[Pavo’s 2 Cents Reviews] The Order: 1886

Negli ultimi anni, si sta spingendo moltissimo sul concetto di “evoluzione del medium videogioco”, ossia quel fattore secondo il quale un prodotto videoludico sarebbe in grado di trasmettere emozioni e concetti a lui preclusi in passato, come ad esempio la paura della morte o la perdita di un figlio, tematiche da sempre relegate in altri medium come la letteratura o il cinema.
Pac-Man, insomma, prova sentimenti come ognuno di noi.
Non sorprende quindi che titoli come The Last of Us o Uncharted infrangano ogni record di vendita, inanellando perfect score e premi come se piovesse.

Ora, in virtรน della presenza di questi titoli “maturi”, perplime quello che sta accadendo in queste ore nel dorato mondo del web con The Order: 1886. Realizzato dai bravi Ready at Dawn capeggiati dalla montagna umana (e straordinaria persona) che risponde al nome tutto italiano di Andrea Pessino, il titolo in questione รจ un action in terza persona, estremamente cinematografico, che fa il verso ai classici del genere. La narrazione รจ soffusa, quasi didascalica, cosa questa che lo distacca subito da titoli fracassoni come Uncharted o Gears. E l’atmosfera londinese รจ quasi maniacale nel rappresentare uno spaccato steampunk di un’epoca realmente esistita, con riferimenti a famosi serial killer e incredibili luminari. E la vicenda non รจ la classica manfrina testosteronica coi super-soldati, bensรฌ un racconto dal retrogusto cappa e spada, che affonda le mani in una certa letteratura gotica.

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Puรฒ andar bene?
Assolutamente no.
Perchรฉ la gente deve lamentarsi che si gioca poco, quando poi idolatrano i non-giochi di David Cage.
Perchรฉ l’avventura si finisce in 5 ore. Specie se si tira dritto immaginando di stare partecipando ad una maratona videoludica.
Perchรฉ la “grafica non รจ vera next gen”.
Perchรฉ non ha il multiplayer.
Perchรฉ la media voti di Metacritic รจ bassa.
Perchรฉ, perchรฉ, perchรฉ.
L’unico “perchรฉ” che sento di dovermi porre รจ legato a quanto scritto ad inizio recensione: perchรฉ, nonostante il “medium videogioco” sia davvero maturato nel corso dei secoli, la maggior parte dei fruitori sono rimasti le stesse teste di minchia di sempre?
Mistero londinese e non solo.

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La vicenda non รจ la classica manfrina testosteronica coi super-soldati, bensรฌ un racconto dal retrogusto cappa e spada.

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Le opinioni di Marcello Paolillo non necessariamente riflettono la posizione della redazione di VMAG o la linea editoriale della testata.

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