La saga di Kingdom Hearts ha visto i suoi albori ben 16 anni fa, nel lontano 2002, sulla tanto amata PlayStation 2, riuscendo nell’arduo compito di unire due brand completamente differenti, Disney e le meccaniche di gioco di Final Fantasy, riscrivendo completamente quelle che allora erano le regole dei JRPG. Il primo capitolo della saga di KH vedeva come protagonista Sora, un ragazzino di appena 14 anni divenire il prescelto del Keyblade, l’arma dalle sembianze di una chiave diventata simbolo distintivo del brand. Grazie a questa particolare spada, il giovane riuscì a sconfiggere le forze del male rappresentate dai misteriosi heartless e Ansem, losco figuro che mirava ad ottenere il Kingdom Hearts, un misterioso artefatto di cui non si è conosciuto lo scopo fino ai capitoli successivi, ma che sembrava essere fortemente legato ai cuori delle persone, proprio come l’arma del ragazzo. Durante il suo viaggio Sora incontrò nientemeno che Paperino e Pippo, i quali lo supporteranno per ogni capitolo del franchise, escluso forse il più importante dal punto di vista della trama: Kingdom Hearts Birth By Sleep. Il gioco in questione narra invece ciò che accadde ben prima dei fatti di Kingdom Hearts 1, e ci porta ad utilizzare tre personaggi fondamentali per gli avvenimenti futuri: Aqua, Terra e Ventus. Inutile scendere maggiormente nei dettagli, poiché la trama di KH risulta essere tra le più intricate mai concepite in ambito videoludico, senza contare che rischieremmo di fare spoiler a chi in questo momento sta recuperando le versioni rimasterizzate dei titoli sopraccitati, in vista del capitolo definitivo: Kingdom Hearts III, il quale chiuderà per sempre il ciclo narrativo a noi conosciuto. Quest’ultimo, annunciato nell’ormai lontano E3 del 2012, sembra in procinto di essere rilasciato sul mercato, poiché, dopo anni di estenuante attesa, colmata da (pochissimi) contenuti al riguardo, finalmente KH III sta iniziando a ricevere una campagna marketing degna di questo nome, con moltissimi trailer rilasciati nel corso degli ultimi mesi e addirittura un evento stampa a Los Angeles, dove è stato possibile per pochi professionisti del settore provarlo in anteprima.
La cosa che maggiormente avrà colpito i fan di tutto il mondo è l’immenso coraggio dimostrato da Nomura e Company nel decidere di creare un sequel che guarda al futuro, senza rinunciare minimamente alle sue origini. Difatti i più attenti avranno notato che ogni comando, magia, animazione, perfino la GUI, sono tutte inequivocabilmente tratte dai capitoli precedenti ed attualizzate, riuscendo a convincere sia i nostalgici dei primi due capitoli che chi invece ha maggiormente apprezzato lo stile di Birth By Sleep, radicalmente diverso dai predecessori. Inoltre, ogni mondo di gioco sarà notevolmente più aperto e tendente all’open world, dando vita a uno stile di esplorazione radicalmente differente rispetto al passato, in grado anche di coinvolgere la verticalità di diverse zone tramite la scalata di alcune pareti contrassegnate da un segnale visivo. Come potete notare dal video soprastante, la versione di prova del titolo dispone di tre porzioni di gioco, ciascuna delle quali ambientata in un mondo differente: il Monte Olimpo, Monsters e Co. e infine Toy Story, realizzati con un Unreal Engine 4 strepitoso, che mette in risalto dal primo all’ultimo angolo navigabile. Ognuna di queste ambientazioni è già apparsa nei trailer mostrati nel corso di quest’anno, quindi nessuna nuova location all’orizzonte per ora, probabilmente ne sapremo di più all’imminente E3. La sorpresa più grande tuttavia è stata scoprire come il team di Square sia riuscito non solo a ricostruire alla perfezione gli ambienti dei più grandi film Disney, ma a renderli vivi e vibranti, aumentando il numero di NPC, nonché le interazioni possibili, come ad esempio nel mondo di Rapunzel, dove è possibile nuotare, scivolare sulle colline, o addirittura smuovere il prato attorno a Sora grazie alla magia del vento.
