In un mondo non troppo lontano dal nostro, Bandai Namco ci trasporta ancora una volta nel tanto acclamato universo di Sword Art Online. Abbiamo avuto modo di provare la versione per PlayStation 4, ma prima dell’analisi rinfreschiamoci la memoria: ispirato alla serie di light novel di Reki Kawahara, l’opera ha come sfondo un universo creato grazie alla VR. Tutti i protagonisti nel titolo possiedono un loro alter ego nel mondo del VRMMO e questo offre loro la possibilità di vivere in due realtà diverse, mantenendo però i propri rapporti fuori dal gioco. Da questa prospettiva, Sword Art Online: Fatal Bullet offre all’utente la possibilità di prendere parte al grande intreccio tessuto dalla storyline, presentando diverse figure interessanti ed uniche tra loro, tra le quali spuntano due vecchie conoscenze: Kirito e Asuna, i protagonisti per antonomasia della saga.
Entrando nel vivo dell’opera, già dai primi istanti si ha l’idea di essere i veri protagonisti del titolo. Gli sviluppatori sono perfettamente riusciti a promuovere un ambiente in constante armonia con le decisioni del giocatore, lasciandogli la libertà di scegliere la propria strada. Spinti dalla nostra amica d’infanzia, infatti, entreremo in un mondo Gun Gale Online, dove la peculiarità di questo episodio si fa sentire. L’esperienza proposta si concretizza in un matrimonio tra i canoni classici del genere RPG e un’esperienza shooter in terza persona. Insolito l’accostamento, ma riesce a non essere forzato? La fluidità dei movimenti e lo scenario riescono a creare l’armonia necessaria per farci sentire a nostro agio, garantendo l’atmosfera giusta per l’esplorazione. Anche le colonne sonore, presenti all’interno dei vari scenari e nei combattimenti, riescono egregiamente nel tenere il ritmo calzante e in continua tensione, di pari passo con il progressivo aumento della difficoltà.
[su_quote]
Nel grande calderone che rappresenta il mondo virtuale della casa nipponica, avatar unici si mescolano ad un’ambientazione che amalgama il tema fantascientifico con quello colorato e sognante degli anime.
[/su_quote]
La mappa di gioco offre dei punti strategici, fulcro del gameplay e della vita all’interno di Sword Art Online: Fatal Bullet. Il punto più importante dell’area di gioco è la Lobby, cuore pulsante dell’universo del titolo. Da qui il player ha libero accesso alle aree esplorabili, dirigendo la sua attenzione verso le variopinte lande pullulanti di nemici. Lo spawn di questi è studiato per darci la possibilità di rimanere all’interno dell’area di gioco e stimolare in noi la voglia di competere sempre di più, sia con i personaggi del gioco che con i nostri amici. La competizione è uno dei nuclei essenziali che tengono in piedi l’opera, alimentando il fuoco della sfida tanto attraverso gli scontri PvP quanto mediante la cooperazione con altri per sconfiggere boss titanici e particolarmente ostici.
I processi legati all’avanzamento di livello per poter affrontare determinati punti della trama, alla lunga, possono diventare tediosi, a causa di esplorazioni cicliche sulle stesse aree di gioco. Queste, seppur invase dai nemici, non offrono nel corso della storia una così variegata esperienza di combattimento. L’illusione di affrontare decine di avversari diversi è presto svanita, quando l’occhio comprende di trovarsi davanti ad una semplice variazione di stile. Altra nota dolente proviene dalle ambientazioni, le quali, seppur ben organizzate, non rendono giustizia al gameplay, in quanto esse tendono all’estrema semplificazione, alternando momenti di pura adrenalina a momenti di calma piatta. Bisogna comunque dare atto agli sviluppatori che gli scontri ideati sono la chiave per scacciare il riverbero contenutistico, che poteva offuscare l’interessante esperienza proposta dall’opera.
[su_quote]
Sebbene vi siano gli elementi sfida capaci di tessere una resistente ragnatela in grado di catturarci l’attenzione per ore ed ore, il titolo risente di alcune azioni e situazioni ridondanti.
[/su_quote]
Altro tema chiave che ha suscitato la nostra attenzione è l’IA presente all’interno del gioco, sia dalla parte alleata che nemica. Non solo ogni personaggio che incontreremo vorrà essere nostro amico e divertirsi con noi durante le quest, ma ognuno di essi sarà l’incarnazione di uno stile di combattimento. Difatti, gli alleati avranno un ruolo chiave per la strategia che vorremo applicare sul campo. Le loro potenzialità nascono dall’utilizzo di un ampio parco di armi, ciascuna bilanciata in base al tipo di approccio che vogliamo utilizzare in battaglia. Dall’altra parte meno intelligenti risultano i nemici, che il più delle volte si limitano semplicemente a seguire il giocatore con le proprie armi, segnalate da diversi raggi laser, che puntano verso di noi. Questo, sebbene sproni il giocatore a migliorare i propri riflessi, risulta al tempo stesso una strategia a senso unico, alla lunga prevedibile.
Interessante scoperta risulterà essere il nostro fedele compagno di avventura, un’intelligenza artificiale di nome ArFa-sys. L’androide con fattezze umane si riscoprirà agli occhi dell’utente un’interessante carta da giocare al momento del bisogno. Faremo la sua conoscenza nei primi momenti di gioco, quando, casualmente, ci entreremo in contatto e deciderà di seguirci nelle nostre imprese. Agli occhi dei molti utenti all’interno del GGO sarà visto talvolta come un semplice oggetto raro, che tutti vorrebbero possedere. Questi non è altro che un consulente finanziario, che sfrutterà talvolta i nostri risparmi per aiutarci. Nel titolo non saremo mai soli, infatti il nostro alleato, oltre a lasciar trasparire un lato umano e tutt’altro che robotico, sarà anche un interessante strumento da sfruttare contro i nemici.
Sword Art Online: Fatal Bullet riesce comunque in una delle tematiche più controverse della storia della critica, rompendo la terza parete e mettendo in contatto il mondo virtuale con quello reale. Ma come l’opera ha successo in questo? A quanto pare gli sviluppatori utilizzano solo come pretesto un’ambientazione fantastica, facendo luce su problematiche attuali e spingendoci alla riflessione. Molti di questi sono tangibili già nelle prime ore di gioco, quando veniamo scossi dalla triste realtà delle truffe online, malattia che infesta troppo spesso i titoli con acquisti in-game. Altri dati trasmessi sono di matrice prettamente sociale, facendo leva sull’alienamento derivato dallo smanioso bisogno di esprimere le proprie emozioni online, attraverso il proprio avatar, poiché risulta più facile rispetto al reale confronto. La delicatezza con la quale vengono affrontate certe tematiche rendono il titolo il degno successore partorito dalla mente di Kawahara.