Il sottile confine tra l’autorità e l’abuso di potere è uno degli argomenti più caldi e sempre attuali negli Stati Uniti e serie come The Shield sono riuscite a raccontarlo con indimenticabile brutalità. Peccato che Battlefield Hardline, nei suoi momenti peggiori, ricorda uno sceneggiato poliziesco di infima categoria prodotto in Germania, e nei suoi momenti migliori si avvicina tutt’al più ai livelli di un qualunque Michael Bay. È un vero peccato, perché i valori di produzione ovviamente ci sono, e Visceral, con il primo Dead Space, aveva dimostrato di saper raccontare una storia, anche con una certa maestria.

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Il tentativo di introdurre una componente narrativa single player in Battlefield è sicuramente lodevole: il gioco tenta infatti di riprendere lo stile delle serie televisive, dividendo la campagna principale in episodi, e trasmettendo un recap all’inizio di ogni capitolo (il classico “nelle precedenti puntate”). È un espediente che va tuttavia a cozzare con una sceneggiatura tutt’altro che esaltante: i dialoghi sono scritti ingenuamente, perché cercano di fare il verso ai grandi e finiscono per far sembrare le frasi fuori luogo in maniera imbarazzante. Si avverte, chiaramente, la mancanza di uno sceneggiatore proveniente dal mondo delle serie TV, perché tutto tende a scadere nel cliché e in situazioni telefonate, da cui peraltro non fuoriescono mai veramente dei personaggi in grado di farci provare qualcosa nei loro confronti. Anche l’intreccio non riesce a convincere neanche un po’: intrighi e doppi giochi la fanno da padrone, ma non c’è una tematica di fondo, né tanto meno alcuna punizione per i corrotti. Si assiste al solito compiacimento da videogioco, dove tutto va bene finché si fanno saltare in aria un po’ di macchine e si distrugge qualche decina di palazzi.

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In più di un momento, avrete la sensazione che sia stata appiccicato un reskin poliziesco al tradizionale Battlefield.

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Il dilemma morale, il fondamento di serie televisive come la già citata The Shield, non è mai veramente presente nel gioco, asservito totalmente alle sue dinamiche action e in definitiva completamente innocuo. Vi basti dire che in una sezione vi scontrerete con… un alligatore! Ma anche se volessimo prendere Battlefield Hardline per quello che è, ossia una versione interattiva di Miami Vice, a differenza di questo cult televisivo non abbiamo nessun personaggio che resta veramente impresso. Non aiuta, in tutto questo, che il doppiaggio lasci davvero a desiderare: nelle versioni americane quanto meno c’era l’attrattiva di ritrovare gli attori di famose serie televisive poliziesche, che vanno irrimediabilmente perdute in questa versione e non sono sostituite da attori di analogo calibro. La natura di Battlefield è allo stesso tempo il più grande punto di forza e la più grande debolezza di Hardline. In sostanza, non troverete nulla di diverso dai classici episodi della serie: vi imbatterete persino in una fase a bordo di un carrarmato! Questo significa che le sparatorie sono solide, e la distruttibilità è divertente, per quanto le proporzioni dei livelli siano più circoscritte rispetto a Battlefield 4. Ma, in più di un momento, avrete la sensazione che sia stata appiccicato un reskin poliziesco al tradizionale Battlefield. C’è, tuttavia, un’interessante variazione sul tema, ossia la possibilità di affrontare i nemici in maniera non sanguinosa, il che aggiunge un sottile elemento di strategia. I livelli possono essere affrontati in maniera stealth e potrete decidere mostrare il distintivo ai nemici, che alzeranno le mani per un periodo limitato di tempo, durante il quale potrete ammanettarli; potrete anche arrestare fino a un massimo di tre criminali, ma dovrete stare attenti a puntare contro di loro la pistola, altrimenti potrebbero cercare di resistere aprendo a uno scontro a fuoco. Battlefield Hardline, almeno sulla carta, incoraggia il comportamento non violento, ma la meccanica dell’arresto sembra essere stata appiccicata in modo posticcio sulle dinamiche shooter, il che vuol dire che in certi momenti funzionerà, mentre in altri è destinata a stonare. Uccidere i nemici è, in ultima analisi, più semplice che arrestarli, e chi vuole perseguire la via virtuosa dovrà proseguire per tentativi.

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Battlefield Hardline, in definitiva, punta sul single player ma scade negli stessi errori dei precedenti capitoli. Non c’è nulla di memorabile nella sua storia, ed è un vero peccato, perché il setting avrebbe richiesto, per non dire meritato, un’esplorazione più intelligente. Per le considerazione sul multiplayer, invece, vi rimandiamo alla recensione dedicata.