A gennaio è scoppiato il caso relativo alle condizioni di lavoro presso Quantic Dream, studio in cui, secondo il report di Le Monde e altre due pubblicazioni francesi, i dipendenti sarebbero stati oggetto di scherno pubblico a sfondo razzista e per il loro orientamento sessuale. La casa parigina aveva fatto sapere di voler adire le vie legali per preservare la propria onorabilità ma per diverso tempo non c’è stato alcun seguito. Adesso, riporta Kotaku, i giornalisti che hanno lanciato le ricostruzioni di cui parlavamo sopra, sono stati trascinati in tribunale e hanno dovuto difendere le proprie posizioni, oltre a dimostrate l’attendibilità di quanto hanno affermato, alcuni fin da subito e altri a giugno. In particolare, come spiegato da un professionista di Canard PC, vengono menzionati la “buona fede” del lavoro d’indagine e stesura dell’articolo, e l’assunzione delle “dovute precauzioni” prima della pubblicazione. Al tempo, David Cage si era difeso spiegando di voler essere giudicato in base al proprio lavoro (citando di aver collaborato con Ellen Page, attivista in campo di diritti LGBT, e Jesse Williams) e che, se avesse visto comportamenti scorretti, sarebbe intervenuto immediatamente.
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