Provato To Hell with Hell

Ricorda, To Hell with Hell è volutamente difficile. potrebbe capitarti di rimanere bloccato durante una partita, in tal caso la cosa migliore da fare è ricominciare da capo“. Queste sono le prime parole che ci siamo trovati davanti all’avvio di To Hell with Hell. Una specie di moderno “Lasciate ogni speranza, o voi ch’entrate“. La citazione alla Divina Commedia non è casuale, infatti il gioco, com’è facilmente intuibile dal titolo, è ambientato proprio all’inferno. Come dichiarato dagli stessi sviluppatori, questo roguelike è fortemente ispirato a Enter the Gungeon e Nuclear Throne. Anche se sotto certi aspetti l’abbiamo trovato fin troppo simile all’opera di DodgeRoll Games, nel titolo sono presenti alcune meccaniche molto interessanti e insolite per il genere.

La storia è piuttosto semplice: Asmodius è il sovrano degli inferi, e li governa con saggezza per garantire l’ordine. Un giorno un potente demone di nome Shacks, insieme ad altri diavoli, scatena una rivolta e detronizza Asmodius. Questo tuttavia non è del tutto impreparato a tale evenienza, avendo generato molti figli dal potere latente che vivono nel mondo degli uomini. La protagonista, una spogliarellista di nome Natasia, è proprio una dei discendenti, ed è stata convocata dal padre nel regno degli inferi al fine di sconfiggere l’usurpatore. Già da adesso possiamo notare una particolarità di questo titolo, ovvero che all’inizio della partita non è possibile scegliere tra vari personaggi. Ciò è abbastanza insolito per un roguelike, tuttavia è probabile che ne verranno aggiunti altri in update futuri, visto che il gioco si trova ancora in Early Access.

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Dovremo sempre avanzare con cautela e, soprattutto, non farci prendere dal panico.

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To Hell with Hell è un dungeon crawler bullet hell, in cui per avanzare al livello successivo dobbiamo obbligatoriamente eliminare ogni nemico presente nel piano. Durante l’esplorazione della mappa, che è generata casualmente, possiamo trovare armi e maschere. Le prime possono essere sia da fuoco che corpo a corpo, e,  nonostante ci sia una buona varietà nell’arsenale da raccogliere, questo è ancora nettamente inferiore a quello di Enter the Gungeon. In particolare la armi bianche sono tutte molto simili, e differiscono l’una dall’altra praticamente solo nell’aspetto. Le maschere invece sono degli oggetti creati da Asmodius che contengono l’essenza di un demone, e permettono alla protagonista di trasformarsi una volta indossate. Ognuna di queste dà a Natasia due abilità passive e due attive, inoltre ogni maschera ha una sua barra degli HP. Una volta che i punti vita di una di esse vengono azzerati, questa si rompe, e quindi ne perdiamo tutti i benefici. Come abbiamo riportato nell’introduzione, To Hell with Hell è un titolo che intende offrire al giocatore una sfida davvero impegnativa, che a volte però può risultare anche ingiusta. Infatti, se siamo particolarmente sfortunati e i nemici non ci lasciano munizioni o cure, potremo perdere pur non avendo commesso errori gravi. Un altro fattore che sicuramente rende il gioco più arduo è che non avremo alcun periodo di invulnerabilità dopo essere stati feriti da un colpo nemico. Per questo motivo spesso capita di perdere in un batter d’occhio una o più maschere. Dovremo quindi avanzare con cautela e, soprattutto, non farci prendere dal panico, per evitare di essere sopraffatti.

Stranamente alcuni boss sono più facili dei livelli normali.

