Recensione Divinity: Original Sin 2 Definitive Edition [PS4]

Analizzare Divinity: Original Sin 2 Definitive Edition non è semplice, soprattutto a causa dell’immensa mole di contenuti del titolo. Infatti, oltre a tutti i DLC e gli aggiornamenti pubblicati nel corso dello scorso anno, questa edizione include moltissime modifiche sia al gameplay che alla narrativa. Abbiamo provato a lungo la versione per PlayStation 4 del gioco, che, come ci aspettavamo, è migliorato sotto ogni punto di vista, sebbene la qualità dell’originale fosse già altissima.

Il gioco è ambientato a Rivellon, 300 anni dopo gli eventi del primo capitolo. Noi siamo dei sourcerer, degli individui in grado di attingere all’energia della source per lanciare incantesimi dalla potenza straordinaria. Tuttavia, a seguito della dipartita di Lucian, il Divino, usare tali poteri richiama terribili demoni, chiamati voidwoken, da un’altra dimensione. Per questo motivo, un ordine religioso sta catturando tutti coloro dotati queste abilità per imprigionarli a Fort Joy, dove promettono di “guarirli” da questa piaga. Dopo un travagliato viaggio per mare, facciamo anche noi il nostro arrivo nel campo. Qui faremo la conoscenza dei nostri futuri compagni di viaggio, con cui decidiamo di evadere dal forte. Questa è solo l’introduzione della trama di Divinity: Original Sin 2, che evolverà in modo diverso a seconda delle nostre scelte. Uno dei pregi più evidenti del titolo è proprio l’estrema libertà che viene concessa al giocatore: difatti abbiamo a disposizione tantissime opzioni per raggiungere ogni obbiettivo, permettendoci, così, di affrontare l’avventura con lo stile di gioco che più ci aggrada. Per esempio, potremo allearci con un gruppo di detenuti che spadroneggia nel campo, cercare di trovare un compromesso con loro o, se siamo sufficientemente preparati, anche ucciderli tutti. Ogni nostra azione avrà un impatto sul mondo di gioco, e influirà sul rapporto che abbiamo con gli altri membri del party: se uno di questi si trovasse in profondo disaccordo con noi, potrebbe persino decidere di abbandonare il gruppo.

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Ogni nostra azione avrà impatto sul mondo di gioco

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All’inizio dell’avventura in Divinity: Original Sin 2 potremo decidere se giocare nei panni di uno dei personaggi di default, che hanno già una loro determinata storia e caratteristiche, o creare il nostro tramite l’editor. La personalizzazione, sia estetica che di abilità, è ottima. Possiamo scegliere tra quattro razze diverse: umani, elfi, nani e lucertole, in più ora è anche possibile giocare nella versione non-morta di ciascuna di esse. Giocare nei panni di scheletro influenzerà in modo sostanziale anche il gameplay: per non essere attaccati dagli NPC dovremo nascondere il volto, le magie e gli oggetti curativi ci danneggiano, mentre il veleno ci cura. Sebbene inizialmente dobbiamo scegliere una classe tra le 14 disponibili, durante il gioco possiamo distribuire liberamente i bonus alle statistiche e le nuove tecniche, in tal modo potremo creare tantissime combinazioni e strategie uniche. Un’altra caratteristica molto importante sono i Tag, con cui potremo definire le origini e il passato del nostro alter ego. Per esempio, possiamo decidere che il nostro personaggio sia un nobile pomposo, e in tal caso, oltre alle normali opzioni di dialogo, a volte avremo a disposizione scelte esclusive di quel Tag.

Divinity: Original Sin 2
A seconda delle origini del nostro personaggio avremo opzioni di dialogo diverse.

