a tutti. Il prodotto è già disponibile da qualche giorno, e qui potete vederne il trailer di lancio.

Come avrete notato, l’ambientazione di Immortal: Unchained è futuristica, il ché è abbastanza raro nei titoli di questo genere. La trama è criptica, e starà a noi ricostruirla pezzo per pezzo con le informazioni che ci vengono date. Il gioco inizia con il nostro protagonista che si risveglia incatenato in una prigione, senza alcuna memoria del passato. Grazie all’aiuto di un uomo misterioso riusciamo ad evadere dalla struttura, e finiamo per trovarci ai piedi di un monolite. Come ci viene spiegato dal custode dell’oggetto, questo blocco di pietra nera è l’origine dell’universo, e ne mantiene l’equilibrio. Per qualche motivo il flusso da esso generato è stato sconvolto, facendo sprofondare sei dei nove pianeti in cui erano presenti delle civiltà nell’oscurità. Gli abitanti dei rimanenti mondi sono invece diventati dei feroci non-morti senza senno. Il nostro primo obbiettivo sarà di attivare tre sfere Nexus per identificare cosa stia interferendo con il monolite e capire come fermarlo. Durante l’esplorazione potremo trovare numerose statue, cristalli e altri punti di interesse che ci forniranno vari dettagli sulla storia dell’area. Purtroppo però spesso queste informazioni risulteranno piuttosto limitate e poco intriganti, e anche i dialoghi degli NPC, che tuttavia sono doppiati molto bene, a volte si riducono a farfugliamenti privi di significato. Ma dopotutto ciò ha un senso in un contesto così decadente e apocalittico. Un particolare sicuramente positivo è la presenza della localizzazione in italiano, che, a parte qualche piccolo errore nei menu, è stata realizzata con cura.

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Per vincere sarà necessario comprendere gli attacchi del nemico e sfruttare ogni apertura.

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Come dichiarano gli stessi sviluppatori sul sito ufficiale, il gameplay di Immortal: Unchained è difficile e molto punitivo. I combattimenti sono di per sé divertenti e, visto che anche un piccolo errore potrebbe costare caro, la tensione è sempre molto alta. Come nei Souls, dobbiamo gestire la nostra stamina con attenzione: questa viene consumata ogni volta che corriamo o facciamo una rotolata. Mentre, com’è naturale, sparare non la richiede. Tuttavia visto che abbiamo a disposizione un numero limitato di munizioni, che possiamo ripristinare riposandoci a degli obelischi o usando dei consumabili, dobbiamo stare attenti a non sprecarle inutilmente. Un altro fattore da tenere sempre in considerazione è la ricarica dell’arma: infatti questa operazione, che dura molto più a lungo rispetto al semplice curarsi, viene interrotta ogniqualvolta eseguiamo una schivata o veniamo colpiti. Per questo per vincere sarà necessario comprendere gli attacchi del nemico e sfruttare ogni apertura. Nonostante nelle nostre partite avessimo investito un buon numero di punti nell’attributo Forza, gli strumenti per il combattimento corpo a corpo ci sono sembrati deludenti: Il danno è inferiore a quello delle pistole, hanno tutti un moveset identico e soprattutto consumano stamina. Perlomeno se conosciamo bene gli avversari possiamo usare questo tipo di attacchi per risparmiare sulle munizioni, soprattutto in caso portassimo con noi armi con pochi colpi come i lanciagranate.

