Comete, nate dalla collisione di due lune, solcano il cielo con la loro scia scarlatta. Una guerra, che mette a ferro e fuoco le terre di Nuova Britannia: è questo ciò che ritroviamo una volta varcata la soglia del mondo di Shroud of the Avatar. Il titolo, sviluppato da Portalarium, vanta il patrocinio di Richard Garriott, ideatore della serie Ultima, e da questo trae notevole ispirazione nelle meccaniche di gioco. Shroud of the Avatar, detto in breve SOTA, è un mmorpg nato per gli appassionati di un genere che, nella sua evoluzione, si è distanziato molto dalle sue forme più arcaiche, ponendosi come punto di riferimento per tutti i nostalgici, pronto ad accoglierli in un ambiente a loro famigliare. Proprio grazie al target ricercato, il titolo vanta un seguito, che seppur non ampissimo, risulta essere tra i più attivi e dediti al gioco, fattore che gli sviluppatori non ignorano, ma anzi, incentivano. Non è raro, infatti, sentire innovazioni introdotte tramite una proposta o ottenute dalla collaborazione con i giocatori a cui SOTA si rivolge continuamente, pronto a soddisfarli in ogni modo, ricevendo al contempo da quest’ultimi un supporto unico nel suo genere.
Shroud of the Avatar è un titolo ambizioso, che si rivolge però ad un pubblico molto specifico, e nel farlo si disinteressa a quelli che possono essere dei neofiti alle creazioni di Lord British, discostandosi dall’immaginario collettivo di mmorpg, ed affiancandosi ad un concetto più primordiale del genere. Ironia vuole che, seppur rivolgendosi al passato ed andando contro corrente, SOTA può vantare delle meccaniche di gioco innovative, delle quali la gran parte titoli odierni sono sprovvisti. Basti pensare ad un mondo in cui i giocatori possono costruire case o intere città , instaurare governi ed organizzare festini nei quali esibirsi suonando. Proprio quest’ultima alternativa, per quanto imputabile di dubbia utilità , è un ottimo esempio di come questo gioco riesca a prendere ogni singolo elemento che lo compone e cerchi di ottimizzarlo al punto da costruire, un passo alla volta, un vero e proprio mondo per i giocatori. Utilizzare un qualsiasi strumento musicale ci consente di adoperare attivamente le note del pentagramma tramite i nostri tasti numerici dal 1 all’8, dandoci la possibilità di comporre le nostre melodie.
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Questo sistema di crescita dinamico e perpetuo demolisce il sistema delle “classi”, tanto affine a questo genere di gioco, spingendo ogni giocatore a costruire il suo personaggio.
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Per quanto possa vantare diverse funzioni che accrescono e completano la nostra esperienza di gioco, Shroud of the Avatar deve fare i conti con i limiti dettati dalla stessa linea che lo differenza dagli altri titoli del genere, in particolare in ambito tecnico. Le animazioni, o presunte tali, risultano essere scattanti, rigide ed innaturali, il sistema di combattimento è rasente alla sufficienza con una componente action pressoché nulla, se non una volta raggiunto il livello adeguato per sbloccare un sistema basato meno sugli “skill shot”. Una nota positiva riguardante le abilità di combattimento e non, la si denota dal sistema di apprendimento perpetuo; quest’ultimo ci consente di costruire il progresso e la crescita del nostro eroe tramite la skill che utilizza maggiormente, e non più sviluppando una sola abilità sulla quale investire dei punti. Combattere un nemico con un arco, ad esempio, ci conferirà dei punti esperienza nell’impiego di tale arma che, se utilizzata abitualmente, infliggerà più danni e ci consentirà di padroneggiarla. Viceversa, non utilizzarla per un largo intervallo di tempo ci porterà a dimenticarla, finendo per perdere il relativo punteggio. Questo sistema di crescita dinamico e perpetuo demolisce il sistema delle “classi”, tanto affine a questo genere di gioco, spingendo ogni giocatore a costruire il suo personaggio.