A volte la difficoltà del titolo è dovuta più a delle pecche tecniche piuttosto che agli errori del giocatore. Per esempio, spesso è scomodo raccogliere le cure e i power up, poiché il prompt per farlo appare solo quando ci troviamo esattamente sopra di essi: non basta essere più o meno vicini. Questo, unito al fatto che gli oggetti scompaiono dopo pochi secondi, rende praticamente impossibile ottenerli nelle situazione più concitate. Un altro difetto è che tornando dal menu di pausa al gioco non c’è alcun countdown: se per caso si dovesse interrompere la partita per andare a rispondere al telefono, al ritorno è molto probabile prendere dei danni, a meno che non ci si ricordi da che parte stavano arrivando i proiettili. Questo difetto sarebbe facilmente risolvibile rendendo trasparente lo sfondo del menu. Inoltre, l’esperienza è a volte minata da bug, che, nonostante non siano frequentissimi, risultano comunque molto fastidiosi, poiché basta ricevere un paio colpi per morire.

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Per vincere sarà necessario usare con parsimonia i pochi salvataggi a disposizione

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Alla fine di ogni livello possiamo scegliere una tra quattro carte estratte a caso, che ci garantirà un certo bonus per il resto della run, e soprattutto siamo in grado di decidere se salvare o meno la partita. Infatti in To Hell with Hell è possibile registrare il proprio progresso, il ché è una cosa molto inusuale in un roguelike, tuttavia abbiamo a disposizione un numero limitato di salvataggi. Nelle prime due modalità, che sono ancora piuttosto gestibili, ne possiamo usare rispettivamente 6 e poi 3 per tutta la partita. Mentre alla difficoltà più alta dovremo completare il gioco in una singola tirata, praticamente follia pura. Per vincere sarà quindi necessario usare con parsimonia i pochi salvataggi a disposizione: sfruttarli tutti nei primi stage, oppure quando si hanno poche munizioni o punti vita, può rendere praticamente impossibile procedere, e costringere il giocatore a ricominciare tutto da capo.

Le abilità delle maschere influenzano anche i nostri proiettili.

La grafica del titolo, realizzata in pixel art, è molto gradevole, tuttavia non è perfetta, e a volte sarà difficile capire dove possiamo camminare e dove no, rischiando di rimanere incastrati e subire gli attacchi nemici. La varietà degli sprite è piuttosto limitata, e le varie trasformazioni delle maschere spesso saranno esteticamente identiche a eccezione del colore. Inoltre, ci sarebbe piaciuto vedere un po’ più di animazioni nei boss, che al momento risultano abbastanza scarni, tuttavia, stando alla roadmap rilasciata dallo studio di sviluppo, ciò sarà migliorato in un futuro update. Il comparto audio è ben realizzato, e spesso gli indizi sonori ci possono aiutare a prevedere l’arrivo di un pericolo. Le musiche metal, dal ritmo incalzante, contribuiscono a rendere il gameplay ancora più adrenalinico.

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Allo stato attuale, il titolo ha ancora troppi pochi contenuti.

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Giungiamo ora alla nota dolente di To Hell with Hell: allo stato attuale, il titolo ha ancora troppi pochi contenuti. Come detto in precedenza, nelle nostre partite ci siamo imbattuti più o meno sempre nelle stesse armi e maschere. I tre boss che incontreremo nelle varie partite saranno sempre gli stessi, ma soprattutto mancano tutti quegli elementi, come NPC, negozi, stanze segrete, che rendono le partite più dinamiche in titoli come Enter the Gungeon e The Binding of Isaac. Inoltre, la difficoltà effettivamente non è molto superiore a quella dei due prodotti appena citati, tuttavia negli altri giochi è possibile sbloccare nuovi oggetti pur perdendo la partita, mentre in To Hell with Hell non esiste nulla di tutto ciò. Per questo motivo un game over può risultare molto più frustrante.

Nonostante tutti i difetti sopraelencati, To Hell with Hell è sicuramente un gioco dal buon potenziale, perfetto per chi ama stare costantemente sul filo del rasoio, tuttavia, a meno che non siate fan sfegatati del genere, vi consigliamo di aspettare ad acquistarlo, visto che al momento risulta incompleto in vari aspetti. Vi ricordiamo appunto che il titolo si trova ancora in Early Access, quindi è probabile che, dopo aver ricevuto un primo feedback dagli utenti, Lazurite Games si metterà al lavoro per correggere questi problemi.