Dopo innumerevoli rumor, voci di corridoio e speculazioni provenienti da qualsiasi insider, in queste ore sono stati finalmente annunciati i primi titoli Pokémon canonici a compiere il grande salto generazionale, i primi in grado di coronare il sogno di milioni di fan che da decenni auspicavano l’arrivo di un gioco principale sulle piattaforme casalinghe, i primi a simboleggiare, ufficialmente, un inedito metodo di approccio al brand, incarnato perfettamente dalla natura ibrida di Switch, scissa in home gaming e mobile: Pokémon Let’s Go Pikachu e Let’s Go Eevee. Inaspettatamente, però, le due produzioni poc’anzi citate non sono la rappresentazione concreta di quanto annunciato durante l’E3 2017, ovvero il misterioso RPG Pokémon, bensì un “semplice” rifacimento di Pokémon Giallo, concepite, a nostro avviso in maniera magistrale, per svolgere tre funzioni ben precise e di fondamentale importanza: creare un legame profondo e indissolubile con Pokémon Go, tentando di trasportare l’utenza mobile sulla piattaforma casalinga, mantenere la cadenza annuale, soddisfacendo così i fedeli follower di vecchia data, e fornire ai neofiti, con il remake della prima generazione, un valido motivo per immergersi in una produzione a tema mostriciattoli tascabili. Insomma, un’operazione certosina e ben congegnata, anche se, osservando le reazioni del pubblico, la scelta non sembra esser stata molto apprezzata. Con il presente articolo vogliamo riassumere le principali funzionalità introdotte con questi due nuovi esponenti del franchise, tentando anche di spiegarvi perché, secondo noi, gli inediti giochi hanno qualcosa di interessante da offrire.
Innanzitutto, come scritto nell’introduzione, Let’s Go Pikachu e Let’s Go Eevee sono a tutti gli effetti, anche se definiti ispirati, dei remake di Pokémon Giallo, terzo titolo targato pocket monster uscito nel lontano 1998 su Game Boy Color, e come tali presenteranno, in teoria, sostanzialmente la medesima esperienza di gioco con qualche aggiunta importante legata ovviamente al gameplay. Sicuramente l’operazione ha senso, in quanto è vero che nel lontano 2004 uscirono i rifacimenti “Rosso Fuoco” e “Verde Foglia“, rappresentando quindi già una riproposizione migliorata della prima generazione, ma questo era l’unico modo per interfacciarsi con l’iterazione mobile di Niantic e di sancire, a tutti gli effetti, l’inizio di una nuova grande avventura. Dobbiamo riflettere sul fatto che questo non è l’annunciato, e tanto agognato, RPG misterioso che tutti siamo curiosi di osservare e testare, ma più semplicemente un capitolo di transizione e di preparazione per quello che avverrà l’anno prossimo. Insomma, è chiaro e lampante che Nintendo voglia in tutti i modi spingere l’utenza che ha, compreso lo spesso disprezzato pubblico casual, verso Switch e l’inedito episodio dei mostriciattoli tascabili, il quale con tutta probabilità segnerà davvero una nuova era per il franchise. Ciò è pienamente comprensibile, perché la casa di Kyoto ha fra le mani non soltanto una console che si sposa perfettamente tanto con l’anima hardcore dei player più appassionati quanto con l’essenza più frivola e immediata dei casual, ma stringe forte a sé anche la killer application che esplica concretamente questo dualismo: proprio Pokémon. Pertanto non stupisce minimamente l’operazione eseguita, l’importante è che essa introduca e proponga elementi a sufficienza da giustificare l’acquisto: osserviamo insieme le novità che contraddistinguono i titoli.
Non appena avviato il trailer di lancio, il primo elemento che emerge è proprio il cementifico legame che contraddistingue Let’s Go Pikachu e Let’s Go Eevee e Pokémon Go: difatti, collegando Switch all’applicazione, avremo la facoltà di trasferire ogni singolo mostriciattolo catturato dal telefono alla produzione principale, potendo così facilitare l’ottenimento degli stessi. Le finalità della feature, a nostro parere, sono due: fornire un’adeguata motivazione agli utenti esclusivi smartphone nel compiere il grande passo, e di ripagare gli appassionati più incalliti con la possibilità di utilizzare i pocket monster anche su console casalinga. Per ora non abbiamo intravisto ulteriori legami o possibilità, eccetto che la presenza di un pokémon misterioso di cui ancora non si conoscono origine, aspetto e natura; che Game Freak, in collaborazione con Niantic, voglia condurre anche chi non è minimamente interessato al prodotto mobile a scaricarlo e giocarlo mediante ricompense speciali? Molto probabile, staremo a vedere cosa gli studi di sviluppo annunceranno in seguito. I dubbi sono invece numerosi per quel che concerne un altro aspetto fin dalle origini ancorato all’essenza stessa della saga: la cattura. In base a quanto visto, infatti, sembrerebbe che essa possa avvenire esattamente attraverso lo stesso identico sistema utilizzato in Pokémon Go, contraddistinto da un semplice lancio della sfera, senza nessun indebolimento e quindi combattimento. Su questo tema ancora non abbiamo conferme o informazioni sufficienti per poter esprimere un parere certo, ma rimane sicuramente il fatto che annullare completamente la meccanica potrebbe far storcere il naso ai fan sfegatati delle esperienze originali.
