Il finale dovrebbe essere il momento più teso di un’esperienza episodica come Resident Evil: Revelations 2. Purtroppo, nonostante la buona costruzione dei precedenti episodi, siamo di fronte a un epilogo che non riesce pienamente a soddisfare. In questo quarto episodio, infatti, sono presenti tutti gli elementi che avevamo già avuto modo di criticare nei precedenti episodi. Su tutti, si riscontra una mancanza d’identità del gioco che, quasi fosse un multievento, propone diversi stili di gameplay, ma senza la solidità tecnica per sostenerli in maniera soddisfacente.
Su tutti, abbiamo una sezione iniziale con Claire e Moira che ricorderà Tomb Raider, ma che finisce per risultare frustrante data la difficoltà di controllare i personaggi. L’aggiunta dell’elemento a tempo introduce un po’ di tensione, ma in ultima analisi ci si ritrova sempre a risolvere i soliti enigmi in coppia. Ma il crimine più grande compiuto anche da questo quarto episodio è l’impossibilità di creare un’atmosfera: sperduti in location anonime, si perde facilmente quello che era lo spirito di Resident Evil, ossia spaventare e creare tensione. La sezione finale è ambientata in una villa simile a quella del primo Resident Evil, ma sfortunatamente si tratta di puro fanservice. La sensazione è di trovarsi di fronte a un gioco che cerca di essere tante cose contemporaneamente, dai primi Resident Evil, agli ultimi, fino a The Last of Us, ma non riesce mai pienamente a essere se stesso.
In tutto questo la storia non convince, per molti motivi. Innanzitutto, perché è impossibile prenderla sul serio, a causa di una scrittura dei dialoghi sopra le righe che finisce per risultare ridicola. D’altro canto, la natura episodica di Revelations 2 fa sì che i precedenti episodi abbiano affastellato tante domande, alle quali questo quarto episodio cerca di rispondere troppo frettolosamente, bersagliando il giocatore con documenti-spiegone che fanno tanto l’effetto “cattivone che rivela i suoi piani”. Se la sezione con Claire e Moira si risolleva grazie a un momento emotivamente coinvolgente, e dobbiamo dire ben gestito, la sezione successiva con Barry e Natalia risulta essere davvero stancante. L’idea di trovarsi in un sotterraneo ripieno di gas è interessante, ma all’atto pratico si traduce in estenuanti fasi di backtracking, dove abbiamo avuto grande difficoltà a trovare la strada a causa di una location tutta simile a se stessa, dove peraltro ritroviamo sempre gli stessi nemici dei precedenti episodi. Una sezione del genere sarebbe stata meglio in uno dei precedenti episodi, ma stona in un finale che dovrebbe mantenere il ritmo e l’interesse sempre alto, sorprendendo il giocatore con invenzioni sempre nuove.
Il gameplay macchinoso è una delle caratteristiche di Revelations 2 che fondamentalmente affossa noquesto finale, un difetto che ha purtroppo macchiato l’intera operazione. In Resident Evil 4 narrazione e gameplay dinamico andavano di pari passo, rasentando la perfezione. In Revelations 2 ci sono troppi momenti di stanca. E le rivelazioni che suggerisce il titolo? Alla fine arrivano: ma giungere ai credits è un atto d’amore che solo i fan più irriducibili della saga potranno permettersi.