Nonostante, spesso, avremo la possibilità evitare lo scontro diretto, sia attraverso il dialogo che la furtività, i combattimenti sono un’altra componente fondamentale del titolo. Le battaglie si svolgeranno a turni, e per vincere è necessario avere una strategia solida e sfruttare al massimo gli elementi dell’ambientazione. La grandissima interattività degli oggetti presenti nell’area e il modo in cui è possibile combinare gli attacchi elementali rende il gameplay molto profondo. Per esempio potremo incendiare le superfici coperte di olio, oppure teletrasportare grazie a un incantesimo i nemici in zone pericolose per portare lo scontro a nostro favore. Ovviamente anche gli avversari, la cui IA è molto sveglia e spietata, cercheranno di fare lo stesso. In Divinity: Original Sin 2 sono presenti quattro difficoltà, tra cui la Story Mode, che è stata introdotta proprio nella Definitive Edition. Questa modalità permetterà ai giocatori che trovano il titolo troppo arduo, o che semplicemente non sono interessati al combat system, di godere della storia e giocare di ruolo senza essere interrotti dalle battaglie. Infatti, anche nella modalità classica, ogni sfida si protrae piuttosto a lungo, soprattutto quando si è nuovi al gioco. Tuttavia una volta che si conoscono le abilità, e come è possibile sfruttarle a pieno, queste diventeranno molto più fluide e divertenti. Per i più esperti c’è anche la Tactician Mode, in cui anche un piccolo errore di calcolo potrebbe portare a conseguenze tremende. Infine, se siete convinti di essere strateghi infallibili, l’opzione Honour Mode fa per voi: il game over comporta la cancellazione definitiva del salvataggio, per questo non sono ammessi sbagli.

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Per vincere è necessario avere una strategia solida e sfruttare al massimo gli elementi dell’ambientazione

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Le statistiche dei nostri eroi non saranno utili solo in battaglia, infatti ci forniranno svariati vantaggi anche durante l’esplorazione e i dialoghi. Come avviene in buona parte dei GDR, questi andranno a influire sull’esito dei tentativi di persuasione: per esempio, in caso volessimo minacciare un personaggio, più punti forza avremo, più sarà probabile il successo. Tra gli elementi influenzati dagli attributi ci sono anche lo stealth e il peso massimo trasportabile. Visto che i level up non sono molto frequenti, ogni punto assegnato a una delle sei statistiche principali è molto importante, poiché determinerà anche le tecniche che quel combattente è in grado di apprendere. Purtroppo abbiamo trovato molto meno interessanti le abilità civili, altre caratteristiche del personaggio che a volte è possibile migliorare quando si avanza di livello. Infatti mentre sarà utile potenziare vari attributi, di solito non conviene incrementare più di una o due abilità civili a testa. Visto che possiamo sempre cambiare liberamente il leader del gruppo, spesso sarà sufficiente passare di volta in volta a quello più adatto a svolgere un determinato compito. Per esempio quando dovremo acquistare qualcosa ci converrà controllare chi ha l’abilità Baratto più sviluppata, mentre quando dovremo raccogliere un loot sarà più adatto un personaggio con Lucky Charm, che permette di trovare oggetti di maggior valore. Perciò sotto questo aspetto, soprattutto per chi vuole ottimizzare i level up, c’è molta meno varietà nella personalizzazione del gruppo. Inoltre a volte può essere tedioso doversi ricordare di cambiare leader ogni volta che si fa un certo tipo di azione.

Divinity: Original Sin 2
Uno dei primi dungeon che dovremo attraversare.