Alcune aree sono molto suggestive

Oltre alla barra dei punti salute, ogni nemico, boss compresi, ne ha una della stabilità. Quando questa viene azzerata l’avversario rimane stordito per qualche secondo, permettendoci di curarci e ricaricare indisturbati. A seconda del punto del corpo del nemico a cui spariamo possiamo ottenere svariati effetti. Colpendo i punti deboli, che sono praticamente sempre la testa e la schiena, infliggeremo danno extra. Ferendone le braccia possiamo mutilare i non morti, impedendogli di usare le loro armi. Infine mirando alle gambe possiamo ridurre di molto la stabilità dell’avversario. Purtroppo, nonostante queste meccaniche siano interessanti, abbiamo finito per non sfruttarle a causa del sistema di mira e dei controlli piuttosto scomodi. Inoltre le nostre armi da fuoco, inclusi i fucili da cecchino, hanno tutte una gittata estremamente limitata, per questo spesso conviene semplicemente usare il Lock-On automatico. I nemici, ad eccezione dell’equipaggiamento, sono tutti molto simili, e la strategia migliore per affrontarli è quasi sempre andargli alle spalle per colpire il punto vulnerabile. Anche i boss non brillano per l’originalità, e spesso l’unico modo in cui questi vengono resi ostici è tramite l’arrivo di fastidiosi minion durante lo scontro.

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Possiamo raggiungere i tre pianeti nell’ordine che preferiamo.

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Gli obelischi, a cui abbiamo accennato prima, sono i “falò” di Immortal: Unchained. Possiamo risposarci ai piedi di queste strutture per ricaricare le nostre risorse, salire di livello, cambiare equipaggiamento e potenziare le armi. Inoltre qui possiamo anche decidere di smantellare gli strumenti che non ci servono per ottenere nuovi materiali. Interagendo con un obelisco tutti i non morti che abbiamo eliminato torneranno in vita. La valuta di gioco, usata per praticamente ogni operazione, sono i Bit. Possiamo ottenerli sconfiggendo i nemici, tuttavia in caso di morte li perderemo tutti e dovremo raggiungere il punto in cui siamo stati uccisi per recuperarli. I Bit sono necessari, anche se in piccole quantità, anche per aprire i passaggi verso i tre pianeti esplorabili, che possiamo quindi raggiungere nell’ordine che preferiamo. Durante la nostra avventura potremo imbatterci in degli oggetti chiamati Aspetti, che possiamo decifrare per sbloccare un effetto selezionato casualmente. Per esempio i bonus possono consistere nell’aumento dei danni di un certo tipo di arma, la riduzione dei danni da caduta, maggiore velocità di schivata e molto altro. Tutto sommato abbiamo apprezzato questa feature, poiché aumenta la rigiocabilità spingendo a provare stili di gioco differenti.

Gli Aspetti ci conferiscono bonus molto utili

Uno degli aspetti migliori di Immortal: Unchained è sicuramente il Level Design. Spesso abbiamo a disposizione varie strade per raggiungere il nostro obbiettivo, e l’esplorazione viene costantemente premiata grazie ai tantissimi tesori nascosti in ogni angolo dell’area. Inoltre la sensazione di sorpresa e sollievo quando si apre una scorciatoia a un obelisco già incontrato è la medesima di quella che si prova nei titoli di FromSoftware. Visto che avremo a disposizione relativamente poche cure, la distanza tra un check point e l’altro sarà breve, ma piena di pericoli. Correre per evitare i nemici è una pessima idea, poiché in tal modo il rischio di non trovare un punto per riposarsi è molto alto. Dovremo sempre avanzare con calma e pianificare la maniera migliore per ingaggiare gli scontri, soprattutto in caso dovessimo affrontare più avversari contemporaneamente. Arrabbiarsi per una sconfitta o cercare di sbrigarsi, a meno che non conosciate già bene l’area, non farà altro che portarvi alla morte. A volte purtroppo dovremo fare un po’ di Trial and Error, ma ciò non risulta troppo frustrante proprio perché di solito gli obelischi sono abbastanza vicini l’uno all’altro. Per ottenere alcune armi e materiali rari dovremo fare parecchio backtracking, visto che per aprire certe casse e porte dobbiamo essere in possesso di un determinato numero di decreti Cerium. Questi oggetti sono delle specie di chiavi che possiamo recuperare esplorando e avanzando nel gioco. Purtroppo questa meccanica può essere un po’ fastidiosa, visto che è difficile ricordarsi i requisiti per aprire ogni lucchetto.