Il mondo di gioco è costruito su due livelli: la mappa del mondo, che ci appare con una visione isometrica sul nostro personaggio, e tramite la quale possiamo orientarci tra le macro aree di Nuova Britannia, e le singole istanze, raggiungibili dal livello superiore, che racchiudono città , luoghi di caccia e qualsiasi area di interesse per il giocatore. Questa suddivisione denota la mancanza di un mondo del tutto aperto, ma non graverà mai pesantemente sul giocatore facendola sentire intrappolato in uno spazio ristretto. L’ambientazione possiamo percepirla come un ibrido tra fantasy classico ed elementi steampunk, grazie a strutture composte interamente da leghe metalliche ed ingranaggi, ed alla presenza di oggetti tecnologici quali le radio. Quest’ultime, dalla forma di un juke box, possono essere sintonizzate su due frequenze, delle quali una è gestita dalla community, e riproduce tracce epic fantasy e e brani tratti dalla colonna sonora del gioco. Ciò che però differenzia il mondo di SOTA da quello di qualsiasi altro titolo del genere è l’incisività che hanno i giocatori nel formare l’universo in cui vivono. Questi possono fondare città , tra edifici governativi ed enormi monumenti, raccogliendo dei cittadini: tanti più saranno gli abitanti, tanto più questa apparirà grande sul piano del mondo.
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Reduce da una campagna Kickstarter valsa quasi 2 milioni di dollari, Shroud of the Avatar è stato rilasciato su Steam al costo di 39,99€
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Reduce da una campagna Kickstarter valsa quasi 2 milioni di dollari, Shroud of the Avatar è stato rilasciato su Steam al costo di 39,99€. Questa risulta essere la nota più dolente del titolo che, nonostante i pregi e i difetti, ha già difficoltà ad emergere a causa di una community ancora molto ristretta. Il costo relativamente proibitivo, se paragonato a qualsiasi altro mmorpg attualmente sul mercato, sembra voler rendere SOTA un paradiso elitario, destinato a “pochi ma buoni”, senza però tener conto di come molte meccaniche di gioco ne risentano, e di come questo approccio al gioco risulti essere particolarmente difficoltoso per chiunque si avvicini senza esperienze pregresse. Se a ciò si aggiunge una scarsa ottimizzazione del titolo, si incorre in un’ulteriore penalizzazione per eventuali futuri interessati.
Shroud of the Avatar risulta essere nel complesso un titolo ambizioso, ma rivolto ad una community molto selezionata, e ciò ne delinea le peculiarità così come le debolezze. Forte del supporto degli sviluppatori, i sostenitori di SOTA aiutano il progredire del progetto, ampliandolo e fornendo contenuti, ma Portalarium, che ha già marchiato la sua area di interesse nel target, non non si cura di rendere appetibile il suo prodotto agli altri fruitori dei mmorpg. La sua unica preoccupazione è espandere ed arricchire il mondo di gioco, a discapito di tecnicismi o di altre componenti che, a prima vista risulterebbero essenziali ma, una volta immersi nel mondo di gioco, si rivelano delle mere aggiunte all’esperienza vissuta. La scarsa importanza che il gioco attribuisce a determinati fattori, non li esclude però dalla loro parte nel giudizio complessivo, che pesa gravemente anche dinanzi al modello economico scelto. Cosa dobbiamo pensare pertanto di Shroud of the Avatar? Potremmo dire che, forte della sua storia e della sua sbalorditiva community, si erge sopra a molti titoli anche di maggior successo ma, laddove l’innovazione fornisce non poco apprezzamento, sopraggiungono problemi piuttosto gravi per un gioco rilasciato nel 2018, con una scarsa ottimizzazione, delle animazioni tutt’altro che gradevoli ed una qualità grafica in linea con la media della decade scorsa. Le opportunità di interessamento per il titolo vengono poi soppresse da un prezzo eccessivo, che impallidisce di fronte alla concorrenza attualmente disponibile su mercato.