Con la Definitive Edition, l’opera di Larian Studios fa il suo arrivo anche su PlayStation 4 e Xbox One. La versione di Divinity: Original Sin 2 che abbiamo provato è proprio la versione di Sony, e siamo stati sorpresi positivamente: i comandi e l’interfaccia sono stati adattati in modo eccellente. Sebbene mouse e tastiera rimangano comunque il metodo più comodo e rapido per selezionare le abilità o aprire le varie schermate, gli input per controller si sono rivelati molto intuitivi. Una funzionalità utilissima è la ricerca automatica: tenendo premuto il tasto X possiamo individuare tutti gli oggetti nell’area circostante. L’unico difetto che abbiamo constatato è che a volte è difficile indicare il punto preciso in cui vogliamo muovere un’unità durante le battaglie. Anche l’interfaccia dei menu è stata riveduta per essere più accessibile e navigabile, in particolare ora, grazie al journal, potremo facilmente tenere traccia di tutti gli avvenimenti passati e le quest in sospeso. Poter posizionare e nominare dei marker sulla mappa rende l’esplorazione molto più piacevole. Per esempio se troveremo un baule chiuso con un lucchetto, ma non avremo ne la chiave ne un ladro per scassinarlo, potremo semplicemente indicare sulla mappa quel punto con la scritta “tesoro” per ricordarci di passare più tardi.

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I comandi e l’interfaccia sono stati adattati in modo eccellente

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Graficamente il titolo è molto gradevole, e le ambientazioni sono realizzate con cura. Nonostante la visuale possa sembrare quella isometrica classica del genere, grazie alla possibilità di zoomare e ruotare la telecamera, potremo osservare con maggiore libertà i particolari dell’area in cui ci troviamo. La colonna sonora, che è stata registrata da un’orchestra, è ottima. In particolare abbiamo apprezzato la presenza di musica dinamica: all’inizio del gioco potremo selezionare uno strumento musicale per il nostro personaggio, quando questo fa un colpo critico in battaglia, o nei momenti più importanti della trama, potremo udire una melodia suonata proprio da tale strumento. Un altro degli elementi di qualità straordinaria di Divinity: Original Sin 2 di cui non possiamo fare a meno di parlare è il doppiaggio. La Definitive Edition ha aggiunto l’audio a vari dialoghi che prima non lo prevedevano, e ora la quasi totalità del testo di gioco è doppiata. Per darvi un’idea, persino un piccolo granchio che possiamo trovare sulla spiaggia, con cui potremo parlare solo avendo un’abilità che ci permette di comunicare con gli animali, avrà una sua voce unica.

Divinity: Original Sin 2
Alcune ambientazioni sono molto suggestive.

Visto che questo sarà l’ultimo aggiornamento di Divinity: Original Sin 2, lo studio di sviluppo ha deciso di raccogliere quanti più feedback possibile dai giocatori per rifinire e migliorare ogni particolare. La curva dei punti esperienza necessari per salire di livello è stata regolata per rendere più interessanti le fasi di end-game. Alcuni combattimenti sono stati bilanciati, e ne sono stati aggiunti alcuni completamente inediti. Inoltre sono stati introdotti numerosi tutorial, che ci vengono presentati in modo graduale per non risultare invadenti, che saranno di grande aiuto per comprendere sia i controlli che il sistema di combattimento. Le migliorie non si limitano al gameplay, infatti è anche stata messa mano alla trama del titolo. Se prima, verso le fasi finali del gioco, la motivazione che spingeva alcuni dei membri della squadra risultava piuttosto debole, per esempio nel caso di Beast, adesso grazie a nuovi dialoghi questa è stata rinforzata. Anche la componente multiplayer, sia per quanto riguarda la modalità campagna che l’arena, è stata ulteriormente bilanciata e arricchita con nuovi livelli e personaggi.

Fantasy, gioco di ruolo, strategia. Per chiunque apprezzi anche solo uno di questi generi, Divinity: Original Sin 2 è un titolo da non lasciarsi scappare. Grazie alla narrativa non lineare, un combat system semplice da comprendere ma complesso da padroneggiare in tutte le sue sfumature, e un enorme mondo da esplorare liberamente, quest’opera è indubbiamente uno dei migliori RPG di sempre. Certo, non è completamente esente da difetti, ma questi sono davvero trascurabili a fronte della quantità e qualità dei contenuti confezionati con evidente passione da Larian Studios.