Per quanto riguarda il gameplay, come detto sopra, Square ha deciso di unire vecchio e nuovo, aggiungendo un pizzico di novità in grado di migliorare ulteriormente l’esperienza di gioco. Infatti, come è possibile notare dalle immagini, è stato mantenuto il classico command deck apparso nei primi due capitoli della saga, mentre i comandi di reazione di KH II sono stati sostituiti da una loro variante chiamata “situazionale”, in grado di variare il gameplay in base alla situazione corrente. La GUI presente in game è praticamente identica a quella di KH II, sebbene sia adesso possibile avere ben 4 personaggi in team e non più tre come in passato, e sia presente una barra focus per utilizzare i comandi di tiro, già introdotti in Birth By Sleep, in maniera più dinamica e spettacolare. Le magie incluse nella demo sono le più conosciute: Fire, Blizzard, Energia, Thunder e Aero, qui pesantemente modificate per risultare coerenti al combat system dal ritmo frenetico. A quanto pare sono anche tornati i limiti e le invocazioni: difatti nel trailer di qualche mese fa venne mostrata la meravigliosa apparizione di Ariel, mentre nei livelli giocabili dell’evento è stato possibile richiamare a dare manforte a Sora niente meno che Ralph Spaccatutto, di cui si vociferava la presenza ormai da diverso tempo. La più grande innovazione in ambito di combat system tuttavia rimane il nuovo sistema adibito alle trasformazioni di Sora, che da adesso non saranno più legate all’abito indossato o al tipo di comando utilizzato in combattimento (similmente a quanto accadeva in Birth By sleep), bensì al tipo di keyblade che il protagonista utilizzerà. Ogni mondo di gioco, come sempre accaduto, possiede un keyblade con caratteristiche peculiari, che serviranno a potenziare notevolmente il ragazzo. Sembrerebbe che in questo capitolo si siano spinti ben oltre, dal momento che ogni keyblade disporrà di una trasformazione speciale che muterà radicalmente il moveset di combattimento del nostro eroe, il quale avrà accesso ad una moltitudine di nuove mosse ed attacchi straordinari. Menzione d’onore infine va fatta alle nuove invocazioni speciali, che consentiranno di evocare delle riproduzioni fatte di luce delle attrazioni più famose di Disneyland, ciascuna dotata di abilità speciali utili in battaglia.
Altra cosa radicalmente cambiata rispetto ai capitoli precedenti è l’estetica della maggioranza dei personaggi, soprattutto per quanto concerne Sora e Riku, i quali non solo indossano abiti differenti e hanno un diverso taglio di capelli, ma addirittura un differente keyblade, almeno per quanto riguarda il secondo. Il coprotagonista della serie sembrerebbe lasciare volontariamente la propria arma, ormai rovinata, nel regno dell’oscurità, e adottare un keyblade le cui sembianze ricordano a tutti gli effetti una chiave di un automobile. Questo dettaglio, che a molti potrebbe sembrare di secondaria importanza, è fondamentale, specie se consideriamo i pochissimi indizi rivelati riguardo la trama del gioco. Difatti, il luogo dove viene lasciata l’arma e il perché ciò accade è un fortissimo collegamento con quanto accaduto ad un noto personaggio presente nella serie, che potrebbe tornare alla ribalta dopo anni di assenza, essendo collegato direttamente alla Xehanort saga, che verrà conclusa proprio nel capitolo. Inoltre, questo cambiamento estetico potrebbe comportare l’acquisizione di nuovi poteri per Riku, che finora si è sempre affidato all’oscurità per sconfiggere i suoi avversari. Anche diversi personaggi secondari come Heiner, Pence e Olette (apparsi in KH II nel mondo di Crepuscopoli) hanno subito lo stesso trattamento dei protagonisti, poiché tutti e tre riportano vestiti i cui pattern sono molto simili a quelli dei già citati character. Questo potrebbe a tutti gli effetti rappresentare una sorta di collegamento concettuale tra i vari comprimari, ma per ora non è stato rivelato nulla al riguardo.
Quindi, per concludere Kingdom Hearts III non solo si prospetta essere il miglior capitolo della serie, ma anche un importante traguardo di una saga iniziata ormai 16 anni fa, che, come detto da Nomura in persona, non vedrà la propria conclusione con questo titolo, bensì la fine di un arco narrativo aperto nel 2010 da Birth By Sleep, chiave fondamentale per capire tutto il meccanismo che si è sempre celato dietro questa intricata rete di trame complesse che è Kingdom hearts. Dopo uno sviluppo durato quasi 7 anni, finalmente sembra che la sua uscita sia molto vicina. Difatti durante l’evento stampa è stato dichiarato, come riportato in un’altra news, la data ufficiale sarà rivelata nella prima parte di giugno, presumibilmente in occasione della sezione E3 dedicata a Square Enix, che si terrà l’11 giugno alle ore 19. Per il momento riguardo kingdom Hearts è tutto, se volete rimanere aggiornati sulle informazioni riguardanti questo prodotto continuate a seguire VMAG, in attesa del ritorno di Sora e di tutti i suoi amici per la battaglia finale.