Annunciato e fatto giocare un po’ a sorpresa durante la Gamescom 2017, Biomutant riuscì a conquistare il consenso di pubblico e critica sin da subito, salvo poi sparire per quasi dodici mesi e ripresentarsi con una nuova build durante la Gamescom 2018. Non sappiamo se a THQ Nordic piaccia catalizzare l’attenzione della fiera tedesca o sia una semplice casualità, ma siamo certi di una cosa: il procione in copertina non ha certamente sfigurato.
La build presentata è diversa rispetto a quella dello scorso anno sotto diversi aspetti, ma una cosa accomuna le due versioni: la caratterizzazione del personaggio. Come 12 mesi fa, siamo stati in grado di modificare a nostro piacimento il DNA del procione per cambiare l’aspetto e le statistiche. Non abbiamo un giudizio definitivo a riguardo: da una parte la personalizzazione è sempre soddisfacente, dall’altra, però, ci saremmo aspettati qualcosa in più visto l’avanzamento dello sviluppo.
Passando ora al gameplay, abbiamo subito notato con piacere i passi avanti dello sviluppo: il tempo di risposta dei comandi è immediato e consente di sconfiggere i nemici base senza troppi problemi. Gli attacchi del procione sono sempre gli stessi, ma durante la prova siamo riusciti a testare una sorta di mech, che ha rappresentato la vera e propria novità della build. Una volta entrati, siamo stati in grado di avanzare con più facilità mietendo vittime a più non posso: se da una parte ci è sembrato subito divertente, dall’altra è innegabile che i comandi, in questo caso, siano ancora da perfezionare. Pur potendo sparare infiniti colpi e assorbire l’olio dalle pozze, il ritmo è stato spezzato dalla lentezza del mech, interrotta per brevi fasi dal jetpack sulla schiena che permette di volare per pochi secondi.
Tornando al protagonista, è qui che il gameplay si è fatto interessante: una palla d’acqua gigante e una sorta di guanto d’acciaio ci hanno reso la vita più facile contro i nemici. La prima, utilizzabile liberamente, è un elemento fondamentale per raggiungere punti molto lontani, in quanto permette al procione di librarsi in aria e compiere una traiettoria più ampia, e anche di schiacciare qualche nemico. La seconda, invece, è una vera e propria arma, che ci permetterà di distruggere alcune porte in particolare e, soprattutto, di malmenare nemici di media taglia.
Dal punto di vista puramente tecnico, è evidente come l’anno in più di sviluppo sia stato necessario per migliorare Biomutant. Rispetto alla precedente prova, infatti, abbiamo notato un frame rate decisamente più stabile, un’Intelligenza Artificiale dei nemici superiore e un ambiente più vivo. Grazie alla sfida contro il boss finale, per esempio, abbiamo scoperto che alcuni edifici sono distruttibili, il che porta il giocatore a modificare l’approccio alla battaglia.
Nel complesso, Biomutant si è evoluto in positivo sia sotto il profilo del gameplay che sotto quello tecnico, e il rinvio al 2019 potrebbe essere un’occasione per levigare i dettagli e inserire qualche feature particolare. Sperando che il prossimo appuntamento con il procione avvenga prima di Gamescom 2019, rimaniamo curiosi e positivi per il futuro di Biomutant.
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