Oltre a ciò, la vera grande novità capace di aggiungere qualcosa di completamente innovativo all’esperienza è senza ombra di dubbio la co-op, mediante la quale avremo la possibilità, in base a quanto visto dal trailer, di sconfiggere allenatori insieme ad un amico, proseguire nell’esplorazione collaborando e, addirittura, catturare i pokémon. Chiaramente bisognerà capire concretamente come ciò potrà essere implementato nell’economia di gioco, ma resta sicuramente il fatto che la feature appare interessante e in grado di aggiungere un pizzico di imprevidibilità all’avventura. Infine, impossibile non citare il sogno proibito di ogni bambino cresciuto a pane e Pokémon, di ogni adolescente che anche per una sola volta ha sognato di girare il cappello e lanciare la sfera poké su uno degli stupendi mostriciattoli tascabili che popolano le ambientazioni del brand: ebbene, il colosso giapponese ha annunciato completamente a sorpresa la Poké Ball Plus, uno speciale controller attraverso il quale potremo muoverci negli ambienti di gioco, catturare monster mimando il lancio (sfruttando i sensori esattamente come i Joy-Con) e addirittura accudirli trasferendoli prima nella sfera dal titolo, e poi portandoli in giro con noi facendogli magari anche qualche coccola. Insomma, sicuramente tutte piccole introduzioni, ma assolutamente perfette per incrementare il senso di immersione e rendere unico il nuovo viaggio a Kanto.
La maggior parte delle lamentele, poi, si sono concentrate sul comparto tecnico, definito non all’altezza del passaggio da una piattaforma arretrata tecnicamente come il 3DS a una di “nuova” (si fa per dire) generazione come Switch. Sicuramente quanto visto non appare rivoluzionario o stravolgente, ma se notiamo attentamente gli stralci di gameplay mostrato possiamo comunque notare un livello di dettaglio straripante per gli standard del brand, senza ovviamente nemmeno tralasciare l’incredibile numero di character presenti a schermo: potremo cavalcare un Onix o un Charizard in real time, attraversando i paesaggi e le location senza cali di frame rate o problematiche di vario genere, osservare i pokémon passeggiare nelle grotte o sui prati, oppure perderci ad ammirare l’incredibile qualità tecnica delle città, le quali sono apparse dettagliate e riproposte con dovizia di particolari. Immaginiamo, poi, che tutti abbiate notato un fantastico Mewtwo collocato in una riproposizione straordinaria della Grotta Celeste, contraddistinta dalle maestose rocce cristallizzate ad illuminare l’ambientazione. Ecco, se proprio dovessimo indicare un aspetto su cui puntare in Pokémon Let’s Go Pikachu e Let’s Go Eevee potrebbe essere proprio quello tecnico/artistico, soprattutto sulla ricreazione di setting dal grande impatto visivo, capaci di sfruttare pienamente l’hardware di Switch.
In conclusione, Pokémon Let’s Go Pikachu e Let’s Go Eevee rappresentano perfettamente le intenzioni possedute dalla casa di Kyoto: fornire ai player più navigati un prodotto in grado di suscitare un forte impatto nostalgico, caratterizzato però da importanti novità di gameplay, come la co-op, l’inedito controller a forma di sfera poké e possibili nuove meccaniche di gioco, e propinare agli utenti più casual la motivazione perfetta per passare dalla produzione targata Niantic a quella casalinga firmata Game Freak. L’unica vera, grande certezza rimane, comunque, il fatto che i due capitoli che ci apprestiamo a vivere rappresenteranno esclusivamente un succoso, gustoso e appagante antipasto prima della vera portata principale, datata seconda metà del 2019.
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