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A volte basterà subire un colpo per morire.

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Nonostante le aree siano state realizzate generalmente bene, queste sono lungi dall’essere perfette. Soprattutto nelle fasi più avanzate del gioco subiremo spesso imboscate impossibili da prevedere, visto che alcuni nemici si teletrasportano, apparendo davvero difficili da gestire. Questa è solo una delle tante scorrettezze che Immortal: Unchained sfrutta per aumentare la difficoltà, la quale sarebbe altrimenti decisamente nella media. Il danno da caduta è completamente sproporzionato: è assurdo che il nostro personaggio, che all’inizio dell’avventura spezza con la forza bruta le catene che lo legano, si disintegri dopo una caduta di pochi metri. A volte nelle aree allagate è difficile capire dove possiamo camminare e dove no, e questo spesso porta a indesiderati, e letali, tuffi negli abissi. In alcuni livelli il terreno è disseminato di trappole che, oltre a infliggerci un po’ di danno, non ci permetteranno di muoverci o fare alcuna azione per svariati secondi, lasciandoci in balia dei colpi dei nemici. Inoltre non capiamo la scelta di non mettere in pausa il gioco quando si apre il menu, visto che a differenza dei titoli di FromSoftware non c’è alcuna componente online, e l’unico punto in cui si può cambiare equipaggiamento sono gli obelischi. Ma la cosa più irritante è indubbiamente l’essere atterrati: certi attacchi fisici e le granate fanno cadere il nostro personaggio, che ci mette qualche secondo a rialzarsi. Il brutto è che mentre siamo a terra non siamo in alcun modo invulnerabili ai proiettili degli avversari, i quali immancabilmente ci daranno il colpo di grazia. Per questo a volte basterà subire un attacco per morire, senza poter fare nulla per evitarlo.

Alcuni nemici sono equipaggiati di scudo

A livello estetico le ambientazioni di Immortal: Unchained sono generalmente ben realizzate, e in alcuni casi anche piuttosto suggestive. Le musiche di sottofondo invece sono un po’ anonime, e alla lunga diventano ripetitive. Purtroppo come abbiamo accennato all’inizio della recensione, abbiamo riscontrato qualche problema tecnico nella versione PlayStation 4 (standard) del titolo. Le texture degli oggetti spesso ci mettono molto tempo a caricarsi, e a volte ci sono vistosi cali di framerate. In particolare ogni volta che finisce un caricamento per qualche secondo il gioco va tremendamente a scatti, e anche i suoni vengono distorti in modo fastidioso. Abbiamo sentito persino di casi in cui l’applicazione è andata in crash, rischiando di compromettere i dati di salvataggio, ma nelle numerose ore che abbiamo dedicato al titolo non ci è mai capitato. In effetti, a parte qualche hitbox ballerina, non abbiamo riscontrato alcun bug che compromettesse il gameplay vero e proprio. Comunque è probabile che Toadman Interactive sia già al lavoro per risolvere i difetti sopracitati.

Immortal: Unchained è sicuramente un titolo che aveva grandi potenzialità, grazie all’idea di coniugare due generi che finora non si sono mai incrociati, ma che purtroppo non è riuscito a sfruttarle. Mentre la parte Action RPG funziona abbastanza bene, quella che dovrebbe essere la componente più originale, ovvero lo shooting, risulta decisamente deludente. Se siete fan dei Souls è comunque probabile che questo gioco riesca a intrattenervi per una ventina di ore. Tuttavia se quello che cercate è un’esperienza più simile a quella di uno sparatutto in terza persona, non possiamo consigliarvi questo prodotto. Inoltre il prezzo attuale di 49,99 euro è decisamente troppo alto per ciò che Immortal: Unchained ha da offrire al momento.

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