Recensione Insidia

Passare da mobile a PC è un salto che può spaventare la maggior parte degli sviluppatori: l’utenza è diversa e ha aspettative molto più alte da un singolo titolo. Eppure Bad Seed, italianissima casa di sviluppo composta da un core di ex-dipendenti Ubisoft, non ha avuto paura a mettersi in gioco e, il 7 settembre 2017, è uscita in Early Access di Steam con Insidia. Proporsi per la prima volta dopo i successi di Sheep UP e di The Beggar’s Ride (portato successivamente anche sulla piattaforma di Valve) con uno strategico a turni fortemente incentrato sui personaggi può essere un rischio: da una parte l’errore può essere legato alla generica caratterizzazione dei character, dall’altra può arrivare dal resto, ovvero troppo focus sugli eroi e poco sul contorno.

È importante chiarire immediatamente l’obbiettivo di Insidia: due team, composti da 4 personaggi selezionati a piacere dagli utenti in PvP scegliendo tra nove eroi, si affrontano su un campo di battaglia con lo scopo di distruggere la base avversaria. Un po’ League of Legends, un po’ X-COM, il titolo ha la particolarità di svolgersi in turni simultanei, tra cui una Tactical Mode in cui decidere come operare, per poi osservare lo svolgimento delle scelte nostre e dell’avversario nello stesso momento, durante la Resolution Mode: una feature interessante, che apre diverse porte soprattutto in tema eSport. La presenza di alcuni punti chiave all’interno della mappa (generatori di energia che caricheranno alcune mosse devastanti, oppure un cannone centrale che se piantonato distruggerà le difese avversarie) alza ulteriormente l’asticella tattica della sfida, costringendoci a dover ragionare ogni movimento dei quattro eroi presenti nel nostro party. Ognuno dei personaggi, inoltre, ha debolezze e punti di forza rispetto ad ogni altro character, facendo sì che persino nel pre-game le scelte tattiche diventino fondamentali: in questo Insidia pecca d’orgoglio, ponendosi fin da subito come un titolo non adatto a tutti. Un altro elemento fondamentale è la tempistica: movimenti, abilità e attacchi hanno tempi di sviluppo diversi, e combinarli in maniera oculata ci permetterà di agire prima del nemico. Se il nostro avversario prepara l’offensiva, e noi al contempo di spostarci lontano da lui, il nostro movimento lo anticiperà, mandando a vuoto il suo colpo. L’alto livello di strategia richiesto e la conoscenza dei singoli personaggi sono un ostacolo che può scoraggiare il giocatore che si avvicina per la prima volta al genere. Unica via di fuga a questo impiccio sarebbe il piede nel mondo degli eSport, che giustificherebbe così la preparazione certosina ad ogni partita.

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Costruire una squadra molto sbilanciata a livello di offensiva ci permetterà di eliminare alcuni paladini nemici abbastanza velocemente, rischiando al contempo di subire un blocco nel caso in cui dovessimo trovarci in una situazione di difesa.

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Abbiamo avuto modo di provare la Founder’s Edition, che aggiunge tutti i campioni attualmente presenti e in arrivo, oltre a una serie di bonus sull’esperienza in PvP e diverse skin e titoli aggiuntivi legati ad essa. Questo ci ha permesso di provare il roster completo di Insidia, dandoci l’opportunità di svariare parecchio sulle tattiche d’approccio a ogni partita. Divisi in Tank, Assassini, Guerrieri, Supporto e Specialisti, i nove eroi hanno abilità, punti ferita, attacchi e movimenti a disposizione che differiscono tra loro: Angor, eroe dalle fattezze bestiali, ha molte più caselle di queste ultime due capacità, ma non può far altro che avanzare, cadendo in ogni eventuale trappola. Questo ci fa capire come non solo le peculiarità di ogni personaggio, tutti comunque ben caratterizzati, siano da valutare in relazione con il team avversario, ma persino riferendosi al proprio: costruire una squadra molto sbilanciata a livello di offensiva ci permetterà di eliminare alcuni paladini nemici abbastanza velocemente, rischiando al contempo di subire un blocco nel caso in cui dovessimo trovarci in una situazione di difesa. Mettere insieme Tank, Assassino, Combattente e Supporto si rivela subito l’opzione migliore, almeno finché non si ha una certa dimestichezza con le abilità e i punti deboli dei nove protagonisti: una volta presa la mano si può iniziare a sperimentare, creando combo che possono davvero mettere in difficoltà chiunque. Padroneggiare il sistema permette di comprendere veramente la profondità tattica del gioco, purtroppo limitata dalla presenza di un’unica mappa.

Diventare maestri in questo piccolo spazio ci chiederà più di una partita una tantum

Graficamente, invece, Insidia non presenta nulla di arguto né di interessante. Lo stile cartoon coloratissimo ha il sapore del già visto, riproposto in mille salse da parte di Fortnite, League of Legends e moltissimi altri titoli. Nemmeno l’unica mappa presente (attualmente) in-game ha nulla di speciale: piccola e senza alcuna particolare strutturazione, è scenario bianco per le tattiche. Nota positiva, invece, per quanto riguarda i protagonisti: ognuno ha una propria precisa dimensione di riferimenti e la loro caratterizzazione è puntuale e appagante. Complice anche il sistema di microtransazioni presenti, dedicate esclusivamente a skin e all’acquisto di nuovi personaggi, la personalizzazione è sagace e divertente. Fa sorridere combattere con Angor travestito da poliziotto armato di ciambella, o vestire da festa il nano punk Gunther. Attacchi, ingressi in campo e abilità hanno animazioni dedicate e specifiche, che rendono frizzante l’azione di gioco. Tuttavia riconoscere i propri paladini durante la battaglia non è difficile, sintomo che la pulizia a schermo è ottima. A livello sonoro, invece, il prodotto di Bad Seed supera la sufficienza: la musica non disturba ma non si nota, in linea forse con la voglia di rendere competitivo il titolo.

Insidia è molto ambizioso che guarda ai maestri dell’eSport, ma si emancipa ottimamente. Purtroppo al momento del lancio il gioco pecca ancora di povertà di mappe, rischiando alla lunga di annoiare. Comprensibile la scelta di concentrarsi solo sull’aspetto tattico, ma l’applicazione dello stesso su più scenari permetterebbe di raggiungere alti livelli. Ottimi i personaggi, meno il livello di difficoltà, che consegue l’alta richiesta di metodo: padroneggiare i nove eroi è difficile (ma se si riesce è estremamente appagante) e approcciarsi all’ultima fatica di Bad Seed come casual gamer non è affatto consigliabile.

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